Piano a cilindro (Orchestrion / Jazz band, bene semplice)

XX inizio

Piano a cilindro di tipo Orchestrion/Jazz Band con funzionamento a moneta con carica a molla. Lo strumento è costituito non solo da un piano meccanico ma vede l’inserimento di svariati effetti timbrici e quindi riunisce insieme un cordofono, un aerofono e le percussioni. Il mobile, nella parte frontale, presenta un panello removibile decorato con trafori e incisioni. Sempre nella parte frontale in diversi punti sono presenti altre incisioni, tra le quali, quella con il nome e la città del fabbricante. Dove sono presenti le decorazioni, come sfondo, è applicata una dipintura di colore rosso scuro. L’apertura di una parte permette il controllo del regolare funzionamento e la manutenzione dello strumento. Al pannello removibile è stata anche applicata una stoffa di colore giallo ocra con un motivo rosso che si intravede dietro al decoro a traforo. Una volta aperto, lo strumento presenta tutte le componenti della parte meccanica relativa al cilindro chiodato e le varie parti del piano: corde, centina, caviglie, cassa armonica, martelleria, etc... Sono stati inseriti un piatto, un rullante, una campana, una nacchera, un mandolino e una fisarmonica. Il cilindro chiodato è costituito sia da punte (per la parte pianoforte e percussioni) sia da ponti (per il mandolino e la fisarmonica). Sul fianco sinistro dello strumento trova collocazione una cornice in metallo con il nome del costruttore e le varie sonate presenti sul cilindro. Vi sono poi la leva di selezione e l’oblò con i numeri da uno a dieci delle sonate, una manopola per scegliere la modalità di esecuzione (celere/adagio), la manovella per caricare la molla che poi farà ruotare il cilindro e una placca, sempre in metallo e con il nome del costruttore, per l’inserimento della moneta (scritta 20 centesimi) che mette in moto il meccanismo di rotazione del cilindro. Sono poi presenti ai lati delle maniglie per lo spostamento

