Dio Padre

dipinto,

Nel tondo, collocato sopra l'ancona dell'altare, è raffigurata la testa del Padre Eterno con una lunga barba bianca e completamente bianco anche nei capelli

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA intonaco/ pittura a fresco
  • ATTRIBUZIONI Lanino Bernardino (1509-1513/ 1582-1583)
  • LOCALIZZAZIONE Novara (NO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Barlassina e Picconi e Cassina comunicano che il tondo in esame è di paternità di Bernardino Lanino, facente parte della serie di affreschi prima situati nella Cappella di S. Giuseppe e ora nella Sacrestia. Secondo le notizie riportate dagli storici, l'affresco dovette essere situato sull'altare di S. Caterina in occasione della ricostruzione dello stesso, ala fie del XIX secolo.Gli affreschi della cappella di S. Giuseppe, raffiguranti Storie della Vergine, sono già lodati da Bartolomeo Taegio e da Lomazzo che li cita come la massima espressine della sua opera, puntando l'attenzione, in particolare, sul "Dio padre, circondato dagli angeli con grandissima musica", nel quale il pittore "a dato a vedere quanta sia la leggiadria e la forza del suo bell'operare si che ella è forse delle migliori opere che egli abbia mai dipinto, così in oglio come in fresco". Citati dal Bianchini, sono menzionati anche dal Lanzi, con riferimento specifico al dipinto qui in esame. Inoltre gli affreschi sono citati in tutti gli studi che toccano il Lanino (A. M. BRIZIO, La pittura in Piemonte dal romanico al 500, Torino 1942, p. 27; C. BARONI, L'arte a Novara e nel Novarese, in "Novara e il suo territorio", Novara 1952, p. 580; A. GRISERI, I Gaudenziani, in "Gaudenzio Ferrari", catalogo della mostra, Milano 1956, p. 80;; R. PIZZO, Lanino Bernardino, in Dizinario enxciclopedico Bolaffi dei pittori e degli incisori italiani, Torino 1974, V. VI, p. 23; Opere d'arte a Vercelli e nella sua provincia. Recuperi e restauri 1968-1976 Vercelli 1976, p. 28 G. Galante Garrone).La Griseri li colloca intorno agli anni Quaranta, prima degli affreschi di S. Ambrogio della Cappella di S. Giorgio; la Galante Garrone li cita per confronti con gli affreschi mitologici dell'Arcivescovado di Vercelli, confermando una datazione intorno al 1540. Il 1554, anno nel quale sono lodati e descritti dal Taegio, si pone comunque come termine ante quem, tanto da essere assunto dal Pizzo come anno della loro esecuzione. In realtà i dati stilistici confermano, a nostro parere, una collocazione intorno al 1540. Per la bibliografa specifica si veda B. TAEGIO, Le risposte di M. Bartolomeo Taegio, giureconsulto di Melano, Novara 1554, pp. 126-127; G. P. LOMAZZO, Idea del tempio della pittura, Milano 1590, p. 390; F. A. BIANCHINI, Le cose rimarchevoli della città di Novara, Novara 1828, p. 22; L. LANZI, Storia pittorica dell'Italia, V. IX, Milano 1831, p. 39; G. BARLASSINA, A. PICCONI, Le chiese di Novara, Novara 1933, p. 26;; Novara, Archivio Storico Diocesano, L. CASSANI, Arte e artisti nel novarese, s.d., p. 119
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100024121
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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