Il pregevole immobile, che versa attualmente in stato di abbandono, risale sicuramente alla fase di ampliamento del porto, e quindi al periodo di tempo compreso tra gli anni Venti e gli anni Trenta del secolo scorso (2). Gli essenziali e rigorosi prospetti, finiti ad intonaco e scompartiti in due livelli da un'aggettante cornice marcapiano, sono caratterizzati unicamente dal ritmo regolare delle finestre e dalle eleganti modanature che le incorniciano, sottolineandole con eleganza. Ugualmente semplice e ancora ottocentesca appare la disposizione planimetrica degli ambienti interni, comunicanti tra loro in maniera consequenziale, che si sviluppano su due livelli serviti da una scala a tenaglia ubicata in posizione angolare. Sebbene non si conservino pavimenti ed infissi di particolare pregio, fatta eccezione per un solo ambiente ancora pavimentato in mattonelle di graniglia di cemento e per alcuni dettagli della scala, si mantiene pressoché intatta la spazialità degli ambienti, anche se ulteriormente suddivisi da tramezzi, quasi sicuramente successivi all'edificazione dell'immobile. La palazzina è costituita da struttura mista in muratura e in cemento armato: la copertura, che ha probabilmente subito delle modifiche nel tempo, conserva ancora la soletta in c.a. originaria su cui poggia il tetto a due falde, con sottogronde in muratura e manto di copertura in coppi. Nel corso degli anni sono stati realizzati altri due semplici edifici ad un piano - uno sul lato Est e l'altro sul lato Ovest della palazzina - denominati Ex-Fortino ed Ex-Forno-Lavatoio, entrambi in muratura e in c.a. L'Ex-Palazzina Fanalisti ripresa dal mare, anni Trenta. Sono assenti i due edifici detti Ex-Fortino ed Ex-Foro-Lavatoio Per quanto sopra esposto si ritiene che l'immobile della Ex-Palazzina Fanalisti, con la sua area di pertinenza - delimitata dal muro di cinta - , rivesta interesse sia in quanto rappresentativo di una specifica tipologia di edifici portuali risalenti al Ventennio, che dal punto di vista storico, poiché rappresenta uno dei pochi edifici costituenti l'originario scalo di Olbia Marittima ad essere sopravvissuto ai sistematici bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale