Santuario Maria Santissima di Monte Stella
L’eremo-santuario Maria SS.ma della Stella è situato sulle pendici del Coccumella o Monte Stella, sovrasta l’immenso scenario dello Stilaro, e dista nove chilometri da Pazzano. Il complesso dell’eremo è costituito dalla grotta, dalla piccola chiesa di inizio secolo e dal conventino del 1700. All’interno è stata rinvenuta la primitiva cappella, riscoperta nel 2008, ed è stata posta l’icona della “Dormitio Virginis” o della “Kimesis” proveniente dall’Athos e donata dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I nella sua visita al luogo sacro nel 2001. Tramite una rampa di 62 gradini si scende nell’interno di una grotta naturale, la più grande della Vallata dello Stilaro. In grotte eremitiche come questa si stabilirono i primi anacoreti e monaci dove vissero in contemplazione e nella più severa ascesi. All’imbocco della grotta, in alto, domina un affresco denominato “Comunione di Santa Maria Egiziaca da parte di San Zosimo”. Vi sono altri dipinti: la “SS.ma Trinità o Trono di Pietà”, “l’Arcangelo Michele”, “l’Adorazione dei pastori e la Pietà”. In una nicchia della grotta, sopra un altare barocco in marmo locale, è posta la scultura della Madonna della Stella, probabilmente opera di «bottega messinese». Salendo al conventino e alla chiesetta superiore è situata un’analoga raffigurazione su tela di Maria definito “Donna dell’Apocalisse”. Questa immagine viene portata dai fedeli in processione nella notte tra il 14 e 15 agosto. Uscendo dalla grotta-santuario fiancheggiano il campestre sentiero le stazioni di una moderna “Via Lucis”, con icone in stile orientale, realizzate da un laboratorio diocesano di suore e benedette il 14 agosto 2013, Anno della Fede, da mons. Giuseppe Fiorini Morosini. Il 26 settembre 2002 mons. GianCarlo Bregantini nel decreto per “l’Ordinamento Generale dei Santuari Diocesani” ha riconosciuto la chiesa di Maria SS.ma di Monte Stella con il titolo di “Santuario Mariano”, con personalità giuridica e con statuto diocesano. Il 10 marzo 2025 mons. Francesco Oliva vescovo di Locri-Gerace ha formulato il ″Regolamento generale dei Santuari diocesani″, (Decreto vescovile n. 695 - Prot. n. 199/2025), «per disciplinare giuridicamente questi luoghi per una migliore organizzazione degli stessi e per una maggiore trasparenza ed efficienza nei servizi che ivi vengono svolti a favore dei fedeli» (Cfr. Decreto vescovile n. 695 - 1. Premessa). La festa principale si svolge dal 12-15 agosto. Il Santuario eremo dispone di un convento, e casa religiosa d’ospitalità "La Vetta"
- OGGETTO santuario mariano, diocesano
- LOCALIZZAZIONE PAZZANO (RC) - Calabria , ITALIA
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Non sappiamo, quando la grotta di Monte Stella, divenne sede di culto mariano. Dall’affresco indicato e studiato da Marina Falla Castelfranchi si desume: "All’imbocco della grotta Santuario del Monte Stella è campito un affresco, fino ad oggi inedito, che rappresenta la scena, rara nella pittura bizantina dell’Italia meridionale, almeno a giudicare dalle testimonianze superstiti, della Comunione di santa Maria Egiziaca. Si tratta dei resti di un pannello dipinto, in discreto stato di conservazione: la santa eremita è china verso il monaco Zosimo che le porge l’eucarestia, la cui immagine presenta cadute di colore nella parte inferiore, e il cui viso non è ben leggibile. La scena è inquadrata da una cornice segnata da due fasce colorate, verde brillante quella interna della stessa tonalità di verde è il fondo del pannello entro cui le due figure sono state ritagliate, bruna quella esterna: si viene in tal modo a determinare uno spazio serrato, entro il quale le figure appaiono come compresse, in specie quella della santa, la cui silhoutte oblitera in parte la scia verde della cornice, fino ad appoggiarsi a quella esterna. Il monaco Zosimo, anziano, barbato, come di consueto, indossa probabilmente l’abito monastico, una tunica, e forse un anablos, coperti da un mantello bruno, abbastanza visibile, mentre sembra non indossare il cappuccio, come avviene p.e. in alcune scene del ciclo di Santa Maria Egiziaca a Roma, dipinto alla fine del IX sec. nel tempio della Fortuna Virile. Santa Maria Egiziaca indossa invece una tunica fatta di pelli. Lo stile quasi compendiario dell’affresco, il tipo di capigliatura della santa, a ciocche disordinate ottenute con pennellate sottili e parallele, che mostra decise tangenze con la produzione pittorica cappadoce del X e XI sec., p.e., e la stessa tavolozza utilizzata, consigliano una datazione intorno alla fine del X inizio XI sec. Il Bios della santa, una solitaria di origine egiziana vissuta da eremita in Palestina, attribuito al celebre Sofronio di Gerusalemme, si tratta di un’ipotesi, narra della dura vita ascetica da essa intrapresa nel deserto, dove viveva vestita da uomo da molti anni, dopo aver passato un periodo nel peccato. In Italia meridionale, al contrario di altre aree dell’impero bizantino, come per la Cappadocia, dove la scena della comunione di Santa Maria Egiziaca è rappresentata con frequenza, essa è assai rara. L’immagine più antica per ora sembra proprio questa di Pazzano. L’affresco della comunione di Santa Maria Egiziaca è ubicato all’imbocco della grotta, in alto, suggerisce innanzitutto una vocazione eremitica della grotta stessa (Cfr. M. Falla Castelfranchi, Alcuni dipinti murali bizantini in due eremi rupestri presso Pazzano e Stilo (Calabria) in L’Eremo di S. Maria della Stella nell’area Bizantina dello Stilaro. Storia, Arte, Spiritualità. Atti del Convegno Storico 1996, Arti Grafiche GS, Ardore Marina, 2000, pp. 89-100)
- TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà Ente religioso cattolico
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 18-ICCD_MODI_5876581340571
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
- ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA
decreto (1)
decreto (2)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0