Concerto di campane (Concerto di campane #a cordette# San Martino di Struppa 1991, bene complesso)

Luca Dellacasa, all’epoca delle registrazioni ventenne e studente di organo e clavicembalo in conservatorio, suona il concerto di campane della chiesa di San Martino di Struppa, nel quartiere di Struppa a Genova. Il concerto è composto da sei campane intonate in scala di mi maggiore e nello specifico le campane sono disposte secondo il seguente ordine: mi, fa#, sol#, la, si, do#. Il campanaro utilizza la tecnica #a cordette# ed esegue dodici brani: due riduzioni di canti di chiesa “Noi vogliam Dio” e “T’adoriam ostia divina”, la riduzione per campane del brano “Marina”, musiche per la danza ovvero una #lambada# e due #perigordino#, un brano composto da un campanaro di due generazioni precedenti ovvero la suonata di Pedrìn, una suonata con #campana a concerto#, due brani senza indicazione di titolo e un brano dal titolo “A te mia cara Narcisa” di cui è sconosciuta l’origine. Il campanaro inizia con una breve sequenza musicale e alcuni suoni isolati per prepararsi a suonare. Il primo brano che esegue è una suonata con #campana a concerto# (00:00:40) con l’aiuto di Pierangelo Baghino: al movimento della campana più grossa, manovrata da Baghino, il campanaro accompagna due tipologie di sequenza melodica, una in tempo binario nella quale alterna gruppi di quattro o due note e l’altra sempre in tempo binario caratterizzata da un ritmo composto da note puntate; ad indicare che la suonata sta per concludersi è la presenza dei rintocchi della campana grossa che vengono suonati in maniera più ravvicinata. Le suonate con #campana a concerto# sono un esempio di tecnica esecutiva mista; difatti, la campana grossa viene messa in movimento mentre le altre campane vengono suonate da ferme. Le suonate con #campana a concerto#, in dialetto #a dúggiu# dette anche #a bicchiere# (in questo caso si indica la messa in movimento non necessariamente della campana più grossa), #in piedi# o #ducale# (termine introdotto con l’elettrificazione), sono usate principalmente nelle occasioni solenni (BIBR: BRIGNOLE & MARINELLI, n.d.). Il secondo brano eseguito dal campanaro è l’inno cattolico di tradizione popolare “Noi vogliam Dio” (00:06:00) composto dal parroco di Sorigny François-Xavier Moreau in occasione di un suo pellegrinaggio nel 1882 da Turenna a Lourdes. Il campanaro ne esegue una riduzione per campane del tutto aderente all’originale dato che mantiene la struttura A - A - B - C - C che ripete per due volte; al minuto 00:07:53 è presente una piccola interruzione dell’esecuzione probabilmente dovuta a problemi tecnici nell’uso delle #cordette#. Il brano si apre con una breve frase introduttiva e la stessa viene ripetuta a conclusione del brano e in apertura del brano successivo. La #lambada# eseguita da Dellacasa (00:08:30) è, con molta probabilità, un tentativo di riduzione per campane della danza di sala ballata nelle balere e molto in voga negli anni Ottanta del Novecento. Presenta un solo tema ripetuto più volte con piccole varianti o variazioni. Il quarto brano, senza indicazione di titolo, (00:10:33) è composto da un tema in tempo binario e dal ritmo puntato che il campanaro ripete variato una seconda volta. Il quinto brano suonato è un #perigordino# o, in dialetto ligure, #perigurdín# anche #peligurdín#. Si tratta di una danza corale francese originaria della regione del Périgord e risalente al XVIII sec.; viene ballata a coppia su una musica dal ritmo di 3/4, 3/8 o 6/8. Inserita anche da Giuseppe Verdi alla fine del I atto di “Rigoletto”, ebbe un momento di grande diffusione nell’Ottocento e, nella regione delle Quattro Province, è ancora conservata come repertorio musicale. Il #perigordino# ballato, al contrario, sembrerebbe essere uscito dall’uso negli anni intorno alla Seconda guerra mondiale. Dellacasa esegue due versioni di #perigordino# una al minuto 00:12:13 la seconda al minuto 00:15:02. Il #perigordino# al minuto 00:12:13 con ritmo ternario presenta un solo tema che ripete per quattro volte; conclude l’esecuzione del brano con una coda finale caratterizzata da un ritmo puntato. Il brano al minuto 00:15:02 è l’esecuzione del #perigordino# nella versione di #do Lalli# o meglio come lo suonava il nonno Lazzaro Dellacasa, campanaro a San Cosimo di Struppa fino al 1985. Il brano in ritmo terzinato o ternario è caratterizzato da due temi e la struttura A - B - B viene ripetuta per due volte. Tra l’esecuzione dei due #perigordino#, il campanaro suona una versione ridotta per campana della canzone “Marina”. “Marina” è un brano del 1959 composto e cantato da Rocco Granata che ebbe un grande successo non solo in Italia ma anche all’estero. Aperto da una breve introduzione musicale (00:13:35), l'arrangiamento per concerto di campane eseguito da Dellacasa non rispecchia la struttura originale della canzone; inizia proponendo, infatti, prima il tema del ritornello e poi il tema delle strofe. Il campanaro ripete per due volte questa struttura e conclude il brano con una breve coda improvvisata. Gli ultimi minuti della registrazione contengono altri quattro brani: l’ottavo brano suonato da Dellacasa è una suonata composta da #do Pedrìn#. Pedrìn era il soprannome del campanaro titolare di San Cosimo di Struppa negli anni precedenti il 1948 del quale Dellacasa è riuscito a recuperare questa suonata ma nella versione arrangiata da #o Dario#, soprannome di Dario Costigliolo campanaro titolare di San Martino di Struppa. La suonata (00:17:10) si apre, come è solito fare Dellacasa, con una breve frase introduttiva e presenta un unico tema, caratterizzato da un tempo binario e un ritmo puntato, che viene ripetuto per due volte; nella seconda ripetizione il campanaro inserisce delle piccole variazioni per abbellire la melodia. Il nono brano suonato dal campanaro è la riduzione per campane del canto di chiesa “T’adoriam ostia divina” (00:18:58). “T’adoriam ostia divina” è un brano composto nel 1913 dal presbitero, scrittore e poeta maltese Carmelo Psaila, noto ai maltesi con il nome di Dun Karm Psaila. Dopo una breve introduzione il campanaro presenta il tema principale e lo ripete una seconda volta con alcune variazioni. Segue un brano senza indicazione di titolo che, piuttosto che un brano a parte, è una prosecuzione o una seconda esecuzione di “T’adoriam ostia divina” con l’inserimento di elementi improvvisati e variazioni sul tema principale. Viene presentato il tema A variato, segue il tema B che, data la sua brevità, funge piuttosto da passaggio di raccordo per tornare al tema A variato e a cui segue il ritorno del tema B; il brano si conclude con una coda finale. L’ultimo brano eseguito dal campanaro è un brano dal titolo “A te mia cara Narcisa” (come riportato negli appunti di Mauro Balma ma del quale non è stato possibile ricostruire l’origine). Il brano (00:21:33) in tempo binario è strutturato nel seguente modo: una breve introduzione apre al tema A ripetuto per due volte; viene presentato il tema B poi nuovamente il tema A con alcune piccole varianti e il tutto viene concluso da un coda finale. Il concerto, registrato da Mauro Balma il 17 novembre 1991, presenta una vasta gamma di esempi delle tipiche esecuzioni campanarie del Levante ligure. Questa registrazione fa parte di un insieme di sedici registrazioni curate dal ricercatore, che documentano l'attività campanaria di Luca Dellacasa

