Concerto di campane (Concerto di campane #a tastiera# Mele 1999, bene complesso)

I campanari Marco Garbarino, Virgilio Capurro e Gianni Parodi suonano le campane della chiesa di Sant'Antonio Abate nel comune di Mele in provincia di Genova. Il concerto è composto da otto campane delle quali cinque maggiori a #battaglio cadente# e tre minori #fisse# e sono intonate nella scala di re maggiore. Nello specifico le campane sono intonate in “re3”, “mi3”, “fa#3”, “sol3”, “la3”, “si3”, “do#4” e “re4”. I campanari utilizzano la tecnica #a tastiera# con i #pestelli#. I campanari eseguono dieci brani. Il concerto inizia con l’esecuzione di una suonata con #campana a concerto#. Nelle suonate con #campana a concerto# viene messa in movimento la campana grossa mentre le altre campane vengono suonate da ferme. Le suonate con #campana a concerto#, in dialetto #a dúggiu# dette anche #a bicchiere# (in questo caso si indica la messa in movimento non necessariamente della campana più grossa), #in piedi# o #ducale# (termine introdotto con l’elettrificazione), sono usate principalmente nelle occasioni solenni e sono un esempio di tecnica esecutiva mista (BIBR: BRIGNOLE & MARINELLI, n.d.). In questa specifica esecuzione di suonata con #campana a concerto#, i campanari Marco Garbarino e successivamente Virgilio Capurro eseguono, tra un rintocco e l’altro della campana grossa manovrata da Gianni Parodi, motivi melodici caratterizzati da ritmi vari. Il brano successivo (00:05:25), senza indicazione di titolo, viene eseguito da Marco Garbarino; dal carattere di un valzer, il brano propone due temi principali ed è organizzato come da schema: A x2 - B x2 - A - B. Suona poi un secondo brano (00:09:13), anch’esso in tempo ternario e dal carattere di un valzer, che segue il presente schema: A x2 - variazione su A x2 - A x2. L’ultimo brano eseguito da Marco Garbarino (00:11:03) è in tempo ternario ed è composto da un solo tema che viene ripetuto per tre volte; chiude il brano una coda finale. Il quinto e il sesto brano, anche loro senza indicazione di titolo, vengono eseguiti da Virgilio Capurro. Capurro esegue prima un brano in tempo ternario dal carattere vivace (00:13:24) con la seguente struttura: intro - A - B - A - B - coda. Successivamente esegue un brano in tempo binario con ritmi puntati (00:15:20) e la seguente struttura: intro - A - B - A - B - coda. Torna a suonare le campane Marco Garbarino che esegue un brano senza indicazione di titolo (00:17:27) in tempo binario e dal carattere allegro con la seguente struttura: A x2 - B - C - A x2 - B - C. Si esibisce, poi, Gianni Parodi eseguendo due suonate senza indicazione di titolo: la prima (00:20:17) è in tempo ternario, dal carattere vivace ed è strutturata intorno ad un unico tema con variazioni e progressioni intorno al motivo melodico che lo caratterizza: A con variazione - A con progressione - A con variazione. Il brano successivo (00:22:20) è anch’esso in tempo ternario e presenta la seguente struttura: A x2 - B x2 - C x2 - D - A. Conclude il concerto Marco Garbarino eseguendo un’ultima suonata (00:25:12) alla quale Mauro Balma nei suoi appunti non associa un titolo ma che è riconoscibile come una riduzione per campane della canzone “Fin che la barca va (il grillo e la formica)”. Si tratta di un brano inciso e interpretato da Orietta Berti nel 1970 su testo di Flavia Arrigoni e Lorenzo Pilat e musica di Mario Panzeri. Il campanaro esegue per due volte il tema delle strofe seguito dal tema del ritornello ripetuto per due volte; conclude ripetendo nuovamente il tema delle strofe e poi il tema del ritornello. La registrazione del concerto è stata realizzata da Mauro Balma il 09 ottobre del 1999

  • OGGETTO Concerto di campane #a tastiera# Mele 1999
  • CLASSIFICAZIONE MUSICA STRUMENTALE
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i sistemi di suono delle campane in Italia si trova il #sistema ligure#. Fino alla fine del XVIII sec. i complessi campanari liguri erano costituiti da 3 campane ma nelle città, nelle chiese più grandi e nelle Cattedrali si potevano contare fino a 5-7 campane. La tendenza generalizzata nel tempo è stata quella di aumentare il numero di campane, non solo nelle Cattedrali ma anche nelle Chiese di più piccole dimensioni. La tradizione campanaria ligure privilegia l’esecuzione di melodie a campane ferme, o #a carillon# (termine quest’ultimo utilizzato però impropriamente poiché in genere indica le batterie di decine di campane semitonate diffuse principalmente in Paesi Bassi, Stati Uniti, Belgio, Francia e Germania). Altro spazio importante è riservato alle cosiddette #tecniche miste#, ossia quelle che prevedono l’uso di una o due campane in movimento contemporaneamente al suono delle altre ferme. L’uso delle sole campane a distesa o a bicchiere senza accompagnamento musicale delle altre suonate da ferme è da associarsi, prevalentemente, per richiami e funzioni funebri, pur con alcune eccezioni. Ancora fino agli anni ’50 del Novecento si suonava principalmente con il metodo # a corde altrimenti detto #a cordette# (in uso ancora oggi), dato che il numero dei bronzi si fermava in media a 5. L’aumento del numero delle campane portò all’introduzione anche della tastiera e poi, a partire dagli anni ’70, dell’elettrificazione. In generale le campane ferme vengono azionate principalmente in tre modi: #a cordette#, #a tastiera# (con i pestelli) o agendo manualmente sui battagli. I Concerti a 5 campane rappresentavano buona parte dei concerti liguri fino agli anni ’50-’60, soprattutto nei piccoli paesi. Sono tutt'oggi molto diffusi e si suonano ancora #a cordette# concerti fino a 6 campane. La maggior parte è intonata in scala maggiore, alcuni in scala minore. Il repertorio campanario ligure è costituito principalmente da: segnali, suonate #alla romana#, #baudette# e simili, suonate antiche, suonate recenti, lodi religiose e simili, canzoni e canti profani, brani patriottici, ballabili, brani tratti dal repertorio colto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Mele (GE) - Liguria , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE si
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377922
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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