centro storico, religioso, Soriano Calabro, Soriano (denominazione storica, XIX secolo), Soriano Inferiore (denominazione storica, XVIII secolo), Terra di Soriano di basso (denominazione storica, XI secolo), Casale di Soriano (denominazione storica, X-XI secolo), Suburbio di Soriano (denominazione storica, X secolo) (XIX)
Soriano Calabro è un centro di origini medievali, la cui economia si basa su attività agricole e artigianali. Gli elementi di confine sono: la SP 60, la SP 85, la Via San Domenico, la Via Ruderi Antico Convento, la Via Alvaro, la Via Garibaldi e la Via Mattia Preti. In passato a Soriano Calabro le strade erano costituite, essenzialmente, da sentieri per i viandanti e da mulattiere, utilizzate dai pastori per la transumanza delle greggi. Con l’avvento dei Normanni (Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla), la città conobbe un periodo di grande splendore commerciale, ritrovandosi al centro di trafficate vie di comunicazione, tra il massiccio delle Serre ed il Monte Poro, divenendo così, un importante snodo stradale. Invece, oggi la viabilità principale è costituita, dalla Via Ruderi Antico Convento o S.S. 85. Questa strada funge da collegamento tra il centro di Soriano Calabro e quello di Sorianello. Il borgo è servito anche da altre vie, cioè da: Via Roma, Via Saponari, Via G. Pascoli, Via U. Saba, Via T. Campanella, Via Marconi, Via della Repubblica, Via F. Pellegrino, Via R. Gatto, Via G. Mazzini, Via P. Galluppi e Via Fiorai. Il borgo antico di Soriano Calabro, posto in leggero declivio, ha un andamento plano-altimetrico leggermente vario. L’abitato è interessato da un fenomeno di espansione edilizia. Il paese, circondato da uliveti, si può suddividere data la sua conformazione, in due parti: nel “vecchio centro urbano”, caratterizzato dalla presenza delle rovine dell’antico Convento di San Domenico e nel “centro urbano di nuova formazione”, sviluppatosi dopo il 1960, a Sud del centro storico. Il “vecchio centro urbano”, presenta un tessuto edilizio omogeneo, composto prevalentemente da edifici a due piani con botteghe al pianoterra; mentre il “centro urbano di nuova formazione”, sorto in parte, in sostituzione di vecchi fabbricati pericolanti e in parte in aree completamente libere, presenta edifici plurifamiliari di tre o quattro piani, con grandi magazzini al pianoterra adibiti per il deposito di merci o per attività commerciali. Il principale punto di aggregazione cittadina, nonché centro del paese (fino a qualche decennio fa) è Piazza Gramsci (pavimentata con lastroni granitici), sulla quale si affacciano: l’ottocentesco Palazzo Municipale, l’ex Edificio Finanziario e l’imponente Santuario di San Domenico. Il Complesso di San Domenico venne fondato nel 1510 e danneggiato dal terremoto del 1783. Oggi del complesso rimangono solo tre dei quattro chiostri, le rovine della Chiesa e i ruderi del Convento. L’importanza del borgo antico di Soriano Calabro è legato, principalmente, alla fondazione del Convento dei Padri Domenicani, avvenuta nel 1510. L’edificio rappresentò per tre secoli un centro di grande rilievo politico e spirituale (per la Calabria e per tutta l'Italia), ma fu anche il punto di riferimento della vita cittadina di Soriano Calabro. Distrutto dal terremoto del 1659, il Complesso Conventuale venne ricostruito dal domenicano bolognese, Padre Bonaventura Presti. Tanto splendore e celebrità, però, ebbero fine, con il catastrofico terremoto del 7 febbraio 1783. Oggi, purtroppo, di questo imponente complesso monastico, di 20.000 mq di estensione, rimangono solo: tre dei quattro chiostri, le rovine della seicentesca Chiesa di San Domenico (con la facciata barocca e un maestoso portale), le botteghe e i ruderi del Convento dei Domenicani (ricostruito dopo il 1783 e danneggiato nuovamente da un incendio nel 1900). Nel 1838, al posto di uno dei chiostri, venne riedificata, la Chiesa