martirio di Sant'Agata

dipinto, post 1531 - ante 1535

In primo piano, al centro della tavola, è dipinta s. Agata, con il capo aureolato, appesa per i capelli annodati ad una mensola infissa in una parete di mattoni. Il busto è scoperto; la parte inferiore del corpo è coperta da una tunica, i piedi sono scalzi. Di fianco alla santa, a destra, una figura maschile, con lunghi capelli mossi e barba, con una tenaglia tenta di strapparle un seno. Indossa una tunica stretta in vita, con ampie maniche. Al collo è legato un cappello; cintura in vita da cui pende una sciabola. Porta calze al ginocchio e scarpe appuntite. Sulla sinistra, inginocchiata sul pavimento scacchi, una seconda figura maschile tiene con una mano un mantice e con l'altra un oggetto non identificato, forse una tenaglia, che immerge in un bacile. Indossa un copricapo, farsetto calzamaglia e scarpe affusolate in punta. Sulla sinistra, da un'apertura, chiusa nella parte inferiore da un parato di damasco, si affaccia una terza figura maschile, il giudice, con lunga barba bianca, con in mano un bastone e un libro. Porta il turbante sul capo e una tunica con lunghe maniche. [continua nel campo Osservazioni]

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera
  • ATTRIBUZIONI Ferrari Defendente (1480-1485/ Post 1540)
  • LOCALIZZAZIONE Bianzè (VC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il dipinto in esame, unitamente ad altri tre, costituiva, in antico, parte delle ante protettive del grande polittico di Bianzè, ora conservato al Museo Borgogna di Vercelli. L'opera venne ritrovata nella soffitta della chiesa parrocchiale di Bianzè dal dott. Giovanni Romano, fu, quindi, ritirato dalla Soprintendenza di Torino e affidato al restauratore Giuseppe Chiappino. Romano (cfr. G. Romano, Opere d'Arte a Vercelli e nella sua provincia. Recuperi e Restauri 1968/1976, Torino, 1978, p. 24) ha affermato, per quanto concerne la datazione "...è già stata proposta una datazione posteriore al 1531 e in effetti le somiglianze più stringenti si riconoscono con la Madonna in S. Giovanni di Avigliana che porta la data 1535, ma anche per questi ultimi anni la ricostruzione cronologica comporta qualche incertezza data la presenza di un doppio registro esecutivo all'interno della sua bottega: accanto ad opere ancora eseguite con un sorvegliato controllo delle tecniche e delle formule espressive vengono a porsi opere condotte con notevole disinvoltura, tra le quali sono certo da annoverare le tavole della casa parrocchiale di Bianzè...Per un confronto con opere contemporanee, ma meglio eseguite, si vedano le ante con S. Michele e S. Caterina del Museo Civico di Torino che potrebbero forse identificarsi con due tavole ricordate dal Turletti in S. Caterina dei Cappuccini a Savigliano. Non mi sembrano troppo dissimili, sempre scegliendo tra le ante ancora conservate e integre, quella con S. Pantaleone e un devoto al Museo Civico di Torino e quella del castello di Nottingham, ancora inedita, raffigurante il Battista.". "Per tutte e quattro le tele è stata necessaria una generale fissatura del colore ottenuta applicando colla animale a caldo, sotto l'azione di raggi infrarossi (l'operazione è stata ripetuta anche per le tempere sul retro). In un secondo momento si è proceduto alla rimozione di una pesante vernice ossidata e alla eliminazione delle volgari ridipinture sovrapposte in epoche diverse, che, in particolare, avevano alterato il S. Martino e il S. Gottardo. Tale risanamento e scopritura della originale superficie cromatica, talvolta a bisturi, ha consentito di recuperare anche alcune lumeggiature a oro"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100020236
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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