tabernacolo, opera isolata - bottega piemontese (primo quarto sec. XVIII)

tabernacolo,

Struttura architettonica a tempietto, a sezione poligonale, poggiante su un alto zoccolo che, analogamente alle pareti, è in marmo nero conm varie incastonature di pietre dure. Quattro colonne, due ai lati della portella e due ai lati della fronte, con colonna liscia in marmo rosso e capitelli corinzi dorati, reggono una trabeazione aggettante in marmo nero, profilata da cornice modinata. Su essa, frontalmente, poggia un timpano spezzato; ai lati due elementi a voluta raccordano il tamburo con la terminazione a cupola della struttura. Analogamente alla porzione centrale, anche nella parte superiore nel marmo nero sono incastonate pietre dure policrome. La portella, in argento dorato e sbalzato, è di forma rettangolare. Al centro sono incastonate due specchiature ottangolari in agata; intorno ad esse è ceselllata una ghirlanda di grappoli d'uva sulla quale poggiano quattro angeli nudi, due ai lati e due alle estremità superiore e inferiore. In alto, in corrispondenza degli angolil due teste cherubiche

  • OGGETTO tabernacolo
  • MATERIA E TECNICA AGATA
    argento/ laminazione/ sbalzo/ doratura
    marmo/ scultura
    PIETRA DURA
  • AMBITO CULTURALE Bottega Piemontese
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Si tratta di un arredo ecclesiastico di raro pregio, non tanto per i preziosi materiali impiegati, quanto per l'eccellenza del gusto con cui sono disposti, in una sinfonia cromatica, che risuona, nel contorno, con ritmo largo e grave per il predominio delle pietre dure, del marmo nero, in accordo con le cromie dell'altare; verso il centro dell'oggetto, tuttavia, il colori delle pietre dure, più numerose, ne temperano il suono severo, finché nella stupenda portella, ove l'agata è incastonata nell'argento dorato come gemma preziosa, assume altro timbro, di fresco canto festoso, che si accentua nel motivo del festone di vite con putti. La raffinatezza che impronta questo tabernacolo, in particolare la portella, non permette di riportarlo all'inizio del secolo XVII quando venne realizzato l'altare che lo ospita. Tale elemento, di carattere stilistico, è confermato da una nota di Antonio Bosio (cfr. A. Bosio, Memorie della Chiesa e dei Padri Gesuiti in Torino estratte per mio uso dai registri manoscritti già appartenenti alli stessi ed ora negli archivi di Casa Asinari di S. Marzano forse ivi portati nella soppressione dal P. Carlo Asinari di Cartosio, 1865, ms. presso la Biblioteca Civica di Torino, fol. 129) in cui, tra i paliotti e i tabernacoli delle quattro cappelle preparati ad abbellimento della chiesa a partire dalla fine del secondo decennio del XVIII secolo viene elencato anche: "Tabern. p. l'alt. di S. Paolo". Padre Monti (cfr. A. Monti, Storia della Compagnia di Gesù della Provincia Torinese, Chieri, 1917, v. IV, p. 38) considera nella chiesa dei SS. Martiri tra i bronzi, le statue, i quadri, gli altari, i loro fregi, pur di qualità così alta, arredi più preziosi proprio i tabernacoli, "quei gioielli di tabernacoli" e il giudizio ben si attaglia anche al tabernacolo dell'altare di S. Paolo. L'oggetto in esame è ricordato con parole di elogio anche in: L. Gastaldi, Memorie Storiche del Martirio e del Culto dei SS. Martiri Solutore, Avventore ed Ottavio i protettori più antichi della Città di Torino, Torino, 1880, p. 98; Brevi cenni storici sulla chiesa dei Santi Martiri in Torino, Torino, s.d. (1928), p. 48
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100007967
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'

ALTRE OPERE DELLO STESSO AMBITO CULTURALE