Maestro di Campo (Costume maschile del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina / Maestro di Campo, bene complesso/ insieme)

XX seconda metà

Il costume è composto di saione chiuso sul davanti, brache a sbuffo e berretta

  • OGGETTO costume maschile del corteo storico della repubblica fiorentina / maestro di campo costume realizzato per fini di rievocazione storica
  • CLASSIFICAZIONE ABBIGLIAMENTO E ORNAMENTI DEL CORPO/ VESTIMENTI
  • AMBITO CULTURALE Manifattura Fiorentina
  • ATTRIBUZIONI Sartoria Franco Forgione (laboratorio)
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Sartoria Franco Forgione (laboratorio)
  • LOCALIZZAZIONE Firenze (FI)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE I costumi fanno parte della collezione del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, nato in occasione della rievocazione storica del Calcio Storico Fiorentino, un gioco di palla rinascimentale, organizzata dal Comune di Firenze nella sua forma attuale nel 1930 (BIBR: NARDINI 2020, ZINANNI 2019, CARRATU’ 2018, FROST 2018, SAVELLI 2013, ARTUSI 2011, LASANSKY 2004, 1999, ARTUSI – SOTTANI 1989, GANDI 1936, LENSI 1931). La manifestazione, che vede oggi competere in un torneo a eliminazione diretta le quattro squadre rappresentanti i “quartieri storici” della città, si svolge ogni anno in giugno, con finale in occasione della festa patronale della città di Firenze. Nel contesto del torneo, il Corteo rappresenta la milizia e alcune delle istituzioni cittadine della Repubblica fiorentina (1527-1530), e ha il ruolo di introdurre le partite, con una sfilata a passo di marcia in costumi rinascimentali lungo le vie e le piazze del centro storico della città. Grazie alla sua performance rievocativa, la sfilata del Corteo fornisce al gioco la sua legittimità storica e la sua cornice rievocativa (BIBR: NARDINI 2020). Il fatto che la sfilata si svolga lungo le vie del centro storico di Firenze (e che le partite si giochino nelle sue piazze principali, e con continuità negli ultimi decenni nella piazza in cui si era svolto l’evento originario cui la rievocazione fa riferimento, la “partita dell’assedio” del 1530, Piazza Santa Croce, che reca tra l’altro testimonianze visibili dell’antico gioco rinascimentale del calcio fiorentino) non è un mero dettaglio scenografico, ma un aspetto centrale, costitutivo del valore della manifestazione, della sua rappresentatività nei confronti di una rappresentazione dell’“identità territoriale”, e del connesso legame con la storia della città, inscritta in quelle vie, in quelle piazze e in quei monumenti attraverso la logica del “patrimonio” (BIBR: NARDINI 2020). Svolgendosi nei luoghi centrali della storia e della gloria fiorentina, il Torneo del Calcio Storico sancisce insomma il legame tra attualità e storia, nonché quello tra gli aspetti “materiali” (le piazze, i palazzi, i monumenti del centro storico) e quelli “immateriali” (le “tradizioni”, i saperi, le gestualità, le reti sociali, le appartenenze…) del “patrimonio” della città. La manifestazione perderebbe la sua autenticità e i suoi legami con la storia qualora si svolgesse in altra sede – in una sede cioè priva di evidenti legami architettonici, artistici e “patrimoniali” con la storia e l’identità cittadine. Come ha rilevato Thomas Renard (BIBR: RENARD 2017, p. 118), l’architettura nelle rievocazioni storiche (il Centro Storico di Firenze in questo caso) è più di una mera “scenografia” per la messa in scena di un episodio o dell’identità locale, dal momento che essa contribuisce in maniera determinante a dare forma e significato, attraverso le logiche e i processi di “patrimonializzazione”, al sentimento di appartenenza e ai processi di definizione di quella identità. Nel tempo, il Corteo ha acquisito una relativa indipendenza da quella che rimane ancora oggi la manifestazione più importante cui prende parte, e in formazione ridotta presenzia con funzioni scenografiche e di rappresentanza a molte delle altre manifestazioni organizzate dal Comune di Firenze nel corso dell’anno. A oggi, esso sfila nella sua formazione completa solo in occasione del Torneo del Calcio Storico di San Giovanni. I costumi in dotazione al Corteo, di proprietà del Comune di Firenze, hanno un valore storico-artistico e un pregio artigianale (BIBR: ZINANNI 2019). Si tratta di beni materiali di particolare interesse etno-antropologico, per tutte le ragioni emerse dalla ricerca etnografica volta alla documentazione degli aspetti di interesse etnoantropologico del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico (BIBR: NARDINI 