di San Domenico, al cui interno conserva: opere pittoriche di grande rilievo e molte delle decorazioni che abbellivano l’antico Santuario. Il Complesso monumentale di S. Domenico è stato restaurato ad opera della Soprintendenza alle Gallerie e ai Monumenti della Calabria, tra il 1970 e il 1989, con i finanziamenti della Regione Calabria e della Cassa per il Mezzogiorno. Oggi, il Complesso Monumentale di S. Domenico, necessiterebbe di interventi di restauro, che mirino al recupero di alcuni elementi decorativi e alla conservazione di quelle strutture, per le quali, non è stato effettuato nessun intervento di consolidamento. Le imponenti rovine del Complesso di S. Domenico costituiscono l’opera architettonica più importante del Comune di Soriano Calabro
- OGGETTO centro storico religioso
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CARATTERI AMBIENTALI
Soriano Calabro è un Comune della provincia di Vibo Valentia, situato ai piedi delle ultime propaggini dell’altopiano delle Serre, all’estremità Nord della grande vallata del Mesima, tra Gerocarne, Sorianello, Pizzoni e Stefanaconi. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine; si raggiungono, infatti, i 607 metri di quota. Il territorio di Soriano Calabro è situato nella parte centrale della provincia, sul versante tirrenico dell’altopiano delle Serre, a 19 km a Sud-Est di Vibo Valentia, alla sinistra della valle del torrente Caridi. La zona è incisa da corsi d’acqua subparalleli che determinano ampi bacini imbriferi ed una estesa rete idrografica. CARATTERI AMBIENTALI: il centro storico di Soriano Calabro insiste su un complesso di sabbie ed arenarie, da bruno-chiare a biancastre, a grana da fine a grossolana, caratterizzato da una scarsa resistenza all'erosione ed elevata permeabilità (Cenozoico; Pliocene: Medio-Calabriano). Il Comune di Soriano Calabro è arroccato alle pendici del Monte Poro, nell’area dell’alta valle del fiume Mesima, cinto dalla "Collina degli Angeli" e lambito dai torrenti "Caridi" e "Cornacchia". Il paese è situato sul versante tirrenico dell’altopiano delle Serre, nella parte centrale della Provincia, a 19 km, a Sud-Est di Vibo Valentia, capoluogo della omonima provincia (della quale fa parte)
- LOCALIZZAZIONE Soriano Calabro (VV) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Via Roma, Soriano Calabro (VV)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Molte sono le ipotesi sulle origini del centro storico di Soriano Calabro, ma gli storici sono concordi nell’indicare, che il primo insediamento urbano si sia sviluppato intorno al VII-VIII sec. d.C., cioè all’epoca in cui infuriò in Oriente l’eresia iconoclastia (lotta al culto delle immagini sacre) ad opera dell’Imperatore Leone III l’Isaurico (717-741), prima e dell’Imperatore Costantino V Copronimo (741-775), dopo. A dare origine al paese sarebbero state folte schiere di profughi orientali, guidati da gruppi di monaci dell’Ordine di San Basilio, i quali, per sfuggire alle spietate incursioni dei Saraceni, si spinsero all’interno di questo territorio, alla ricerca di un rifugio sicuro e tranquillo. Infatti, ne sono una testimonianza i vari Monasteri eretti nella zona, tra i quali, il più sontuoso, era quello dedicato a S. Maria degli Angeli, il quale sorgeva proprio sul colle che sovrasta l’attuale paese. Soriano cambiò sito diverse volte finché, al tempo delle incursioni turche (814-1077), il paese fu trasferito in collina e precisamente su quella ripida dorsale rocciosa posta tra il fiume "Cornacchia" e il torrente "Chianello" (dove oggi è arroccato l’abitato di Sorianello) che, scendendo quasi a picco nella vallata, costituiva di per sé una naturale e sicura barriera, contro i frequenti assalti delle orde saracene. Per maggiore sicurezza gli abitanti costruirono poi in cima all’abitato, una torre di avvistamento e cinsero di solide mura il paese, che divenne un vero