Nel comune di Mesoraca, alle pendici del monte Giove, sorge il convento francescano dedicato giuridicamente alla Madonna delle Grazie e noto come santuario del SS.mo Ecce Homo. Prende il nome per la devozione alla sacra effigie del SS.mo Ecce Homo, statua in legno scolpita da Frate Umile da Petralia nel 1630. L’interno del Santuario è ricco di opere d'arte tra cui la Madonna delle Grazie, in marmo bianco di Carrara, di Antonello Gagini del 1504. Numerose sono le opere pittoriche tra le più importanti i dipinti su tela di Cristoforo Santanna, uno per ogni altare. Nel XVI secolo soggiornò come novizio Sant’Umile da Bisignano (1582-1637). La sua cella, da dove compi diversi miracoli, è conservata e ora adibita a cappella. Nel 2010 nel boschetto del Santuario è stata collocata una statua raffigurante San Francesco d'Assisi in bronzo, alta circa due metri e mezzo, realizzata dallo scultore Carlo Cistaro. Le feste principali si svolgono l'8 marzo; il 21 marzo; il 25 luglio; 7-14 agosto. Ogni sette anni si celebra la festa (7-14 agosto) con processione della statua del SS.mo Ecce Homo nelle parrocchie di Mesoraca per ritornare al Santuario il 14 agosto

  • OGGETTO santuario
  • LOCALIZZAZIONE Mesoraca (KR) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via del Convento, Mesoraca (KR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’edificio venne edificato dai Francescani tra il 1419 e il 1429 su di una fabbrica semidiruta che i Basiliani avevano costruito circa dieci secoli prima con il titolo di "Santa Maria della Misericordia". A volerne l’erezione fu il beato Tommaso da Firenze che si stabilì in Calabria agli inizi del 1400 ed ebbe in concessione una dimora basiliana nella diocesi di Tropea. In seguito venne a Mesoraca dove nel 1419 fu autorizzato dal vescovo di Santa Severina, Angelo, ad impiantare un cenobio francescano sui resti dell’antica fabbrica basiliana. La cessione dell’antico edificio basiliano, che nel frattempo era stato ricostruito secondo i canoni dell’osservanza francescana, con il contributo dell’università di Mesoraca e di tanti insigni benefattori come Giovanni di Sicilia, venne confermata nel 1429 con una bolla di Papa Martino V. A partire da questo momento non si registrano notizie significative sul Santuario, per mancanza di documenti utili per una ricostruzione della sua storia. Le pochissime fonti documentali a disposizione attestano che nell’aprile 1546 il viceré di Napoli, marchese di Villafranca, su ordine dell’Imperatore Carlo V e della regina Giovanna, concesse ai dodici frati che abitavano il convento “una elargizione annua di dodici tomoli di sale”. Altre tre informazioni risalgono al 1580, anno in cui il cenobio diventò sede di noviziato con una scuola di filosofia e di teologia, al 1587 periodo in cui venne eretta nella chiesa di Santa Maria delle Grazie la Compagnia del Cordone di San Francesco e all’ottobre 1666, quando con un Breve del papa Alessandro VII, pubblicato a Santa Severina il 21 febbraio dell’anno seguente, venne concessa l’indulgenza plenaria ai visitatori. La Chiesa venne consacrata dall’arcivescovo di Santa Severina Carlo Berlingieri il 19 settembre 1689 come si leggeva su una lapide situata all’entrata della chiesa e ora coperta dall’intonaco. Da altre ricerche d’archivio e dalla lettura di una relazione del 1741 emergono nuovi dati e nuove notizie come quella che la Chiesa di Santa Maria delle Grazie era decorata dell’Indulgenza plenaria nel secondo venerdì di marzo a beneficio di tutti i fedeli. Da questo momento in poi le notizie sul convento diventano meno scarse, ma continuano a restare frammentarie. Dal materiale a disposizione risulta però evidente il profondo legame e il rapporto affettuoso tra questo convento e la popolazione di Mesoraca. La sua storia è infatti costellata da generosi aiuti economici da parte del popolo e di moltissime famiglie benestanti, specialmente nel XVIII secolo quando il convento si ingrandì con la creazione della cappella del SS.mo Ecce Homo, voluta dalla duchessa di Mesoraca Feliciana Silva e dal figlio Giuseppe Maria II, e si arricchì dei pregevoli affreschi di Santanna, Giordano, Leto e Capocchiani. Agli inizi del ‘600 la vita del convento fu caratterizzata dalla presenza feconda e produttiva di frate Umile da Bisignano (beatificato da Leone XIII il 27 marzo 1881 e santificato da Giovanni Paolo II il 19 maggio 2002), e di frate Umile Pintorno di