2020, pp. 136-sgg.). In particolare, sembra qui utile evidenziare come i costumi, confezionati fino agli anni più recenti da laboratori sartoriali fiorentini, rappresentino beni che connettono, sia da un punto di vista materiale (economico, produttivo, artigianale, lavorativo eccetera) che simbolico (“immateriale”) la realtà del Corteo della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico con il tessuto sociale della città, o se non altro con una idealizzazione nostalgica del tessuto sociale della città, fatto di conoscenze e di saperi artigianali di cui si lamenta adesso la perdita a favore della colonizzazione del mercato da parte della grande distribuzione (BIBR: NARDINI 2020, pp. 142-143). Gran parte della terminologia e delle fogge attuali relative ai costumi del Corteo viene coniata dai promotori della reintroduzione del calcio in epoca fascista, un processo che viene documentato nel testo di Alfredo Lensi (BIBR: LENSI 1931), il quale servirà da riferimento per la definizione di nomi e ruoli delle figure del Corteo, anche quando queste vengono introdotte nella sfilata in tempi più recenti (come per esempio i gruppi degli Archibusieri o dei Bandierai degli Uffizi: BIBR: NARDINI 2020). È il testo di Lensi che definisce una volta per tutte le fonti centrali nella ricostruzione del gioco, ed è questo testo (e le fonti di riferimento) che verranno usati per tutto il periodo successivo per eventuali modifiche nell’organizzazione del Corteo, e per le pubblicazioni che lo riguardano. Nel primo Regolamento della manifestazione, Lensi (BIBR: LENSI 1931, p. 139) divide le Milizie del Corteo in gruppi, in ordine gerarchico: al vertice sta la categoria dei Nobili, tra i quali include “l’Araldo della Signoria, i Commissari di Quartiere, il Generale e maggior sergente delle milizie, i Cavalieri”. Alla “Categoria degli Ufficiali” “sono ascritti gli ufficiali dei vari corpi della Milizia e delle Bande, che vengono scelti nelle classi più elevate della cittadinanza. Il Maestro di campo, i Capitani delle due squadre dei giocatori, i Giudici, il Maestro dei Musici, i Consoli e i Cancellieri delle Arti.” Nel tempo, questa gerarchia interna delle figure del Corteo si modifica, ma le figure dell’Araldo, dei Commissari, del Generale e Maggior Sergente delle Milizie e dei Colonnelli e Capitani rimangono riservati alle famiglie nobiliari della città, facenti oggi riferimento al gruppo dei Nobili. Non fa parte di questo gruppo il ruolo di Maestro di Campo, che non viene necessariamente assegnato a esponenti delle casate nobiliari fiorentine. Come emerso dalla documentazione fotografica della Collezione Mariani Manes e dagli archivi del Corteo della Repubblica Fiorentina, il ruolo di Maestro di Campo è stato affidato ad Aldighiero Batini dalla fine degli anni 1940 fino al 1969, e successivamente ad Aleandro Cosi, che lo ha coperto dal 1971 al 1992 (la norma che riguarda la rotazione delle figure di Maestro di Campo, interpretate da attori diversi estratti a sorte tra i quattro giudici arbitri nominati dal Presidente, di cui si è parlato nella sezione precedente, è stata dunque introdotta in un momento successivo – e, dalle testimonianze orali, raramente applicata). Il costume è del tutto simile a quello che nei bozzetti originali di Alfredo Lensi, prodotti nella fase di documentazione e preparazione alla manifestazione del 1930, viene attribuito a uno degli “Ufficiali delle Fanterie” (FTAN: DGT000066). La figura del Maestro di Campo compare già nell’ordinamento del Corteo e del Calcio Storico del 1930 (LENSI 1931), e nell’organico del Corteo ricopre effettivamente un ruolo da ufficiale comandante. Tuttavia, nel 1930 il costume del Maestro di Campo è del tutto diverso da quello qui presentato: ne riporta una fotografia Alfredo Lensi nel suo testo di riferimento (BIBR: LENSI 1931, p. XIX). Dopo la Seconda guerra mondiale (almeno fino agli anni 1960, dalla documentazione fotografica dell’archivio del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e da quella della Collezione Mariani Manes) il modello del costume utilizzato per il Maestro di Campo è quello che oggi viene attribuito al Giudice Commissario. Il costume qui catalogato compare nella documentazione fotografica solo nel momento in cui Aldighiero Batini, che ha interpretato con costanza il ruolo di Maestro di Campo fino al 1969, lascia attorno al 1960 quello che indossava precedentemente a Giacinto Zoli, che nel Corteo interpreta invece il Giudice Commissario (BDM NCTN: 01390589). Così, quello che era il costume da Maestro di Campo diventa il costume da Giudice