Casa Mura Elio

Ussaramanna, XVII/ XX

L'aspetto di questa costruzione la rende del tutto assimilabile ad una tipica macrocellula con corpo di fabbrica molto allungato che divide in due corti funzionalmente differenti l'ampio lotto su cui insiste. Anche le vicende patrimoniali hanno agito sul complesso in maniera del tutto simile alle dimore bicellulari portando ad un frazionamento della schiera che, ad un'analisi non attentissima del manufatto, può identificarlo tipologicamente in senso del tutto errato. Si tratta infatti non di una tipica abitazione con corti e rustici ma del riadattamento, compiuto con il linguaggio proprio delle tipologie locali, di un vecchio convento domenicano. Il riattamento operato nel "lotto" in questione è veramente sconfortante. L'originaria copertura in incannucciato e coppi poggiati su architravi in legno è stata sostituita da onduline in eternit poggiati su una soletta. La quota originaria della gronda è stata sopraelevata. Internamente la distribuzione e l'aspetto delle stanze è del tutto simile a quello delle case di una qualsiasi periferia urbana. Nel retro, al posto delle cucine c'è un locale aggiunto al corpo principale e chiuso da infissi in vetro e alluminio. Sul prospetto principale permangono le decorazioni delle cornici e degli architravi che spiccano in maniera incredibile sul circostante intonaco plastico. Per il resto nella corte antistante permangono i rustici attribuibili all'inizio del XIX secolo. Nella corte secondaria, più ampia della precedente non v'è più nessuna traccia di costruzioni accessorie, chiamate "casette" dall'attuale proprietario (responsabile del "restauro") e da lui stesso fatte distruggere

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