Chiesa di S. Maria Maddalena

Parrocchia Di S. Matteo, 1205 - 1210

L'edificio deve oggi la sua configurazione ad interventi susseguitisi nel tempo sia strutturali che di dettaglio. L'atto di donazione fissa al 1205 l'impianto originario ad aula mononavata con abside orientata sud-est copertura lignea. Si può ipotizzare che la costruzione de. fianchi e della facciata nel primo quarto del XII sec. possa essere opera delle stesse maestranze che lavorarono al S. Antonio di Salvenero di Ploaghe. Si può ipotizzare un intervento successivo che la abbia dotata dei bracci del transetto e facto assumere attuale iconografia a croce commissa, nel contempo si provvide anche a dotare l'aula, già coperta in legname, e i bracci del transatto di volte a botte. La tessitura del paramento litico appare regolare nell'organismo mononavato mentre nei due bracci, e in parte della absidiola questa assume andamento talvolta disordinato e registra l' introduzione ci materiale minuto calcareo, a testimonianza di interventi successivi operati sul manufatto ad integrare crolli. La teoria di archetti pensili che decora la sommità dell'intero edificio sacro mononavato è realizzata in calcare mentre il braccio destro ne conserva alcuni esemplari in trachite rossa. La facciata è forata da una finestrella cruciforme che si ripete analoga nel retro prospetto; su quest'ultimo si conservano gli alloggi per due bacini ceramici; l'illuminazione è assicurata da monofore centinate e a doppia strombo

  • OGGETTO chiesa-camaldolese
  • AMBITO CULTURALE Maestranze Locali
  • NOTIZIE L' Angius (in Goffredo Casalis, dizionario geografico stori- co-statistico commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, IV, Torino 1837 pp. 645-658) nel secolo scorso la riteneva la "parrocchiale della deserta villa di "Orria - piccinna" nell'ex curatoria dell'Anglona e nella diocesi di Ampurias, ora unita "acque pricipaliter" a quella di Tempio. Il titolo della vicaria o priorato di S. Maria de Orrea Pichina fu donato il 10 luglio 1205 dall'illustre matrona sarda donna Maria De Thori all'ordine dei Camaldolesi. Questa, sposa del nobile turritano Pietro de Maroniu e zia del giudice di Torres Comita II, aveva conferito in dono due chiese di suo diritto, l'una Santa Maria de Orrea Picchina o Pithinna, l'altra S. Giusta, con servi, ancelle, case, selve, terre, animali, e alcune campagne nell'agro di Nughulvi (attuale Nulvi) all'eremo di Camaldoli per esso al priore generale Martino al quale pure concesse la libera elezione del rettore e la deposizione dei monaci. Il vescovo di Ampurias, pur consentendo la "collatio" e "l'institutio canonica al generale camaldolese, riservò a se i diritti episcopali. L'insediamento stabile dello stanziamento camaldolese in Sardegna fu dovuta alla illuminata generosità di Costantino di Torres inizialmente (1112) limitata alla zona meridionale del Giudicato di Torres al confine coll'arborense. I monaci di Camaldoli, richiesero ed ottennero la conferma della donazione originaria con atto del 1° luglio 1210 al quale presenziarono il giudice Comita, Mariano, suo figlio e alcuni altri congiunti della De Thori. Un altro importante documento datato Novembre 1209 attesta con sicurezza della donazione ed appartenenza della chiesa ai camaldolesi: il famoso diploma imperiale del guelfo Ottone IV nel quale, confermando ai camaldolesi i loro monasteri, si elenca espressamente tra tutti gli altri, anche quello sardo Orrea Pichiana. Alcuni atti generalizi, emanati da priori di Camaldoli nella seconda metà del Milleduecento, per provvedere anche ad altri cenobi sardi, riportano continuamente della Vicaria di S. Maria, a dimostrazione dell'importanza ad essa conosciuta. [...] L'atto di donazione fissa al 1205 l'impianto originario ad aula mononavata con abside orientata sud-est copertura lignea. Si può ipotizzare che la costruzione de. fianchi e della facciata nel primo quarto del XII sec. possa essere opera delle stesse maestranze che lavorarono al S. Antonio di Salvenero di Ploaghe. Si può ipotizzare un intervento successivo che la abbia dotata dei bracci del transetto e facto assumere attuale iconografia a croce commissa, nel contempo si provvide anche a dotare l'aula, già coperta in legname, e i bracci del transatto di volte a botte
  • LOCALIZZAZIONE Chiaramonti (SS) - Sardegna , ITALIA
  • TIPOLOGIA SCHEDA Architettura
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000244614
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro​
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro​
  • DATA DI COMPILAZIONE 1995
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA riproduzione del provvedimento di tutela (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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