Pietralia, che nel 1630 realizzò la sacra effige del SS.mo Ecce Homo. Nel giugno 1784 venne così istituita dal governo Borbonico la Cassa Sacra che procedette ad un esproprio generalizzato dei beni che la chiesa possedeva in Calabria. Il convento dei padri Riformati di Mesoraca fu uno dei primi ad essere soppresso. Il 5 luglio 1795 Ferdinando IV di Borbone, aderendo alle richieste dell’Università di Mesoraca, autorizza il rientro nel convento di Mesoraca di dodici monaci francescani. Nel 1799 entre è guardiano fra Ludovico di Sersale, la chiesa del convento diventa per quasi nove mesi luogo di preghiera collettiva alle statue del SS.mo Ecce Homo e della Madonna delle Grazie, finalizzata alla protezione del re Ferdinando IV e della sua famiglia dalla furia dell’esercito napoleonico. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi (1806) da parte dei francesi, i monaci del convento dell’Ecce Homo sono costretti ad abbandonare il convento. Il convento viene riconsegnato ai frati francescani, il 22 settembre 1815, con una cerimonia solenne alla quale partecipa tutto il clero e tutte le autorità locali. Anche il Decurionato (Consiglio Comunale) sollecita la riapertura dei conventi di Mesoraca soppressi dalle leggi napoleoniche, “perché molto utili alle popolazioni di Mesoraca e dei paesi vicini per l’assistenza spirituale e materiale che essi forniscono” (3 agosto 1818). Il 10 luglio 1867 l’Amministrazione del Fondo Culto cede al comune di Mesoraca il locale del convento del SS.mo Ecce Homo con patto espresso di stanziarvi un Asilo di mendicità. L’Asilo di Mendicità di Mesoraca viene trasformato in Ente Morale con R. D. 17 luglio 1875 annesso al Convento di Santa Maria delle Grazie od Ecce Homo gestito dai Frati Minori Francescani. Grazie al commissario generale Sisto Paoleschi, che va ad abitare all’Ecce Homo, il santuario diviene un centro culturale di grande rilevanza (1898-1902). Il 13 giugno 1934 il padre Superiore del Convento del SS.mo Ecce Homo Alessandro Mazzotta rinuncia alla gestione dell’Asilo di Mendicità. Dal 1951 al 1986, periodo in cui il convento venne gestito dai frati della provincia francescana di Venezia, sono stati fatti numerosi interventi, come il rifacimento dei tetti del convento e del Santuario, la costruzione della cappella di San Francesco con decorazioni del frate Terenzio Barboni, il rivestimento in travertino bianco della facciata della chiesa, la nuova vetrata della Madonna Assunta alla finestra della zona absidale, la ristrutturazione della cappella del SS.mo Ecce Homo, con pavimento, balaustra, pilastri rivestiti in marmo e decorazioni che Guido Faita nel 1979 estese in tutta la chiesa. Sono pure di questo periodo la realizzazione del piazzale davanti alla chiesa, il restauro del chiostro quattrocentesco e, nel 1986, il rifacimento dell’edicoletta (“La Benedetta”) che si trova nel boschetto ad opera della ditta Faber di Vibo Valentia. Gli interventi al convento e alla chiesa sono continuati anche dopo il 1986, l’anno che sancisce il ritorno dei francescani di Calabria all’Ecce Homo. Nel 1990 venne creato un pozzo artesiano, nel 1993 fu pavimentato il piazzale costruito dai veneti e nello stesso anno venne restaurata a Cosenza la statua del SS.mo Ecce Homo. Sono del 1994 e del 1995 la creazione del salone per convegni nell’antica cripta, la costruzione della cappellina dedicata a Santa Chiara d’Assisi in occasione dell’VIII centenario della sua nascita e la bonifica delle mura di cinta dell’orto e del bosco. Sempre nel 1995 furono rifatti il tamburo dell’ingresso principale della chiesa, i pavimenti della navata e restaurati il coro, gli armadi della sacrestia e i quattro confessionali. Negli ultimi anni del XX secolo la chiesa è stata dotata di nuovi banchi genuflessori e sono stati rinnovati gli impianti elettrici, di illuminazione e di amplificazione (Il Santuario del SS. Ecce Homo di Mesoraca guida storico-artistica; a cura di Francesco Spinelli, Mesoraca, Tipografia DUE L, 2024, pp. 194-208)
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente pubblico territoriale
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 18-ICCD_MODI_2805728649371
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA documentazione fotografica integrativa (1)
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  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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