Pastorizia a Tricase

XXI

"C’era… comu se chiama cquai, lampu! Uff! U Roccu Bonalana, u Faliciottu, ma poi non c’è pascolo a Tricase. Si doveva andare, per portare in giro 80 - 90 pecore mangiare ai margini della strada… perché nelle campagne non li facevano entrare, anche se loro quando tu mietevi il grano, c’è sempre qualche spiga per terra: «Eh! – diciamo il nome di mio padre – Pati Vito me faci trasìre poi te do na pezza de casu?» «Te ne pagu doi basta ca giri allu largu!» Cioè, perché? Perché la pecora dove arriva, mangia e si mangia il germoglio. Se tu me la fai entrare nella mia campagna, là fa le feci e il seme non riesce a digerirlo e l’erba cresce. Quindi non c’era pascolo a Tricase, ancora oggi non c’è pascolo. I pastori ce n’erano minimo, che io sappia, Feliciottu, Bonalana, n’otru cquai non me ricordo comu se chiamava… erano quattro o cinque insomma. Per le strade, mangiavano ai margini di strada… dove le portavano?! Paese, nelle strade di campagna, entravano nella campagna ma come i ladri, entravano a come vedevano un’ombra, via, fuori, fuscennu! Perché a Tricase abbiamo i grandi proprietari, e l’abbiamo! Però c’erano i coloni dentro, come sarebbe si guarda la terra, quello che tira fuori deve dividerlo col padrone al 50% come minimo. Allora pian piano so morti sti pastori, si sono ritirati, c’era stu Roccu Bonalana e lu Feliciottu che andavano per nominata perché erano abbastanza grandi e di fatti u Roccu Bonalana c’aveva propriu na piccola, come si dice, zona qui sotto che aveva un po’ di erba. Ma gli altri due, tre, si andava ai margini di strada e allora quel poco che c’era"… Salvatore afferma la scarsa presenza di numerosi greggi a Tricase perché mancavano proprio i terreni destinati al pascolo. I contadini che avevano i campi coltivati non volevano che entrasse il bestiame a pascolare. Si ricorda a Tricase solo quattro o cinque pastori

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