Concerto di campane (Concerto di campane #a tastiera# Canevale 1995, bene semplice)

Angelo Queirolo, residente a Coreglia Ligure e di professione contadino ma appassionato musicista, suona le campane della chiesa di San Giacomo Apostolo nella frazione di Canevale nel comune di Coreglia Ligure, in provincia di Genova. Il concerto è composto da sei campane intonate nella scala di fa maggiore, di cui le quattro maggiori a #battaglio cadente# e le due minori #fisse#. Le campane sono intonate rispettivamente in “fa3”, “sol3”, “la3”, “sib3”, “do4” e “re4”. Il concerto viene suonato con la tecnica #a tastiera# con i #pestelli#. Il campanaro esegue otto brani. Il primo brano, senza indicazione di titolo, si apre con una breve sequenza melodica introduttiva. In tempo ternario e dall’andamento moderato, la sua struttura è organizzata intorno alla ripetizione di due temi come da schema: A x2 - B x2 - A x2 - B x2 - A x2. Il secondo brano senza indicazione di titolo (00:02:34) è anch’esso in tempo ternario ed è organizzato intorno alla ripetizione di due temi come da schema: A x2 - B x2 - A - B x2 - A. Il terzo brano (00:04:39) ha le stesse caratteristiche dei precedenti, ha un andamento di valzer ed è strutturato intorno alla ripetizione di due temi principali: A x2 - B x2 - A x2. Il quarto brano (00:07:09) ha il carattere di una tarantella e presenta la seguente struttura: A x2 - B - A - C - A. Il quinto brano (00:09:06), in tempo binario, è strutturato nel seguente modo: A x2 - variazione su A x2 - A - variazione su A x2. Il sesto brano (00:11:33), dal tempo binario e l’andamento vivace, ha una struttura che ruota intorno alla ripetizione di due temi: A x2 - B x2 - A - B x2 - A. Il settimo brano è il canto religioso “Ave Maria di Lourdes” (00:13:33); il canto, nella tradizione cattolica, è uno dei più famosi e dei più eseguiti ed è stato composto da Jean Gaignet, un prete cattolico della Vandea, in occasione di un suo pellegrinaggio a Lourdes nel 1873. Il campanaro suona la melodia della canzone per intero per due volte, segue poi una sezione virtuosistica estranea al brano originale. Per una seconda volta torna la melodia del brano a cui segue la sezione virtuosistica proposta in precedenza. L’ultimo brano è “La leggenda del Piave” (00:15:37; nota anche come “La canzone del Piave” o “Il Piave mormorò”), una delle canzoni patriottiche italiane più celebri. Composta nel giugno 1918 da Ermete Alessandro Mario (pseudonimo di Ermete Giovanni Gaeta) narra, come è noto, dei fatti della battaglia del solstizio che fu combattuta nel giugno 1918 tra l'Imperiale e Regio esercito austro-ungarico e il Regio Esercito italiano. La canzone venne provvisoriamente adottata come inno nazionale dopo l’8 settembre 1943 in sostituzione della “Marcia reale”. Il campanaro ne propone una versione ridotta per concerto di campane nella quale viene eseguita tutta la melodia del brano per tre volte; conclude con una coda finale. La registrazione del concerto è stata realizzata da Mauro Balma il 28 maggio del 1995

  • OGGETTO Concerto di campane #a tastiera# Canevale 1995
  • CLASSIFICAZIONE MUSICA STRUMENTALE
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i sistemi di suono delle campane in Italia si trova il #sistema ligure#. Fino alla fine del XVIII sec. i complessi campanari liguri erano costituiti da 3 campane ma nelle città, nelle chiese più grandi e nelle Cattedrali si potevano contare fino a 5-7 campane. La tendenza generalizzata nel tempo è stata quella di aumentare il numero di campane, non solo nelle Cattedrali ma anche nelle Chiese di più piccole dimensioni. La tradizione campanaria ligure privilegia l’esecuzione di melodie a campane ferme, o #a carillon# (termine quest’ultimo utilizzato però impropriamente poiché in genere indica le batterie di decine di campane semitonate diffuse principalmente in Paesi Bassi, Stati Uniti, Belgio, Francia e Germania). Altro spazio importante è riservato alle cosiddette #tecniche miste#, ossia quelle che prevedono l’uso di una o due campane in movimento contemporaneamente al suono delle altre ferme. L’uso delle sole campane a distesa o a bicchiere senza accompagnamento musicale delle altre suonate da ferme è da associarsi, prevalentemente, per richiami e funzioni funebri, pur con alcune eccezioni. Ancora fino agli anni ’50 del Novecento si suonava principalmente con il metodo # a corde altrimenti detto #a cordette# (in uso ancora oggi), dato che il numero dei bronzi si fermava in media a 5. L’aumento del numero delle campane portò all’introduzione anche della tastiera e poi, a partire dagli anni ’70, dell’elettrificazione. In generale le campane ferme vengono azionate principalmente in tre modi: #a cordette#, #a tastiera# (con i pestelli) o agendo manualmente sui battagli. I Concerti a 5 campane rappresentavano buona parte dei concerti liguri fino agli anni ’50-’60, soprattutto nei piccoli paesi. Sono tutt'oggi molto diffusi e si suonano ancora #a cordette# concerti fino a 6 campane. La maggior parte è intonata in scala maggiore, alcuni in scala minore. Il repertorio campanario ligure è costituito principalmente da: segnali, suonate #alla romana#, #baudette# e simili, suonate antiche, suonate recenti, lodi religiose e simili, canzoni e canti profani, brani patriottici, ballabili, brani tratti dal repertorio colto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Coreglia Ligure (GE) - Liguria , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE si
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377887
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA appunti di ricerca (1)
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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