centro storico, di pianura, difensivo, Gioia Tauro, Geolia (denominazione storica, XVI sec.), Iolia (denominazione storica, XVII sec.), Giovia Iolia (denominazione storica, XVIII sec.), Joa (denominazione storica, XVIII sec., cit. 1737), Zoa (denominazione storica, XVIII sec., cit. 1737), Gioja (denominazione storica, cit. 1788 - ante 1834), Giói (denominazione idiomatica) (fine XIII)

Gioia Tauro, XIII fine

Il centro storico è costituito dalla cittadella sulla rupe, "il Piano delle Fosse", ovvero il nucleo abitativo medievale della città, un tempo cinto da mura, da cui si dipartono le vie di comunicazione verso la Piana che hanno guidato l’espansione e lo sviluppo della città. La cinta muraria e le torri sono state nel tempo inglobate negli edifici realizzati a ridosso della rupe. È visibile e ha mantenuto bene i caratteri originari la cosiddetta Torre Don Giacomo, sul lato ovest dell’abitato. Il borgo ospita la chiesa di Sant'Antonio e alcuni palazzi, tra cui l'antico palazzo Baldari, il Palazzo Sant’Ippolito e il Palazzo Fallara

  • OGGETTO centro storico di pianura, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI AREA STORICO - GEOGRAFICA: Piana di Gioia Tauro. DESCRIZIONE GEOGRAFICA: il centro si trova su una rupe a circa 29 m s.l.m., sulla fascia costiera che precede la Piana di Gioia Tauro. DEFINIZIONE GEOLOGICA: il centro urbano sorge in presenza di un complesso di depositi continentali rossastri, costituiti da conglomerati, conglomerati sabbiosi e sabbie, con locali intercalazioni siltose
  • LOCALIZZAZIONE Gioia Tauro (RC) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Portello, Gioia Tauro (RC)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Sorta in una zona abitata fin da tempi preistorici, stando ai reperti neolitici rinvenuti nei suoi dintorni, si ritiene che occupi il sito di Metauros, famosa colonia locrese, alla quale fa riferimento la specificazione “Tauro”, aggiunta al toponimo con un regio decreto del 1863. La prima parte del nome in documenti antichi compare nelle forme Joha, Zoa e Jovia. In un registro di Carlo I d’Angiò (1271) è citata la città di Johe; successivamente, nel registro di Carlo II d’Angiò, Johe risulta come possedimento di Ruggiero di Lauria (1305). Il feudo passò a alla famiglia Sanseverino (1341) poi a Saladino Sant’Angiolo (1423) e a a Ser Gianni Caracciolo (1425). Nel 1458 secolo il re Alfonso il Magnanimo donò la contea di Terranova con i casali di Gioia e S. Giorgio a Marino Correale e nel 1479 Gioia è venduta per 80.000 ducati al barone Aniello Arcomone. Successivamente Gioia è donata, dal re Ferrante, a Ludovico il Moro, come ricompensa per l’aiuto ricevuto in occasione della congiura dei Baroni (1487) poi nel 1496 il re Federico II d’Aragona concesse Terranova, con Gioia e San Giorgio a Vincenzo Carafa che passarono nel 1502 al Gran Capitano Consalvo de Cordova, sotto il cui governo la città venne fortificata. Nella seconda metà del XVI secolo la cinta muraria venne rinforzata con torri per una maggiore protezione dell’abitato dalle incursioni piratesche. Nel 1560 Consalvo de Cordova vende i propri possedimenti al mercante genovese Tommaso de Marinis e nel 1574 l’intero complesso feudale (marchesato di Gerace, ducato di Terranova e feudo di Gioia) fu messo in vendita all’asta su richiesta dei creditori del de Marinis e acquistato per 280.000 ducati da Pasquale Grimaldi per conto del padre Battista, detto anche Giannetto Piccamiglio, esponente di una potente famiglia patrizia genovese. Nel 1656 la città è colpita da un’epidemia di peste; risale a questo periodo la costruzione nella cittadella di ampie fosse, scavate sotto le vie in terreno asciutto e con pareti solide, che servivano come deposito di grano e di derrate alimentari in genere. Il terremoto del 5 febbraio 1783 fu completamente distruttivo: causò il crollo di tutti gli edifici e la morte di 18 persone su 430 abitanti. Nel suolo si formò un avvallamento nel quale si raccolse una notevole quantità di acqua fuoriuscita dal terreno per la profondità di circa 14 palmi (3,64 m). In seguito al terremoto la cinta muraria e le torri furono abbassate. Nel 1807 l’amministrazione francese ne fece un Luogo, ossia Università, nel Governo di Casalnuovo (attuale Cittanova). Nel riordino amministrativo, con decreto del 4 maggio 1811 istitutivo di comuni e circondari, Gioia venne retrocessa a villaggio, cioè frazione di Seminara e posta nel Circondario di Palmi mentre nel 1816 le viene riconosciuta l’autonomia comunale. La scossa del 1894 danneggiò 361 abitazioni, di cui 23 divennero inabitabili, soprattutto nella parte del paese più distante dalla spiaggia; fu leggermente lesionato il Municipio e nel campanile della Cattedrale si allargarono alcune lesioni preesistenti; 2 persone furono ferite. Secondo i dati dell’agenzia delle imposte, 164 delle 520 abitazioni furono danneggiate gravemente e le altre 356 in modo leggero; il paese aveva circa 3200 abitanti. Il terremoto del 1905 produsse gravi danni: furono demolite 39 case, puntellate 76 e riparate 57. Il terremoto del 1908 fu molto forte: su 877 case componenti il centro abitato 260 furono danneggiate gravemente e in 201 si verificarono danni lievi
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800177874
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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