Santuario Basilica Maria SS.ma della Cosolazione

Reggio di Calabria, XVI

Il luogo di culto Maria SS.ma della Consolazione è posto in una splendida posizione, nell’omonimo quartiere Eremo, che occupa la zona più alta della città di Reggio Calabria. All’interno è custodita un’icona mariana, un quadro opera di Nicolò Andrea Capriolo, risalente al 1547, che raffigura ″la Vergine in trono, con in braccio il Bambino Gesù, affiancata dai santi Antonio di Padova e Francesco d’Assisi″. Il secondo sabato del mese di settembre, preceduta dai sette sabati, la venerata effigie della Beata Vergine, patrona della città di Reggio Calabria, viene accompagnata dal Santuario dell’Eremo alla basilica minore cattedrale Maria SS.ma Assunta in piazza Duomo. Il martedì successivo, con grande affluenza di pellegrini, viene portata in processione per le vie della città. Nel corso dei solenni festeggiamenti si rinnovano antiche tradizioni tra le quali l’offerta del cero votivo che l’amministrazione comunale offre nel corso di una solenne celebrazione eucaristica. L’immagine della Madonna viene esposta alla venerazione dei fedeli nella basilica cattedrale fino all’ultima domenica del mese di novembre, giorno in cui processionalmente viene riportata all’Eremo. Durante i tre mesi di sosta in cattedrale «si succedono, nei sabati, i pellegrinaggi delle zone pastorali della diocesi; in giorni opportuni si svolgono i pellegrinaggi dei presbiteri, delle suore, degli alunni delle scuole, degli ammalati, dei giovani. Questi pellegrinaggi rivestono alto valore ecclesiale e mariano e, poiché si tengono all’inizio dell’anno sociale, servono anche a proporre i piani pastorali e a rinnovare l’impegno di operare in unità di intenti» (Cfr. A. Sorrentino, ″La Madonna della Consolazione: Patrona di Reggio Calabria″, Reggio Calabria, Laruffa, 1990, p. 18). Il 28 novembre 1971 Paolo VI ha elevato il Santuario Santa Maria Madre Della Consolazione alla dignità di Basilica Minore. I fedeli che visitano devotamente la Basilica e che in essa partecipano a qualche rito sacro o almeno recitano il Padre nostro e il Credo, alle solite condizioni - Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo l’intenzione del Sommo Pontefice - possono ottenere l’indulgenza plenaria: 1. Nel giorno anniversario della dedicazione della Basilica; 2. Nel giorno della celebrazione liturgica del titolare; 3. Nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, apostoli (29 giugno); 4. Nel giorno anniversario della concessione del titolo di Basilica; 5. Una volta all’anno nel giorno stabilito dall’Ordinario del luogo; 6. Una volta all’anno nel giorno liberamente scelto da ciascun fedele. (Cfr. Decreto "Domus ecclesiae" della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Norme per la concessione del titolo di Basilica minore, 9 novembre 1989 - https://www.cultodivino.va/content/dam/cultodivino/documenti/Domus-Ecclesiae.pdf)

  • OGGETTO santuario basilica
  • LOCALIZZAZIONE Reggio di Calabria (RC) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Eremo Botte, Reggio di Calabria (RC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1533 i Cappuccini di Valletuccio, su invito dell’Arcivescovo Girolamo Centelles, si trasferiscono all’Eremo, su terreno donato dal nobile Giovan Bernardo Mileto, dove sorgeva una cappellina dedicata alla ″Madonna della Consolazione″, venerata in una immagine di piccole dimensioni raffigurante la ″Madonna col Bambino seduta sul trono regale, incoronata da due angeli, in atteggiamento di Madre di Consolazione verso i suoi figli″, portata da una famiglia genovese. «Era il 30 maggio del 1533 quando i frati, lasciata la comunità di Sant’Angelo di Valletuccio, si inginocchiavano per la prima volta davanti al piccolo quadro della Vergine della Consolazione, situato nella chiesetta omonima dell’eremo, a circa tre chilometri dal centro urbano. Quel luogo povero, piuttosto angusto, “quasi ignorato”, con al centro della parete, sovrastante l’altare, la piccola immagine mariana, ha catturato, seducendoli, gli occhi e i cuori dei religiosi, di cui otto sacerdoti e cinque fratelli laici» (Cfr. Sinopoli Giuseppe, La Madonna della Consolazione: i