Madonna con Bambino e angeli

dipinto,
Volpi Aimo (attribuito)
notizie 1491-1528

Al centro della tavola è rappresentata la Vergine, seduta su un sedile dallo schienale rettangolare, con il Bambino in braccio. La Madonna porta i capelli biondi e sciolti, con scriminatura centrale, che discendono lungo le spalle. Indossa una veste con scollo quadrato, lunghe maniche, fermata in vita e panneggiata. Sullo scollo poggia il mantello che le copre parzialmente le gambe. Il Bambino è nudo con il capo cinto da aureola scorciata prospetticamente. Egli si sporge verso destra al fine di prendere alcune ciliege contenute nel cesto che gli porge l'angelo,s tante. Anche a sinistra è dipinto un angelo con cesto di ciliege sul quale poggia la mano la Vergine. Entrambi gli angeli hanno capelli lunghi e biondi, sciolti, con scriminatura centrale. Indossa vesti con ampie maniche e colletto, che discendono sino ai piedi con morbide pieghe. Sfondo unito

  • OGGETTO dipinto
  • ATTRIBUZIONI Volpi Aimo (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'opera è stata attribuita dalla critica ad Aimo Volpi, cognato del più celebre pittore Martino Spanzotti. Si nota nell'opera, infatti, influenze spanzottiane, pur con accenni di originalità, sia nella delicata modulazione del disegno, quasi ricordo di una non rinnegata esperienza tardogotica, anteriore all'incontro con lo Spanzotti, sia nell'atteggiamento mistico delle figure. Cronologicamente, il dipinto potrebbe essere collocato intorno al 1490. Non è improbabile che facesse parte in origine di un complesso più ricco, di cui, forse, un ulteriore frammento può riconoscersi nella Crocifissione conservata nella chiesa di S. Agostino di Livorno Ferraris (cfr. G. Romano, Opere d'arte a Vercelli e nella sua provincia. Recuperi e restauri, catalogo della mostra, Vercelli, 1976, pp. 8-9, tavv. 50, 51, 52). In occasione dell'esposizione alla mostra di cui sopra l'opera venne sottoposta ad intervento di restauro curato dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici, compiuto dal restauratore del laboratorio interno Elvio Gamarra (Torino, 1975-1976). Il dipinto venne trasportato su tela dal momento che il supporto ligneo (pioppo) era gravemente deteriorato dall'umidità e corroso dai tarli che avevano creato fitte gallerie. Queste ultime rendevano precaria la stabilità del colore, già inaridito, ossidato e coperto da uno strato di sudiciume. La veste della Vergine, ed in particolare il manto, si presentavano ampiamente rifatti, non sempre rispettando le linee originali; era di mano moderna anche il perizoma del Bambino. Armato il colore sul davanti con carta e velatino di cotone si procedette alla eliminazione del legno. L'estrema sottigliezza della preparazione rese l'intervento particolarmente delicato. La pellicola cromatica, così liberata, venne applicata dapprima sul velatino poi su tela forte e infine stesa su un supporto di legno di rovere tamburato con bordi ad espansione comandati da viti interne. La pulitura asportò il velo di sudicio presente sul colore e le ridipinture a tempera sul vestito della Vergine; nel manto, completamente rifatto a tempera, la ripresa fu solo alleggerita. Le ridipinture a tempera vennero asportate con una miscela acquosa, mentre l'aggiunta ad olio del perizoma fu eliminata delicatamente a bisturi. L'integrazione pittorica interessò solo le lacune più profonde. I graffi superificiali e le cadute dell'ultima pellicola cromatica furono uniformate al colore della preparazione affiorata in più punti; l'angolo perduto, in basso a sinistra, venne reintegrato con un sottile foglio di legno
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100021933
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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