e proprio fortilizio inespugnabile. Ma Soriano non era solo una città fortificata, era un luogo di passaggio obbligato; sia sulla direttrice Est-Ovest, che su quella Nord-Sud e allo stesso tempo costituiva un nodo commerciale di primo piano dell’intera Provincia. Soriano, insignificante paesino fino all’anno mille, acquistò importanza solo con l’arrivo dei Normanni; sia perché il Conte Ruggero I (ultimo figlio di Tancredi d’Altavilla), lo pose subito sotto la propria Signoria (con il titolo di feudo), sia perché, a causa della sua ubicazione, divenne presto un importante anello di congiunzione tra: il centro Monastico di Serra San Bruno e quello Mileto (capitale della Contea di Calabria e di Sicilia), dove Ruggero aveva fissato la propria residenza. Con l’arrivo dei Normanni, subentrati ai Goti e ai Longobardi, iniziò, per Soriano un’era nuova. Al paese fu riconosciuta la giurisdizione sui villaggi di San Basilio e di Santa Barbara. Però Soriano relegato su quel costone di roccia (dove oggi insiste Sorianello) e racchiuso tra le sue fortificazioni, che la rendevano inespugnabile, non aveva alcuna possibilità di sviluppo urbanistico. Non appena le incursioni piratesche cessarono, i suoi abitanti, avvertirono la necessità di trasferirsi, in spazi più ampi e più adatti alle loro attività agricole e pastorali. Venne, così scelta, una vasta pianura a Sud del paese, nella vallata sottostante, alla confluenza del fiume "Cornacchia" col "Caridi", lungo la strada per Monteleone. Il nuovo agglomerato urbano, fu chiamato dapprima "Suburbio di Soriano", poi "Casale di Soriano" ed infine "Terra di Soriano di basso", per distinguerlo dal primitivo paese, che prese il nome di "Terra di Soriano dell’alto". Il suburbio di Soriano, era suddiviso in quattro borghi, il più importante era quello denominato “Piazza”, in cui si trovava il palazzo del Conte e la Chiesa di San Martino. Gli altri minori, si chiamavano: “Barca”, “Nicolello” e “Nigliani”. I quattro borghi, formavano un quadrilatero, del quale quello denominato “Piazza” si estendeva nella parte più a Nord, cioè, verso il fiume “Caridi”; mentre quello di “Nigliani”, occupava l’angolo più in alto, verso il fiume "Cornacchia". Il Conte Ruggero I il Normanno, governò Soriano fino alla sua morte, avvenuta a Mileto il 21 giugno del 1101. Alla morte di Ruggero I, successe al trono, il figlio Ruggero II (ancora bambino). Ma dopo la reale stirpe dei Normanni, la prima Signoria, di cui si ha notizia, fu quella di Donna Lionarda Tronese da Palermo che, nel 1226, essendosi unita in matrimonio con un nobile, della Casa Cuncublet, ebbe in dote la Terra di Soriano a quel tempo di pertinenza dello Stato di Arena. Successivamente, divenne Signore di Soriano, Riccardo Cuncublet, già padrone dello Stato di Arena, per investitura del Re Carlo I d’Angiò. Dal 1294 al 1309, feudatario di Soriano, fu Roggeri del Sanguineto, succeduto a Riccardo Cuncublet, a cui Carlo II d’Angiò aveva confiscato tutti i suoi Stati. Nel 1309, però, essendo salito al trono il Re Roberto, questi, per intercessione del Capitano Roggeri D’Oria, restitituì a Riccardo Cuncublet tutti i suoi possedimenti, tra cui anche il feudo di Soriano. Alla morte di Riccardo, si succedettero, altri sei eredi della sua casata, i quali divennero Signori di Soriano. Nel 1501, dopo la Signoria dei Normanni, il feudo di Soriano, fu elevato a Contea da Ferdinando II d’Aragona, il quale l’affidò a Galeoto (primo Conte di Soriano), della nobile casata dei Carafa della Stadera. Galeoto divenne, quindi, il capostipite di una illustre Signoria, che governò Soriano, per ben 142 anni. Settimo e ultimo Conte di Soriano, fu Francesco Maria Domenico Carafa, alla sua morte avvenuta nel 1648, non esistendo eredi legittimi, la Contea di Soriano, “fu devoluta in beneficio del Regio Patrimonio della Maestà Cattolica di Filippo IV, Monarca di Spagna”, alla cui