Frati Cappuccini e il popolo reggino, Villa San Giovanni, Alfagi, 2015). Nel 1547 fu affidato da Camillo Diano, nobile reggino, al pittore Nicolò Andrea Capriolo l’incarico di dipingere un quadro più grande della Madonna della Consolazione per l’altare maggiore, con ai lati le figure di san Francesco d’Assisi e di sant’Antonio di Padova. Il nuovo quadro fu benedetto nel Duomo di Reggio Calabria il 6 gennaio 1548 dall’arcivescovo D’Agostino dei Duchi di Conzaga. Il vecchio dipinto, rimasto di proprietà del Diano, e dallo stesso portato in un suo palazzo a Malta, per poi essere trafugato da truppe Napoleoniche. Tra il 1567-1577 durante una terribile pestilenza, durante la quale i Padri Cappuccini prestarono assistenza agli ammalati, nasce la particolare devozione della città di Reggio alla Madonna della Consolazione. Al frate Antonino Tripodi, in preghiera davanti al Quadro, appare la Madonna, che lo informa della cessazione della pestilenza. Viene avvertito il Governatore, che dispone subito un pellegrinaggio all’Eremo, cui partecipa tutto il popolo. Nel 1636 in occasione di una nuova epidemia il Quadro della Madonna viene portato in città, per la prima volta, ed esposto in Duomo. Nel 1656 una nuova pestilenza affligge il Meridione. Nella zona si registrano solo pochi casi a Santa Cristina. Il Quadro viene portato in città, dove non si verifica alcun caso di contagio. Il 24 giugno 1657 il notaio Cristoforo Latella roga un atto pubblico, sottoscritto dai rappresentanti di tutte le classi sociali cittadine, con cui Reggio si lega alla offerta annuale di un cero votivo da presentare il 21 novembre, festeggiando solennemente la Madonna. Nel 1672 colpisce ancora la carestia. Il Quadro viene portato in città: improvvisamente giungono in porto navi cariche di generi alimentari, costrette a fermarsi a Reggio da una improvvisa tempesta di vento. Nel 1693 gravi terremoti sconvolgono la Calabria e la Sicilia; a Reggio vengono registrati pochi danni. L’Effigie viene nuovamente portata in città e le si appongono: una cornice d’argento, dono dei cittadini, due corone d’argento, date dal sindaco e un velo di raso cremisi, offerto dal Capitolo. Prendendo spunto dal fatto che Papa Innocenzo XI ordina che in tutta la Chiesa si celebri il ″Nome di Maria″ nella domenica successiva all’8 settembre, festa della Natività della Vergine, (celebrazione del Nome di Maria che, con il Rinnovamento liturgico, viene poi fissata definitivamente al 12 settembre), la città di Reggio sceglie quel giorno per festeggiare la Madonna della Consolazione, legando così il titolo speciale di ″Consolatrice al Santo Nome di Maria″, e decide di prepararsi alla festività celebrando la Madonna nei sette sabati precedenti. Tra il 1696-1719 altri terremoti flagellarono la città di Reggio ma la popolazione di Reggio si strinse in preghiera alla Madonna della Consolazione. Il 15 settembre 1722 fu celebrata la solenne incoronazione della Vergine e del Divin Figlio con due corone d’oro offerte dal Capitolo di San Pietro in Roma, che coronava ogni anno una della Sacre Immagini di Maria Vergine più insigni per miracoli. Tra il 1743-1744 con una nuova pestilenza. Le nobili Signore reggine fecero un voto di vestire per dieci anni abiti di lutto, bruciando nella piazza gli abiti più ricchi e donando al Quadro della Madonna le gioie più preziose. Il 26 agosto 1552 la Sacra Congregazione dei Riti, con Decreto, conferma il Patrocinio della Madonna della Consolazione a Reggio. Il 7 Luglio 1753 la stessa Sacra Congregazione concede che la Festa della Madonna della Consolazione si possa celebrare il martedì successivo alla festa della Natività di Maria. Nel 1783 i Cappuccini sono costretti a lasciare l’Eremo. Vi ritornano nel 1796, fra loro il venerabile P. Gesualdo Melacrinò, che muore il 28 gennaio 1803 e viene sepolto all’Eremo. Nel 1809 i Francesi allontanano dal Santuario i Padri Cappuccini, che vi ritornano in seguito alla Restaurazione. Tra il 1836-1847 l’icona mariana protegge Reggio in occasione della epidemia colerica e della siccità. Si rinnovano imponenti manifestazioni di fede e devozione. Nel 1854 una nuova epidemia di colera, che provoca in altre città