apparizione della Madonna del Rosario con San Giovanni Battista e San Domenico a cortigiani oranti

dipinto,

La tavola rappresenta l'apparizione della Madonna del Rosario con il Bambino insieme ai Santi Giovanni e Domenico a due gruppi di cortigiani oranti. La Vergine è rappresentata con l'ampio manto aperto sorretto dai due santi. Sullo sfondo un ampio scorcio panoramico delle montagne saluzzesi

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tavola/ pittura a tempera grassa
  • ATTRIBUZIONI Oddone Pascale (notizie Dal 1513/ 1546)
  • LOCALIZZAZIONE Saluzzo (CN)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dell'intera tavola sono significativi i particolari del committente e del suo seguito tratteggiati con estrema incisività nelle espressioni dei volti; interessanti sono i fastosi costumi cinquecenteschi e le acconciature delle dame, che richiamano l'ostentazione neogotica di ori, gemme, damaschi delle botteghe piemontesi tra Spanzotti e Defendente Ferrari. Lo scorcio panoramico è descritto con ricchezza di particolari e con toni sfumati di colore. L'identificazione del committente è stata per molto tempo dibattuta. Il Muletti, e con lui il Savio, sostengono possa trattarsi di Tommaso III (morto nel 1416) ed individuano nella dama in primo piano Margherita di Roussy (cfr G. F. Savio, Bellezze risorte, p. 69 sgg.; Muletti, Memorie storico diplomatiche, tomo IV, p. 363 sgg.). Sembra più probabile identificare questo personaggio con il marchese Francesco di Saluzzo, sia perchè questi fu a capo del marchesato fra il 1529 ed il 1537, sia per un confronto fra il dipinto e l'effige di una sua moneta. Altro punto controverso è la motivazione per cui il dipinto venne ordinato. Mentre il Vacchetta sostiene che la pala fu eseguita in sostituzione di una precedente, dipinta come ex-voto per la liberazione dell'assedio delle truppe di Carlo di Savoia nel 1487, la Gabrielli ritiene che detto voto venne mantenuto sesantotto anni dopo dal marchese Francesco (cfr N. Gabrielli, Arte nell'antico Marchesato di Saluzzo, p. 143; G. Vacchetta, La Chiesa di San Giovanni in Saluzzo, p. 240 sgg.). L'attuale disposizione dell'intera opera risale al 1660, anno in cui fu inserita l'ancona dei fratelli Botto di Savigliano. Precedentemente le tavole erano a forma di trittico con le ante montate sui cardini. Ancora oggi è possibile vedere il dipinto a chiaroscuro sul lato posteriore (G. Vacchetta, op cit, p. 246; N. Gabrielli, op cit, pp. 143-144). La tavola è datata e firmata da Pascale Oddone, pittore e scultore in legno saviglianese, discepolo di Defendente Ferrari e suo collaboratore nella pala di Sant'Antonio di Ranverso (cfr A. M. Brizio, La pittura in Piemonte, pp. 248-249). Di lui sono note diverse altre opere fra le quali la grande ancona dell'Abazia di Staffarda (1531-33), il polittico della Trinità della Colleggiata di Revello (1541), un Ecce Homo (1523) ed un'ancona d'altare (1546) a Savigliano (cfr A. Baudi di Vesme, L'arte in piemonte dal XVI al XVIII sec., vol. III, voce Pascale Oddone). Bibliografia: L. Mallè, Le arti figurative in Piemonte, Torino 1962. Muletti C., Memorie storiche e diplomatiche appartenenti alla città ed ai Marchesi di Saluzzo, Saluzzo 1829-1833. Lobetti-Bodoni, La Cappella del Santo Sepolcro, Saluzzo 1898. Lobetti-Bodoni, Il coro di San Giovanni tomba dei Marchesi, Saluzzo 1898. Chiattone, Matrimoniana del'500 a Saluzzo, in PAS dell'antico marchesato di Saluzzo, anno II, Saluzzo 1903. N. Gabrielli, Un nuovo Pascale Oddone, in Boll. S.P.A.B.A., 1949
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100013298
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
  • ISCRIZIONI in basso - ODONVS - lettere capitali - a pennello - latino
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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