disponibilità rimase per quattro anni prima della successiva infeudazione. Nel 1510, nasceva a Soriano un profondo sentimento religioso, per il Patriarca San Domenico di Guzman, in onore del quale venne intrapresa, la costruzione di un grande Santuario, con annesso il Convento. L’edificio, fu innalzato lungo l’argine sinistro del torrente "Cornacchia", non molto lontano dal borgo "Nigliani", su un pianoro, che si estendeva fino alle falde della Collina degli Angeli. Sebbene non ancora completato, il Santuario, vent’anni dopo era già famoso. Fu oggetto, di particolare attenzione da parte di Pontefici e di Monarchi, mediante la concessione di generosi favori spirituali e materiali. Il Santuario, raggiunse però, il suo massimo splendore tra la seconda metà del 16° secolo e la prima metà del 17° secolo. A quel tempo Chiese, Conventi e tempietti dedicati a San Domenico in Soriano, furono innalzati in molte città e in molti paesi d’Italia e d’Europa e persino nelle Americhe; tutto ciò, contribuì a diffondere ovunque il nome di Soriano. La fama delle grazie ricevute, attirò poi, una moltitudine di fedeli nel Santuario sorianese, il quale, ben presto acquistò una grande notorietà in tutto il mondo cattolico. Nel 1535, venne addirittura, ospitato nel Convento, il Re Carlo V d'Asburgo (1500-1558), di ritorno da Tunisi. La notorietà del santuario di Soriano, andò sempre crescendo e aumentò ulteriormente, dopo il 1652, quando i Frati del Convento Domenicano di Soriano, decisero di acquistare dal Monarca di Spagna Filippo IV (per la somma di 84.000 ducati), la Contea di Soriano (con i Casali di San Basilio, Motta Sant’Angelo e Santa Barbara) che, era rimasta "vacante" (senza eredi), per la morte di Francesco Maria Domenico Carafa (1648), ultimo Conte di Soriano. Da questo momento, la storia Soriano, si fuse con quella del Santuario di San Domenico. Il priore del Convento, divenendo Signore di Soriano, poté fregiarsi del titolo di Conte e godere di tutti i privilegi, a lui concessi, fra cui la facoltà di amministrare la giustizia. Il Convento, svolse un’intensa attività umanitaria: si prese cura delle popolazioni del contado, non opprimendole con gravami fiscali (dopo l’acquisto della Contea), prestò loro ogni sorta di aiuto in occasione di pubbliche calamità (la peste del 1656 e del 1742, il terremoto del 1743), fece costruire: acquedotti, mulini e frantoi; incrementò l’artigianato (specialmente quello relativo alla manifattura della cera e del sapone) e istituì una farmacia a beneficio di tutti i cittadini della Contea. Il Monastero di Soriano, ormai all’apice del suo splendore, sembrava destinato a dover restare per secoli un imperituro monumento di fede e d’arte; ma il 5 novembre del 1659, uno dei tanti terremoti, che nei secoli funestarono la Calabria, demolì completamente, il Santuario e l’annesso Convento. Soriano, fu raso al suolo e poiché il terremoto avvenne di notte, quasi tutti gli abitanti perirono. Non passò, però, molto tempo da quel terribile evento sismico, che sulle rovine dell’antico Santuario, venne edificato un nuovo imponente complesso monastico, il cui promotore fu il Sovrano di Spagna, Filippo IV. Per la redazione del progetto, venne incaricato l’architetto romano Padre Bonaventura Presti, certosino, che prese a modello l’Escoriale di Madrid (grandioso Monastero eretto nel 1562), ma con dimensioni più modeste. Sorse così, nel giro di pochi anni, una struttura architettonica di vaste proporzioni. Il Monastero di Soriano, che si estendeva su una superficie di 24,000 mq, era, infatti, veramente superbo: spaziosa e luminosa Chiesa a croce latina (in granito e travertino), a una sola navata ma con otto cappelle; maestoso era il campanile che si eleva per oltre 40 metri, severi ed armoniosi i chiostri cinti da imponenti porticati su colonne, sotto i quali si apriva l’accesso alle stanze dei monaci e alle “officine” della