Cristo risorto tra due angeli

gruppo scultoreo processionale, post 1775 - ante 1794

Nella parte inferiore del gruppo scultoreo, a sinistra, su uno sperone roccioso, sono modellati due angeli inginocciati: l'uno, abbigliato con tunica, con lo sguardo rivolto verso l'alto, tiene in mano una spada, l'altro, seminudo, coperto solamente da un drappo svolazzante, con il viso rivolto verso il compagno, sostiene uno stendardo bianco con croce centrale rossa. Sulla destra, di scorcio, è collocato un semplice sepolcro dipinto con effetto marmorizzato, con il coperchio scostato. Al di sopra di esso si eleva in volo, sostenuta da un'asta di ferro, la scultura del Cristo risorto. Il corpo è parzialmente ricoperto da un drappo, fittamente panneggiato e parzialmente mosso dal vento, sia in corrispondenza delle gambe che del braccio destro. Le braccia sono sollevate verso l'alto e, parimenti, il volto, lievemente reclinato verso sinistra

  • OGGETTO gruppo scultoreo processionale
  • MATERIA E TECNICA legno di rovere
    legno/ scultura/ doratura/ pittura/ intaglio
  • ATTRIBUZIONI Clemente Stefano Maria (1719/ 1794)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Chiesa di Sant'Agostino
  • INDIRIZZO Piazza Sant'Agostino, Carmagnola (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il gruppo scultoreo presentava, originariamente, una diversa disposizione delle figure (cfr. M. Marchetti, La chiesa e il convento di S. Agostino in Carmagnola, 1936, p. 29). Infatti, l'asta che sostiene il Cristo era mascherata da una nuvola e i due angeli della Passione reggevano l'uno una corona di spine e l'altro la spada a tutt'oggi conservatasi, mentre il vessilo era trattenuto dalla mano sinistra del Cristo. Le sculture presentano caratteri stilistici ed iconografici assai simili alle statue processionali della chiesa della confraternita della SS. Trinità di Bra, scolpito su disegno di Claudio Francesco Beaumont nel 1758, secondo quanto si evince dalla documentazione conservatasi (cfr. L. Mallé, Le arti figurative in Piemonte, Torino, 1962, p. 267). La data dell'opera carmagnolese dovrebbe ricondursi agli anni intorno al 1758 o, al più tardi, verso il 1761, anno di elaborazione del gruppo con la "Crocifissione di Cristo" per la chiesa della confraternita dello Spirito Santo a Torino. Luigi Mallé, definendo l'opera un "quadro vivente", l'ha riconnessa, per il tema rappresentato e le tipologie delle figure, alle tradizionali sacre rappresentazioni, assai diffuse ed apprezzate anche nel territorio piemontese, in particolare nei secoli XVII e XVIII. La particolare immediatezza nella trasmissione del contenuto religioso è particolarmente evidente nel complesso carmagnolese, ove il materiale in cui è realizzato, legno policromo e cartapesta invece dello stucco, risulta essere assai congeniale al temperamento esuberante e per natura barocchetto, sebbene mai enfatico, di Stefano Maria Clemente, evidente anche nei più raffinati effetti decorativi. Originariamente gli elementi componenti del gruppo erano vivacemente policromi, ma, recenti interventi di pulitura, non controllati tecnicamente, hanno causato evidenti alterazioni dei colori, probabilmente tempere solubili in acqua. Tuttavia, un accurato esame permette di sperare che, sotto lo stato di preparazione biancastro, con un accorto restauro, possano emerge tracce della policromia originale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100016925
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI COMPILAZIONE 1979
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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