  • OGGETTO Concerto di campane #a cordette# San Martino di Struppa 1991
  • CLASSIFICAZIONE MUSICA STRUMENTALE
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra i sistemi di suono delle campane in Italia si trova il #sistema ligure#. Fino alla fine del XVIII sec. i complessi campanari liguri erano costituiti da 3 campane ma nelle città, nelle chiese più grandi e nelle Cattedrali si potevano contare fino a 5-7 campane. La tendenza generalizzata nel tempo è stata quella di aumentare il numero di campane, non solo nelle Cattedrali ma anche nelle Chiese di più piccole dimensioni. La tradizione campanaria ligure privilegia l’esecuzione di melodie a campane ferme, o #a carillon# (termine quest’ultimo utilizzato però impropriamente poiché in genere indica le batterie di decine di campane semitonate diffuse principalmente in Paesi Bassi, Stati Uniti, Belgio, Francia e Germania). Altro spazio importante è riservato alle cosiddette #tecniche miste#, ossia quelle che prevedono l’uso di una o due campane in movimento contemporaneamente al suono delle altre ferme. L’uso delle sole campane a distesa o a bicchiere senza accompagnamento musicale delle altre suonate da ferme è da associarsi, prevalentemente, per richiami e funzioni funebri, pur con alcune eccezioni. Ancora fino agli anni ’50 del Novecento si suonava principalmente con il metodo # a corde altrimenti detto #a cordette# (in uso ancora oggi), dato che il numero dei bronzi si fermava in media a 5. L’aumento del numero delle campane portò all’introduzione anche della tastiera e poi, a partire dagli anni ’70, dell’elettrificazione. In generale le campane ferme vengono azionate principalmente in tre modi: #a cordette#, #a tastiera# (con i pestelli) o agendo manualmente sui battagli. I Concerti a 5 campane rappresentavano buona parte dei concerti liguri fino agli anni ’50-’60, soprattutto nei piccoli paesi. Sono tutt'oggi molto diffusi e si suonano ancora #a cordette# concerti fino a 6 campane. La maggior parte è intonata in scala maggiore, alcuni in scala minore. Il repertorio campanario ligure è costituito principalmente da: segnali, suonate #alla romana#, #baudette# e simili, suonate antiche, suonate recenti, lodi religiose e simili, canzoni e canti profani, brani patriottici, ballabili, brani tratti dal repertorio colto
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici immateriali
  • LUOGO DI RILEVAMENTO Genova (GE) - Liguria , ITALIA
  • ALTRA OCCASIONE si
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0700377874
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA appunti di ricerca (1)
  • DOCUMENTAZIONE SONORA file digitale (1)


  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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