Comunità. Con la ricostruzione del Santuario ed il conseguente sviluppo del suburbio, si determinò una netta divisione fra: la parte bassa del paese (Soriano Inferiore) e la parte alta (Soriano Superiore). Ma mentre, Soriano Inferiore, si avviava a diventare uno dei centri più importanti della Calabria Ulteriore, un violentissimo e catastrofico terremoto, cioè, quello del 5 febbraio del 1783, distrusse totalmente il paese. I danni maggiori li subì il Santuario di San Domenico. Il movimento tellurico del 5 febbraio del 1783, che distrusse totalmente il Santuario e rase al suolo Soriano Inferiore, diede l’avvio alla decadenza dell’Ordine Domenicano e conseguentemente, al declino del paese. Due furono i fattori, che contribuirono a tale decadimento. Il primo, fu l’istituzione della “Cassa Sacra”, la quale (autorizzata dal Re Ferdinando IV), si assunse il compito: di requisire tutti i beni degli Enti religiosi sinistrati, di raccoglierne le rendite e di devolverle, per la riedificazione delle Chiese e dei Monasteri, distrutti dal terremoto. Ma i fondi ecclesiastici, non furono mai impiegati a beneficio del culto. Il governo Borbonico, ritenendo che sarebbe stato troppo oneroso, riedificare le Chiese e i Conventi, distrutti o danneggiati dal sisma, requisì tutte le terre ed i beni posseduti dagli Ecclesiastici, pensando che sarebbe stato più appropriato, utilizzare tali rendite per la realizzazione di opere pubbliche. Si diede, quindi, inizio all’esecuzione di opere di pubblica utilità (strade, ponti, case, etc.), ma il progetto, forse troppo ambizioso, naufragò ben presto, soprattutto, per l’insufficienza dei mezzi. Dei beni sottratti agli Ecclesiastici, si avvantaggiarono, non pochi borghesi furbi e senza scrupoli, i quali riuscirono ad acquistare per pochi soldi, una gran quantità di terre. Il secondo motivo, che concorse al declino dell’Ordine Domenicano e di Soriano, fu l’invasione francese (1796-1815). La Calabria, insieme con il rimanente Stato Napoletano, cadde sotto il dominio dei conquistatori napoleonici (1796- 1815), i quali, non solo non furono con gli Ordini religiosi più benevoli dei Borboni, ma dalle Chiese e dai Monasteri trafugarono quanto di prezioso e di artistico vi si trovava. Con la caduta dell’Ordine Domenicano, che di Soriano aveva fatto una vera e propria città monastica e il cui feudatario era stato (per più di un secolo) il Priore del Convento; si avviò al tramonto anche l’organizzazione cittadina. Nel 1799, con l’ordinamento amministrativo, dato dal Generale Championnet alla Repubblica partenopea, Soriano, venne considerata Comune nel Cantone di Tropea (dipartimento della Sagra). I Francesi, che nel 1806, riordinarono l’Amministrazione civile del Regno in conformità a quella francese, fecero di Soriano, un “Governo” comprendente le “Università” di Sorianello (staccata da Soriano e resa autonoma), Pizzoni, Arena, Acquaro, Dasà, Ciano, Pronìa, Patania, Miglianò e Melicuccà di Soreto. Nel riordino amministrativo istitutivo dei Comuni, effettuato dagli stessi Francesi nel 1811, Soriano assurse a capoluogo di circondario, del quale facevano parte i comuni di: Pizzoni, Ciano, Sorianello (con la frazione Sant’Angelo), Gerocarne (con frazioni Pronìa, Patania, e Miglianò) e Vazzano (con la frazione Santa Barbara). Tale struttura amministrativa, non fu modificata, né con il ritorno dei Borboni (1815), né con la costituzione del Regno d’Italia (1861). Soltanto nel 1875, divenuta la Calabria, una sola regione con tre provincie, esistenti al tempo dei Borboni, vennero rivedute le competenze territoriali dei Comuni e le loro denominazioni. Il Comune di Soriano, rimase capoluogo di circondario, ma al nome di “Soriano”, venne aggiunto l’aggettivo “Calabro”, per distinguerlo dai Comuni con lo stesso nome
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800177784
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0