Madonna delle Lacrime
Chiusa Sclafani,
XVIII
Nella Chiesa Madre di Chiusa Sclafani si conserva un quadro raffigurante la "Sacra Famiglia". Dall'immagine della Beatissima Maria, rappresentata con San Giuseppe ed il Bambino Gesù, il 7 novembre 1835, scaturirono prodigiose lacrime. Il miracoloso fenomeno, ripetutosi cinque volte, in pochi giorni diede inizio ad una pia devozione. Il 7 novembre 1986 Mons. Salvatore Cassisa, a conclusioni delle solenni celebrazioni del centocinquantesimo anniversario della delle prodigiose lacriminazioni della Madonna elevò la Chiesa Matrice a Santuario Mariano con il titolo di "Santuario Madonna delle Lacrime" con tutti gli onori e le prerogative proprie dei Santuari
- OGGETTO santuario mariano
- LOCALIZZAZIONE Chiusa Sclafani (PA) - Sicilia , ITALIA
- INDIRIZZO Piazza Matrice, Chiusa Sclafani (PA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 7 novembre 1835 a Chiusa Sclafani a casa di Felicia Lombardi, da un'immagine dipinta su vetro, raffigurante la "Sacra Famiglia" scesero dagli occhi della Beatissima Maria Vergine delle lacrime. Il fatto prodigioso si ripeté nel giro di pochi giorni per cinque volte. Oltre alla domestica e alla padrona di casa assistettero alla lacrimazione persone da ogni ceto sociale: dottori, professori, medici, avvocati, notai, calzolai, falegnami, pastai e, naturalmente, tutti i sacerdoti, i religiosi, le suore. Tra varie testimonianze quella del Sacerdote Don Domenico Gendusa, il quale vide scorrere verso il basso le lacrime che scaturivano dagli occhi della Vergine. L’indomani 08 Novembre, anche l’arciprete Don Francesco Di Bella e assieme a lui tanti altri videro lacrimare la Madonna. Il mercoledì 11, parecchi Sacerdoti, il Sindaco e tantissime altre persone videro la riproduzione del prodigio: cioè apparire le lacrime, scendere fino al grembo della benedetta effige e lasciare per dove passavano due tracce umide, che furono bene asterse col cotone per devozione. L’arciprete, onde evitare che si potesse pensare che tali lacrime provenissero da pareti impregnate d’umido o che fossero state poste ad arte, fece togliere la tavolaccia di pietra e la carta sovrapposta al cristallo dinanzi al clero, ai superiori dei vari conventi e ad oltre una cinquantina di persone degne di fede. Si trovò asciuttissimo non solo il cristallo su cui è fatta la pittura, ma anche la carta doppia e la tavolaccia. Per ulteriore cautela la Santa Immagine fu chiusa e sigillata ermeticamente in una scarabattola con tre cristalli in modo da non potervi introdurre cosa alcuna. Dopo due giorni la Madonna, verso il tramonto, fu vista piangere ancora. Infine il 16 novembre, dopo la benedizione eucaristica, il cappellano con altri preti e fedeli vide ripetersi il prodigio. Il Vicario Capitolare della diocesi Agrigento da cui all’epoca dipendeva Chiusa Sclafani, informato dell’evento prodigioso dall’Arciprete, con lettura pastorale inviata alla comunità esortava i fedeli a fare un triduo di penitenza con esposizione del SS.mo Sacramento, celebrazioni di SS. Messe e processione conclusiva della sacra Immagine sotto il baldacchino (Don Rosario Bacile)
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 19-ICCD_MODI_1789164540961
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
memoria (1)
memoria (2)
memoria (3)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0