Culto di San Venanzio: rito della pietra

XX

Un gruppo di pellegrini attraversa l'interno del santuario e si dirige verso le scale che portano alla grotta sottostante. Una donna li segue ginocchioni. Una donna con un fazzoletto bianco in testa è nel primo ambiente della grotta e, in piedi, appoggia il corpo al #sedile di Santa Rina#, un blocco di roccia liscia e tondeggiante. Gli altri pellegrini sono sulle scale in fila ed attendono. Quando la donna si sposta dal #sedile di Santa Rina#, un'altra donna, vestita di nero, si appoggia sul blocco di roccia, ponendo sul volto le mani giunte e recitando il rosario. Gli altri pellegrini aspettano il loro turno in fila sulle scale. Il primo della fila, un uomo, scende nella grotta e si dispone a sua volta sul #sedile di Santa Rina# appoggiando tutto il corpo sulla roccia; bacia la roccia e recita delle preghiere. Nel frattempo, la signora vestita di nero è scesa ai piedi del #sedile di Santa Rina# e, posta di fronte alla parete laterale di esso, passa il palmo e il dorso della mano destra su un frammento di affresco mentre con la sinistra si tocca il capo. La donna poi prosegue per un cunicolo che parte all'estremità del primo ambiente, mentre l'uomo a sua volta si pone di fronte all'affresco e lo bacia e l'altra donna con il fazzoletto in testa attende all'ingresso del cunicolo. Altre persone ripetono l'azione con le stesse modalità. In un secondo ambiente della grotta, un uomo tocca con il taglio della mano un solco a forma di croce nella roccia; altri pellegrini ripetono lo stesso gesto. Continuano a scendere i pellegrini: donne, uomini e bambini. Un uomo si siede a terra. Un ragazzo, in piedi, passa la mano su alcuni segni impressi nella roccia, seguendo con il corpo il movimento della mano. Una donna esegue lo #struscio#, toccando la parete di roccia con il dorso e la schiena. Un uomo con un bambino in grembo è steso a terra; ha gli occhi chiusi ed effettua piccoli movimenti su se stesso in modo da sfregare la schiena sul pavimento. Terminato lo #stuscio# si alza. Un'altra fedele in piedi si muove toccando con il corpo e con le mani la parete di roccia. Un pellegrino è seduto a terra e si muove in modo da mettere in contatto il bacino e parte della schiena con la roccia, che tocca anche con la mano destra, che poi passa intorno alla vita. Quando si rialza, un altro fedele si stende e inclina il corpo da un lato e dall'altro; solleva poi il busto e si mette seduto, continuando a strisciare la schiena, il capo e le braccia sulla roccia. Altri pellegrini passano davanti al simbolo della croce solcato nella roccia e passano le mani sul solco. Alcune donne hanno un rosario tra le mani, altre un fazzoletto. Una donna pone un bambino a terra steso sulla schiena e gli fa compiere piccoli movimenti in modo da fargli toccare la pietra con il corpo; poi lo solleva, e si accuccia nello stesso spazio, distendendo la schiena e il collo e toccando con le mani la roccia. Altre donne passano davanti al simbolo della croce; una di loro regge un fazzoletto, lo passa sulla croce e poi sul volto del bambino che porta in braccio. Il gruppo di fedeli sale sulla scala santa; alcune donne si fermano in alcuni punti, pregando e reggendosi alla roccia, fino a risalire nella chiesa passando per una botola

  • OGGETTO culto di san venanzio: rito della pietra
  • CLASSIFICAZIONE festa-cerimonia, comunicazione non verbale
  • LOCALIZZAZIONE Raiano (AQ)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'eremo di San Venanzio, eremita e martire, si trova nella Valle dell'Aterno, edificato su una gola nella quale scorre il fiume. Il rituale o cammino della pietra si inserisce nelle pratiche della liturgia ufficiale; i pellegrini scendono nella grotta sottostante il santuario e praticano lo strofinio, lo #struscio#, del corpo sulla parete rocciosa al fine di prevenire e curare i dolori artritici. I pellegrini si sdraiano su quella che si crede sia l’impronta del corpo lasciata da San Venanzio e pregano sul #sedile di Santa Rina#. La presenza di culti litoterapici è diffusa in tutta Italia, soprattutto nelle zone montane. In Abruzzo, a Sulmona, alle pendici del Morrone, i pellegrini si recano il 12 giugno all'eremo di Sant'Onofrio dove vi è la presenza di un culto della pietra molto simile, per gesti e simboli, a quello presente all'Eremo di San Venanzio. Ampia anche è la testimonianza di luoghi di culto ipogei, grotte dedicate a santi e spesso collegate con sorgenti o luoghi di raccolta delle acque. La litolatria infatti costituisce un sistema religioso e rituale basato sulla credenza di una prossimità tra il soprannaturale e alcuni elementi naturali, come montagne, sorgenti rocce e grotte che emanerebbero un potere taumaturgico. La pietra, elemento costantemente presente nelle credenze religiose e nelle pratiche di diverse culture, costituisce un mezzo di comunicazione con il soprannaturale, soprattutto quando vi si riconosce la presenza di segni o impronte, interpretate come tracce di esseri soprannaturali. A Raiano, il culto delle pietre è collegato alla presenza di segni operati da San Venanzio: tre edicole lungo la strada che porta al santuario, erette in corrispondenza di rocce che recherebbero l’impronta del cranio, del volto e del piede del santo; l'impronta del corpo del santo all'interno della grotta, il cosiddetto #letto di San Venanzio# su cui si stendono i pellegrini; il #sedile di Santa Rina# posto nella grotta che ha il potere di guarire dal mal di reni. Il culto della pietra, a Raiano, è inoltre collegato anche a culti e riti legati all'acqua, come l'immersione degli arti doloranti o malati nelle acque del fiume Aterno e la benedizione dei malati con l’acqua di San Venanzio, alla quale si riconoscono poteri curativi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 13-ICCD_MODI_3577874447541
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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