  • OGGETTO piano a cilindro orchestrion / jazz band
  • CLASSIFICAZIONE STRUMENTI E ACCESSORI/ MUSICALI
  • ATTRIBUZIONI Antonio Massa (laboratorio): costruttore
  • ALTRE ATTRIBUZIONI Antonio Massa (laboratorio)
  • LUOGO DI CONSERVAZIONE Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare
  • INDIRIZZO piazza Giacomo Matteotti, 85, Bergantino (RO)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Dai primi decenni dell’Ottocento fino a circa gli anni Trenta, lo strumento meccanico denominato piano a cilindro ha contribuito in maniera molto importante alla divulgazione della musica nei luoghi pubblici più diversi. Ripercorrendo alcune tappe fondamentali del suo sviluppo le fonti scritte sottolineano che, verso la fine del 1400, viene inventato il cosiddetto cilindro chiodato per gli strumenti musicali. L’uso del cilindro chiodato, altre volte chiamato spinato, vide un exploit di utilizzi durante il periodo dell’Illuminismo applicato ad orologi, strumenti musicali, carillon, etc... Alcune fonti attribuisco al modenese Giovanni Barbieri, nel XVIII secolo, l’invenzione di un piccolo organo a cilindro portatile, il quale, forse proprio per il nome del suo inventore, è noto in alcune regioni italiane come organo o organetto di Barberia. Nel 1820 le fonti attestano anche l’inizio dell’uso, da parte di una ditta inglese Collard & Clementi, del cilindro chiodato all’interno di un pianoforte in sostituzione della tastiera. Il cilindro contiene la codifica della melodia quindi, applicandolo al pianoforte, il meccanismo di produzione del suono è quindi possibile grazie ad una serie di puntine metalliche (chiodini) dove a ogni chiodo corrisponde una nota: girando il cilindro i chiodi sollecitano i martelletti che percuotono le corde generando il suono stabilito in partenza ovvero quando la musica è stata marcata, ad opera di un professionista del settore, sul cilindro. Un cilindro o rullo, poteva essere rimusicato più volte. Alcuni artigiani diventarono molto famosi per i loro arrangiamenti musicali come, ad esempio, Emilio De Vecchi di Verona. Questi professionisti ricevevano molte commesse per rimusicare i piani. Mediamente un piano a cilindro poteva contenere sul rullo una decina di sonate. Per cambiare brano musicale vi era un perno poi sostituito, intorno al 1870, da una leva che comandava un meccanismo di trasmissione che veniva chiamato lumaca, questo permetteva lo spostamento, in uno spazio di pochi millimetri, del cilindro e consentiva una scelta del brano più rapida attraverso l’indicazione di un numero. In Italia la costruzione dei piani a cilindro, nata a metà Ottocento ad opera di laboratori e ditte artigianali d’eccellenza e all’inizio localizzate nella zona del Novarese, si diffuse rapidamente in tutto il Paese e in altre nazioni come, ad esempio, la Spagna e la Francia. Agli inizi si costruivano principalmente piani a sedia che richiamavano le caratteristiche dei piani a coda e venivano trasportati a tracolla da suonatori ambulanti e potevano essere appoggiati a un supporto. Questi strumenti divennero velocemente molto popolari tanto da venire identificati con nomi diversi, a seconda dell’area geografica: “pianini”, “organetti di barberia”, “pianole”, “viola”, etc… Si iniziò successivamente a produrre anche piani a cilindro verticali. Le pianole o organetti, i piani a cilindro trasportati da suonatori ambulanti a tracolla, a spalla, o su un carro spinti a mano o con l’ausilio della forza animale, diventarono lo strumento predestinato a diffondere per le vie, strade, cortili e piazze le melodie in voga all’epoca chiedendo in cambio una moneta. Non si trovavano solo in città viaggiavano anche per le campagne e i paesi, dove il loro arrivo era considerato una felice sorpresa e un’occasione per improvvisare una festa, socializzare e concedersi un po’ di distrazione dal duro lavoro nei campi. La musica meccanica itinerante diventava anche uno spettacolo nello spettacolo nei contesti di fiera, sagre e parchi divertimento. Non era raro trovare questi strumenti vicino alle giostre, fuori i padiglioni, usati per creare l’atmosfera durante un film muto o uno spettacolo di teatro di figura (ad esempio le marionette o i Pupi), o intenti a rallegrare il pubblico a fianco di un venditore di croccante o frittelle. Potevano essere anche presenti in contesti non all’aperto: nelle sale da ballo, nelle osterie o altri locali pubblici, nelle case private. Alcuni strumenti, se posizionati nei locali pubblici o nelle sale da ballo, potevano anche funzionare a moneta, questa pratica era antesignana dei juke-box. Nei primi anni del Novecento i piani a cilindro diventavano sempre più complessi e venivano arricchiti con l’aggiunta di campanelli, nacchere, mandolini, etc… Si evidenzia che negli anni Venti la produzione raggiunse la sua massima espansione ma da lì in poi iniziò un rapido e inesorabile declino tanto che già solo un decennio dopo, molte ditte produttrici erano entrate in crisi ed avevano dovuto chiudere l’attività. Sul mercato infatti era iniziata da un po’ di tempo la concorrenza da parte di altre modalità di produzione e di fruizione della musica che però, in quel preciso periodo storico, presero velocemente il totale sopravvento: il fonografo, ad esempio, ma soprattutto il grammofono e la radio
  • TIPOLOGIA SCHEDA Beni demoetnoantropologici materiali
  • FUNZIONE E MODALITÀ D'USO L’Orchestrion produceva musica attraverso un meccanismo meccanico automatico. Una gettoniera con meccanismo a molla azionava il rullo
    Il fruitore selezionava, in base a una lista presente sul lato e attraverso l’apposita leva posta sempre sul fianco del piano, il numero del brano che desiderava ascoltare. Questa azione permetteva lo spostamento millimetrico del cilindro con la corrispondente codifica della musica. La leva poteva andare avanti o indietro. A questo punto poteva iniziare a caricare, tramite la manovella più grande, la molla che poi avrebbe permesso al cilindro di ruotare. Poteva anche scegliere con la manopola la velocità di esecuzione, “celere” o “adagio”, in base al tipo di brano scelto. Inseriva la moneta e l’esecuzione della sonata scelta iniziava. In base al brano prescelte, marcato sul rullo, i chiodini (punte e ponti) sporgenti davano l’impulso ai martelletti per le corde, al mantice e alle percussioni
  • AUTORE DELLA FOTOGRAFIA Cottica, Claudia
    Cottica. Claudia
    Claudia Cottica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0500724899
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
  • ENTE SCHEDATORE Comune di Bergantino
  • DATA DI COMPILAZIONE 2022
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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