dolorosi lutti, sfiora appena Reggio: con le offerte pervenute al Santuario, da parte dei cittadini riconoscenti alla Vergine, viene rifatta la cornice d’argento del quadro. Il 28 dicembre 1908 il terremoto provoca danni al Santuario, che crolla in buona parte. Il 6 maggio 1909 il quadro viene portato in città, per consentire i lavori di ricostruzione del Santuario. Nel 1910 inizia la ricostruzione del Santuario con un padiglione, donato da San Pio X, che crolla durante i lavori, a causa di un forte vento. Il 23 luglio 1911 il Quadro viene riportato all’Eremo e ospitato in una modesta baracca provvisoriamente approntata. Nello stesso anno, dopo 48 anni, ritornano i frati cappuccini per volere dell’arcivescovo mons. Camillo Rousset e si adattano ad abitare un conventino-baracca accanto al Santuario sino a quando nel 1922 il convento, per interessamento di Padre Innocenzo Piccolo da Cittanova, viene ricostruito con criteri antisismici. Il 28 luglio 1912 viene inaugurato il nuovo Santuario, costruito in breve tempo, con ossatura di legno e rivestimento in mattoni. Nel maggio 1930 il Quadro viene portato in Cattedrale durante il Congresso Mariano, in cui si propone una nuova incoronazione della Madonna. Il 15 settembre 1936 alla presenza di moltissimi Vescovi, di tutte le autorità cittadine, e di una enorme folla, il cardinale Alessio Ascalesi, arcivescovo di Napoli, incorona solennemente la Madonna della Consolazione e il Bambino, con due preziose corone, realizzate con l’oro raccolto presso la popolazione di Reggio ed eseguite a Napoli, con fasce di base recanti incastonati rubini e zaffiri e parti terminali formate da stelle di perle e brillanti di diversa grandezza, disposte a raggiera. In questa occasione, la madre di mons. Basilio Abenavoli, canonico del Capitolo e sacrista maggiore della Cattedrale, fa dono della perla centrale della corona della Madonna. Nel 1936 a conclusione delle feste settembrine l’arcivescovo Carmelo Puija annuncia l’intenzione di procedere alla ricostruzione del Santuario con l’obiettivo di farlo dichiarare basilica ma la morte dell’arcivescovo avvenuta pochi mesi dopo, blocca l’iniziativa che, negli anni successivi, a causa del conflitto bellico non viene più ripresa. Nel 1942 l’arcivescovo mons. Enrico Montalbetti, rivolge ancora un appello al popolo reggino per la ricostruzione del luogo sacro ma la sua tragica fine nel corso del conflitto blocca nuovamente l’idea di costruire un nuovo Santuario. Tra il febbraio-maggio del 1948 si svolse la ″Peregrinatio Mariae″, il Quadro sosta in tutte le parrocchie dell’arcidiocesi, voluta dall’arcivescovo mons. Antonio Lanza. Tra il 1953-1954 a conclusione di un concorso di idee al quale partecipano diversi progettisti viene selezionato il progetto redatto dall’architetto Anna Anastasi Sbarracani di Roma. Il giorno 7 dicembre del 1954 l’arcivescovo Giovanni Ferro, con solenne cerimonia pone la prima pietra dell’edificio. I lavori hanno inizio nei mesi successivi. Dopo aver superato gli intoppi relativi agli espropri dei terreni confinanti, facendo rientrare il progetto nelle aree di proprietà della Curia i lavori vengono consegnati all’Impresa Mario Zoccali nel 1958 con termine il 23 dicembre 1959. I lavori procedono con estrema lentezza e vengono richieste proroghe sino al 2 giugno 1961. Il 21 aprile 1965 l’arcivescovo mons. Giovanni Ferro firma il decreto di erezione a parrocchia. La chiesa viene aperta al culto l’8 dicembre 1971. Nel 1982 ignoti rubano il Quadro, che viene ritrovato dopo pochi giorni nelle vicinanze della Basilica. Nel 1988 per celebrare solennemente l’Anno Mariano, istituito dal Santo Padre Giovanni Paolo II, e il Congresso Eucaristico Nazionale viene realizzata, per voluta dei frati Cappuccini una cappella, su progetto dell’architetto Renato G. Laganà
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 18-ICCD_MODI_7630186176471
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA decreto (1)
    decreto (2)
    decreto (3)
    decreto (4)
    decreto (5)
    decreto (6)
    decreto (7)
    decreto (8)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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