Ritualità dei #fujenti# a Sant'Anastasia: corsa ed esecuzione di un canto devozionale

XXI

I #fujenti# indossano un abito bianco, una cintura rossa, una fascia azzurra che scende dalla spalla sinistra ed è annodata sul fianco destro. Al centro della fascia è rappresentata l'immagine della Madonna dell'Arco. Camminano in silenzio, ordinatamente divisi in due file. Ognuno porta un cero, in alcuni casi inserito in un bouquet di fiori, confezionato con carta trasparente bordata di rosso o di giallo. Proseguendo il corteo sosta ai lati della strada che conduce al santuario, tenendo i ceri poggiati a terra. Gli ultimi gruppi di #fujenti# prendono posto. Si ode il suono delle trombette e due #fujenti# giungono correndo e trasportando una corona di foglie di palma con due nastri tricolori. Seguono altri due che corrono con i ceri ed un gruppo con ceri e stendardo. Un #fujente# al centro mantiene l'asta dello stendardo che rappresenta l'effige della Vergine con una corona sulla cima. Dallo stendardo pendono alcuni cordoni che sono retti da pellegrini. In coda al gruppetto prende posto il trombettiere che suona rispondendo agli squilli che si sentono in lontananza. Un #fujente# intona il canto in onore della Madonna dell'Arco, poggiando le mani sul proprio petto e toccando con le punta delle dita l'immagine sacra rappresentata al centro della fascia azzurra. Segue un applauso e lo stendardo viene posto al centro del gruppo di pellegrini. Il #fujente# ricomincia il canto guardando sempre in direzione dello stendardo e questa volta apre le mani in avanti. Un giovane al suo fianco si commuove e si abbandona ad un pianto accorato. Il canto invoca l'aiuto della Vergine, il cui amore è quello di una madre per il proprio figlio

  • OGGETTO ritualità dei #fujenti# a sant'anastasia: corsa ed esecuzione di un canto devozionale
  • CLASSIFICAZIONE festa-cerimonia, musica vocale, musica strumentale
  • LOCALIZZAZIONE Sant'anastasia (NA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'immagine votiva della Vergine con il Bambino, detta Madonna dell'Arco, risale al XIV - XV secolo. Si tratterebbe di un dipinto eseguito da un fedele ad un incrocio lungo la via sommese, un antico percorso che da Napoli conduceva a Somma Vesuviana. La via raggiungeva il villaggio Gennazzo e poi Arco, situato alle porte dell'Universitas di Santo Nastaso, oggi detta Sant'Anastasia. E' probabile che Arco non fosse un villaggio vero e proprio, ma un rudere costituito dai resti di un antico acquedotto che sormontava una stradina che portava ad alcune masserie. La devozione intorno all'immagine della Vergine è legata alla leggenda. I luoghi della Madonna dell'Arco erano in passato caratterizzati dall'amenità del paesaggio e dallo splendore della natura. Tuttavia in quei posti non mancavano episodi di violenza da parte di briganti o devastazioni del territorio dovute ai fenomeni naturali. In un periodo di tempo che può essere collocato intorno al 1450, i paesani erano soliti riunirsi in questo ambiente gradevole per sfidarsi in qualche gioco. Si racconta che un giorno un gruppo di giovani stava giocando a pallamaglio, avvalendosi di una palla di legno o pietra ed una mazza a forma di maglio. Era considerato vincitore colui che riusciva a mandare la palla più lontano, partendo da un determinato punto ed in uno spazio limitato. Un giovane che aveva perso la gara, scagliò con furia la palla di legno contro l'immagine della Madonna, il cui zigomo iniziò a sanguinare copiosamente. I presenti gridarono al miracolo e punirono il giovane impiccandolo ad un albero di tiglio. Si narra che l'albero seccò improvvisamente, colpevole di aver sorretto il cappio. L'episodio sarebbe avvenuto il primo giorno dopo la Pasqua e segna l'inizio della devozione alla Madonna dell'Arco, che si perpetua ogni anno da allora. Il fenomeno raggiunse ingenti proporzioni e dall'edificazione di una piccola cappella si passò a quella di un Santuario più grande. Il culto fu anche occasione di liti fra la Municipalità di Sant'Anastasia e la Diocesi di Nola fino al XVI secolo. Oggi i devoti si recano in pellegrinaggio organizzati in associazioni religiose o in gruppi familiari. Sono comunemente chiamati #fujenti#, per via del loro incedere di corsa nei percorsi processionali, coperti dall'abito bianco e dalla fascia azzurra. Vengono anche chiamati #vattienti#, per via dell'usanza di battere i piedi ritmicamente anche quando sostano in un punto. I devoti che fanno un voto di necessità, sono soliti percorrere lunghe distanze a piedi nudi fino a provocarne il sanguinamento. Le associazioni di fedeli sono circa 350. Ogni gruppo generalmente possiede un proprio stendardo, caratterizzato dal fondo azzurro o turchese sul verso e dall'immagine della Madonna dell'Arco, mentre sul retro vengono riportati i dati relativi al gruppo d'appartenenza, come l'anno e il luogo di fondazione. Il pellegrinaggio ha una forte connotazione scenografica. Il cammino ha inizio presso le edicole delle proprie associazioni e si procede a piedi per numerosi chilometri. Un movimento tipico dei pellegrini è dato dall'avanzare incontro alla bandiera e recedere, permettendo ad altri di effettuare lo stesso movimento, come se si stesse compiendo una danza rituale. Nella parte finale della processione i #fujenti# intraprendono una corsa e poi effettuano #a caduta#, la caduta, durante la quale si abbandonano a terra. Il corteo si caratterizza anche per la forte emotività sonora, data da pianti, urla, strepiti
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 15-ICCD_MODI_5303344524641
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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