Commissario (lo si può vedere anche in BIBR: ARTUSI - SEMPLICI 2011, p. 43). Difficile stabilirlo con assoluta certezza, ma dal momento che il costume qui catalogato non compare nella documentazione fotografica precedente, è possibile che sia stato confezionato per la prima volta proprio in quel momento, usando come riferimento il bozzetto di Lensi del 1930 (FTAN: DGT000066), che rappresentava un modello che negli anni 1930 era invece attribuito a un “Ufficiale delle Fanterie”. Si tratta dunque di una di quelle modifiche e integrazioni fatte alla formazione del Corteo in un momento postumo rispetto alla sua nascita, ma sempre nel rispetto dell’“originale” (l’acquerello autografo di Lensi, in questo caso: FTAN: DGT000066). Aldighiero Batini, che indossa questo costume in tutta l’ultima parte della sua partecipazione al Corteo, è stato figura centrale nella storia del Calcio Storico e del Corteo: allora comandante dei Vigili Urbani, insieme ad Alfredo Lensi e collaboratori, è stato uno dei protagonisti della reintroduzione della rievocazione nel 1947. Dopo la guerra, era stato epurato nella fase della riorganizzazione politica della città dal corpo dei Vigili, ma presto riassunto dal Comune in altro ufficio, e soprattutto reincaricato di una parte importante della gestione del Calcio Storico e del Corteo dopo la reintroduzione nel 1947. Riferimenti alla figura del Maestro di Campo compaiono nella documentazione storica cui si rifanno Alfredo Lensi e i suoi collaboratori per ricostruire la rievocazione del 1930 con quanta più fedeltà filologica possibile (BIBR: LENSI 1931), e in particolare nei “Capitoli del Calcio Fiorentino” contenuti nella prima raccolta di “Memorie del Calcio Fiorentino Tratte da diverse Scritture” di Pietro Bini (BIBR: BINI 1688, p. 18). Nel regolamento del 1930 (BIBR: LENSI 1931), il Maestro di Campo è la figura a cui l’Araldo della Signoria, nell’“ordine de’ Signori” letto prima dell’inizio di ogni scontro, affida la gestione della partita (BIBR: LENSI 1931, p. 132). Oggi, l’“ordine de’ Signori” ha il nome di “Grida”, e costituisce una dedica che il personaggio che interpreta l’Araldo della Signoria (BDM NCTN: 01390606) recita per il “Magnifico Messere” o la “Leggiadra Madonna”, ovvero la personalità designata dal Sindaco di Firenze in accordo con l’Assessore alle Tradizioni Popolari e al Presidente del Comitato del Calcio Storico Fiorentino cui viene dedicata ogni partita del Torneo di San Giovanni. La grida costituisce un momento simbolico importante nell’economia della manifestazione, poiché con la formula finale, “Maestro di Campo, a te il comando” (formula che negli anni 1930 non compariva: BIBR: ARTUSI - SEMPLICI 2011, p. 33), l’Araldo sancisce la fine del cerimoniale che precede la partita e segna l’inizio del momento atletico-performativo del gioco del calcio fiorentino, la cui direzione è affidata appunto al Maestro di Campo. Il modello del costume qui catalogato sarà associato in maniera definitiva alla figura del Maestro di Campo nel 2011 da Luciano Artusi (direttore storico del Corteo) e Riccardo Semplici, in quello che diventerà un riferimento centrale per il confezionamento o la riparazione dei costumi del Corteo da parte delle sartorie appaltate dal Comune, che si riferiranno per l’assemblaggio ai disegni ritratti a mano da Angelica Cortini su quel volume (BIBR: ARTUSI – SEMPLICI 2011, p. 31). Sin dalla fondazione del Calcio Storico Fiorentino come rievocazione, dunque, il Maestro di Campo costituisce quella figura di connessione tra l’aspetto più propriamente rievocativo della manifestazione (quello interpretato dai membri del Corteo), e quello atletico-competitivo del calcio giocato, di cui abbiamo parlato nella sezione NRL Notizie raccolte sul luogo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO Travestimento per rievocazione storica
    Costume indossato in occasione della sfilata del Corteo della Repubblica Fiorentina lungo il percorso prestabilito nelle vie del centro storico di Firenze, in occasione delle partite annuali del Torneo del Calcio Storico Fiorentino, e della altre manifestazioni delle "Tradizioni fiorentine" organizzate dal Comune di Firenze
  • LUOGO DI REALIZZAZIONE Firenze (FI) - Toscana , ITALIA
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Nardini, Dario
    Lensi Orlandi Cardini, Susanna
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0901390592
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato
  • DATA DI COMPILAZIONE 2021
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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