Concerto di campane (Concerto di campane #a cordette# Genova Sant'Antonino 1990, bene complesso)

Andrea Ricci conosciuto come “Drïa o campanâ”, noto campanaro attivo nella val Bisagno, e Giuseppe Narizzano, campanaro membro della confraternita locale, suonano il concerto di campane della chiesa di Sant’Antonino a Genova nel quartiere di Staglieno, in salita Sant'Antonino. Il concerto è composto da sei campane intonate in scala di mi maggiore; nello specifico le campane sono intonate in “mi”, “fa#”, “sol#”, “la”, “si”, “do#”. I campanari utilizzano la tecnica #a cordette#: Andrea Ricci esegue nove brani mentre l’ultimo brano viene eseguito da Giuseppe Narizzano. Il concerto inizia con l’esecuzione da parte di Andrea Ricci di un brano da lui composto e introdotto da una sequenza di bicordi. In tempo binario e caratterizzato da un ritmo puntato, il brano si articola intorno a due temi: all’esposizione del primo tema segue la proposta del secondo tema e il tutto viene ripetuto per una seconda volta. Anche il secondo brano (00:01:44) è una composizione del campanaro e si tratta di un valzer organizzato in due sezioni: la prima sezione espone il tema principale mentre la seconda presenta due temi derivanti dal primo tema; anche in questo caso il tutto viene ripetuto per una seconda volta. Dopo una breve introduzione composta da una sequenza di bicordi, il campanaro esegue un terzo brano (00:03:53) con il tema principale in tempo ternario e organizzato nella seguente struttura: A x2 - B - A x2 - B; il brano si conclude con una coda improvvisata sui temi già ascoltati nel corso del brano. Il campanaro esegue, poi, tre marcette tradizionali del quartiere di Marassi a Genova (00:06:09; 00:08:45; 00:11:36). La prima marcetta (00:06:09) presenta la seguente struttura: intro - A x2 - B - A - B - A - B. La seconda marcetta (00:08:45), dall’andamento moderato, è organizzata nel seguente modo: A x2 - B - A - B. La terza marcetta (00:11:38) presenta la seguente struttura A x2 - B - A x2 - B. Il brano successivo è un valzer composto dal campanaro (00:14:13) in tempo binario e caratterizzato da una struttura organizzata nel seguente modo: A x2 - B - A x2 - B. Subito dopo (00:16:42) il campanaro, probabilmente su richiesta del ricercatore, suona separatamente le sei campane dalla più grave alla più acuta. Ricci esegue due ultimi brani: una marcetta dal carattere vivace da lui composta e un brano tradizionale senza indicazione di titolo. La marcetta (00:18:11) è organizzata nella seguente struttura: dopo una breve introduzione musicale viene eseguito il primo tema. Segue poi una seconda sezione in cui vengono presentati dei temi derivanti da elaborazioni del tema principale; questa sezione costituisce un ponte per ritornare al primo tema al quale segue la ripetizione della seconda parte del brano. L’ultimo brano eseguito dal campanaro (00:21:00) presenta un ritmo terzinato, viene introdotto da una breve presentazione musicale ed è organizzato anch’esso in due sezioni: una prima sezione che ritorna a metà del brano nella quale viene esposto il tema principale e una seconda sezione che presenta temi derivanti dal tema principale e che funziona piuttosto da raccordo fra le due sezioni. Dopo la seconda ripetizione della seconda sezione il brano viene completato da una coda. Nell’ultimo brano (00:24:38) suona Giuseppe Narizzano che esegue un brano tradizionale senza indicazione di titolo. Il brano viene introdotto da una breve sequenza musicale e si apre con l’esposizione del primo tema in tempo binario e dal carattere allegro. Il primo tema viene ripetuto per tre volte. L’esecuzione si interrompe al minuto 00:25:50 ma il campanaro prosegue, pochi secondi dopo, proponendo un nuovo tema che ricorda il tema proposto all'inizio del brano (potrebbe essere inteso anche come l’inizio di un altro brano): questo tema viene ripetuto per tre volte. Segue poi una sezione improvvisata che conduce a una seconda breve cesura al minuto 00:27:21 risolta dalla riproposta del tema presentato all’inizio del brano e che viene ripetuto per tre volte. La suonata si conclude con i dieci rintocchi sulla quinta campana (“si”). La registrazione del concerto, realizzata da Mauro Balma il 15 febbraio del 1992, rappresenta una testimonianza significativa delle eccezionali capacità esecutive e interpretative di Antonio Ricci. Il campanaro dimostra una buona padronanza della tecnica e si distingue per l'esecuzione di numerosi brani originali, dimostrando anche una dote compositiva nella creazione di composizioni dalla struttura articolata ma equilibrata

  • OGGETTO Concerto di campane #a cordette# Genova Sant'Antonino 1990
  • CLASSIFICAZIONE MUSICA STRUMENTALE
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i sistemi di suono delle campane in Italia si trova il #sistema ligure#. Fino alla fine del XVIII sec. i complessi campanari liguri erano costituiti da 3 campane ma nelle città, nelle chiese più grandi e nelle Cattedrali si potevano contare fino a 5-7 campane. La tendenza generalizzata nel tempo è stata quella di aumentare il numero di campane, non solo nelle Cattedrali ma anche nelle Chiese di più piccole dimensioni. La tradizione campanaria ligure privilegia l’esecuzione di melodie a campane ferme, o #a carillon# (termine quest’ultimo utilizzato però impropriamente poiché in genere indica le batterie di decine di campane semitonate diffuse principalmente in Paesi Bassi, Stati Uniti, Belgio, Francia e Germania). Altro spazio importante è riservato alle cosiddette #tecniche miste#, ossia quelle che prevedono l’uso di una o due campane in movimento contemporaneamente al suono delle altre ferme. L’uso delle sole campane a distesa o a bicchiere senza accompagnamento musicale delle altre suonate da ferme è da associarsi, prevalentemente, per richiami e funzioni funebri, pur con alcune eccezioni. Ancora fino agli anni ’50 del Novecento si suonava principalmente con il metodo # a corde altrimenti detto #a cordette# (in uso ancora oggi), dato che il numero dei bronzi si fermava in media a 5. L’aumento del numero delle campane portò all’introduzione anche della tastiera e poi, a partire dagli anni ’70, dell’elettrificazione. In generale le campane ferme vengono azionate principalmente in tre modi: #a cordette#, #a tastiera# (con i pestelli) o agendo manualmente sui battagli. I Concerti a 5 campane rappresentavano buona parte dei concerti liguri fino agli anni ’50-’60, soprattutto nei piccoli paesi. Sono tutt'oggi molto diffusi e si suonano ancora #a cordette# concerti fino a 6 campane. La maggior parte è intonata in scala maggiore, alcuni in scala minore. Il repertorio campanario ligure è costituito principalmente da: segnali, suonate #alla romana#, #baudette# e simili, suonate antiche, suonate recenti, lodi religiose e simili, canzoni e canti profani, brani patriottici, ballabili, brani tratti dal repertorio colto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Genova (GE) - Liguria , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE Festa di San Giovanni Battista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377916
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA appunti di ricerca (1)
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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