pulpito, opera isolata - bottega piemontese, bottega italiana (inizio, fine sec. XVII, sec. XIX)

pulpito,

E'diviso in tre sezioni: quella inferiore, costituente il basamento, è composta da sette pannelli rettangolari in legno scolpito con decoarzioni, ricavate dal massiccio, raffiguranti i simboli della passione. Tali pannelli sono intercalati da motivi lignei a volute che si raccordano, tramite una modanatura architettonica, ad un'identica seconda serie di volute più grandi che separano pannelli di forma quadrata, a motivi fitomorfi. Su questa base poggia la sezione centrale costituita da sette pannelli lignei scolpiti a rilievo. Hanno per soggetto i Quattro Dottori della Chiesa, S. Pietro e una Crocifissione e si susseguono con varianti nelle lesene frontali. Ogni pannello porta una doppia cornice finemente intagliata di cui quella più interna è composta da una sequenza di tratti e perline attorno ad una leggera cornice a palmette, mentre quella più esterna è di forma merlata. Ogni pannello è intercalato da un montante costituito da una colonna piatta con capitello corinzio sulla quale sono scolpite tre piccole statue raffiguranti, dal basso, telamoni, spesso barbuti e, in due pannelli, putti, ciascuna delle quali è suddiviso da un ricciolol scolpito ad alto rilievo e intagliato a motivi vegetali. CONTINUA IN CAMPO OSS

  • OGGETTO pulpito
  • MATERIA E TECNICA legno di noce/ scultura/ intaglio/ sagomatura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese Bottega Italiana
  • LOCALIZZAZIONE LIMONE PIEMONTE (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attuale struttura del pulpito si è realizzata attraverso un'integrazione di elementi nuovi ad alcune parti antiche costituite da sei pannelli scolpiti raffiguranti i quattro Dottori della Chiesa, S. Pietro e una Crocifissine. Tale assemblaggio si deve a Don Giovanni Battista Pepino, parroco di Limone dal 1877 al 1903, che decise di dare inizio ad una serie di restauri e costruzioni ex-npovo concernenti l'arredo della Parrocchiale. Le fonti pervenuteci riguardanti quest'opera riferiscono che i sei pannelli facevano parte di un coro presente alla Certosa di Pesio e successivamente smembrato in seguito all'abolizine, da parte del Governo Francese, degli Ordini religiosi,nel 1803 e qui giunto in seguito ad una vendita all'asta alla quale partecipò probabilmente il Comune o la parrocchia di Limone (D. GIORGIS, La Certosa in Val Pesio. Memorie storiche, Borgo San Dalmazzo 1952, pp. 45-45; B. CARANTI, La Certosa di Pesio, Torino 1900, V. I), purtroppo fino ad ora non è stato recuperato alcun elemento di questo presunto coro. A questo punto i sei pannelli vengono utilizzati pre la costruzione della parte centrale del pulpito, uniti ad elementi nuovipiuttosto ridondanti non ben integrati al resto della decorazione. Da un punto di vista stilistico, quest'opera emerge qualitativamente nel complesso, sia per la precisa esecutiva, sia per i dettagli: in effetti un tema iconografico abbastanza comunecome quello in questione è qui reso plasticamente tramite una serie di spunti filtrati attraverso un'invenzine vivace, ma allo stesso temppo contenuta. Nonostante l'evidente omogeneità dell'insieme, ad un più attento esame si possono riscontrare nell'esecuzione lievi differenze qualitative. Mentre nei pannelli centrali è evidente una certa raffinatezza, le piccole sculture delle lesene animate e i fregi vegetali rilevano un amanifattura piuttosto rustica: a questo punto si apre l'ipotesi di una possibile collaborazione di vari artigiani incaricati dell'esecuzione. Infatti se si pensa all'apparatenenza di questi pannelli ad un coro, è evidente la complessità della realizzazione, tale probabilmente da richiedere l'intervento contemporaneo di più intagliatori. E' difficilmente precisabile l'area di provenienza di questi manufatti, se oltretutto si tiene presente la realtà degli artisti itineranti. In particolare, in questo caso è difficile tentare riscontri stilistici e, nella maggior parte dei casi anche qualitativi, con esempi che cronologicamentw potrebbero appartenere alla stessa area culturale. Ad esempio, rispetto ai precedenti modelli monregalesi conosciuti e ad una testimonianza come il leggio di Peveragno, anch'esso proiveniente dalla Cerosa di Pesio, l'opera in questione sembraessere il risultato di un intervento più colto e, proprio alla luce delle conoscenze finora ragiunte, appare come una presenza isolata, d'impronta tardo manieristica e collocabile nei primi anni del Seicento. In particolare, analizzando la Crocifissine, è interessante notare la presenza di un paesaggio di fondo, costellato da pini e calotte sovrapposte, riecheggianti schemi arcaici. Il pannello dedicato a S. Pietro viene legato da Denina ad una delle operazioni di completamento del pulpito, avvenuto alla fine dell'Ottocento, insieme al pannello fungente da portina, alla sezine superiore e ai sette pannelli costituenti la parte inferiore (M. DENINA, Parrocchia di S. Pietro in Vincoli, pubblicazione in occasione del sesto centenario di erezine della Chiesa Parrochciale 1363-1963, Cuneo s.d., p. 9). L'iconografia del santo, coincidente conm il Santo a cui è dedicata la chiesa stessa, si allontana da quella degli altri personaggi raffigurati e l'impostazione più slanciata del pannello contrasta con i restanti. Ma ad un attento esame sia del materiale sia della realizzazione, tale ipotesi è difficilmente confermabile, data l'assoluta affinità esecutiva con gli altri pannelli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024892-0
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1980
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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