candelabro, coppia di Possino Vincenzo Alberto (attribuito) (primo quarto sec. XVIII)

candelabro post 1707 - ante 1707
Possino Vincenzo Alberto (attribuito)
notizie inizio sec. XVIII

Basamento a sezione triangolare in marmo verde. Piede poggiante su tre leoni rampanti che si sviluppano da foglie di acanto; essi sorreggono, sui tre lati, il monogramma di Cristo entro medaglione ovale, sormontato da volute. Fusto interrotto da due nodi: il primo, piriforme, di maggiori dimensioni persenta angioletti in volo, scolpiti a tutto tondo, che reggono tre medaglioni mistilinei entro ciascuno dei quali è rappresentato un santo martire; il secondo, di forma arrotondata è ornato da teste cherubiche alternate a cartelle con i nomi dei santi su una riga. La parte terminale del fusto, rastremata verso l'alto, è ornata da foglie di acanto. Il piattello reggi candela, di sezione circolare, poggia su elemento di raccordo costituito da girali vegetali carnose

  • OGGETTO candelabro
  • MATERIA E TECNICA bronzo/ fusione/ doratura/ cesellatura
  • ATTRIBUZIONI Possino Vincenzo Alberto (attribuito)
  • LOCALIZZAZIONE Torino (TO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Antonio Bosio fornisce notizia precisa della data di realizzazione dei due raffinatissimi candelabri, collocati ai lati opposti davanti alla balaustrata dell'altar maggiore: 1707 (cfr. A. Bosio, Memorie della Chiesa e dei Padri Gesuiti in Torino estratte per mio uso dai registri manoscritti già appartenenti alli stessi ed ora negli archivi di Casa Asinari di S. Marzano forse ivi portati nella soppressione dal P. Carlo Asinari di Cartosio, 1865, ms. presso la Biblioteca Civica di Torino, fol. 128). Antonio Pedrini, per primo, ha proposto il nome di uno scultore a cui rivendicarne la paternità: Vincenzo Alberto Possino, attivo ripetutamente per la corte sabauda (cfr. A. Pedrini, Il mobilio, gli ambienti e le decorazioni nei secoli XVII e XVIII in Piemonte, Torino, 1967, p. XIX, p. 266, fig. 483). Luciano Tamburini ne contestò l'attribuzione, obbiettando essere errata la cronologia proposta dal Pedrini (cfr. L. Tamburini, Le chiese di Torino dal rinascimento al barocco, Torino s.d. (1968), p. 54). Vittoria Moccagatta a sua volta, dimostrando come fosse una semplice svista l'apparente errore cronologico del Pedrini, ne accettò come attendibile l'attribuzione al Possino, ma non come sicura, per la difficoltà di confronto con altre opere certe dello scultore (cfr. V. Moccagatta, La chiesa dei Santi Martiri di Torino. Architettura, decorazione, arredo, in "Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, n.s., anno XXV-XXVI, 1971-1972, pp. 89-90, note 54 e 55, figg. 8, 9a, 9b). I due candelabri sono stati descritti dal Gastaldi (cfr. L. Gastaldi, Memorie Storiche del Martirio e del Culto dei SS. Martiri Solutore, Avventore ed Ottavio i protettori più antichi della Città di Torino, Torino, 1880, p. 97) e citati in Brevi cenni storici sulla chiesa dei Santi Martiri in Torino, Torino, s.d. (1928), p. 51)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0100007921
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Torino
  • ENTE SCHEDATORE Regione Piemonte
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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