centro storico, montano, agricolo, difensivo, Pietrapaola, Petra Paula (denominazione storica, cit. 1276), Castrum Petrapaule (denominazione storica, XIV-XV sec.), Pietro Paolo (denominazione storica, cit.1788) (ultimo quarto XIII)

Pietrapaola, 1276 - 1276

Il borgo antico è sovrastato da due rupi: la "Rupe del Salvatore", con una testimonianza di arte rupestre all'interno della Grotta del Principe, accessibile solo su gradini scavati nella viva roccia, e la cosiddetta "Timpa del Castello", utilizzata probabilmente al suo interno come antica fortezza baronale. Tra le testimonianze storico-architettoniche figurano l'Arco del Colonnello, una delle principali porte d'ingresso del paese; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, di origine medievale; le cosiddette Muraglie di Annibale, circuito difensivo brettio risalente tra il IV e il III secolo a.C., costruito con blocchi di conglomerato locale non squadrati

  • OGGETTO centro storico montano, agricolo, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro della provincia di Cosenza sulle ultime pendici della Sila Greca situato a 375 metri s.l.m. lungo un pendio roccioso alla destra del fiume Trionto affacciato sullo Ionio. È compreso nell’ambito territoriale della Comunità montana Sila Greca
  • LOCALIZZAZIONE Pietrapaola (CS) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Fiori, Pietrapaola (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Pietrapaola è sorta in una zona abitata fin da tempi preistorici, come testimoniano le vestigia di un insediamento della prima età del ferro, scoperte nei suoi dintorni. È di probabile origine brettia, etnia italica dedita prevalentemente alla guerra, alla pastorizia e all'agricoltura. Sull’origine del nome di Pietrapaola ci sono varie interpretazioni, esse devono collocarsi almeno nel basso Medioevo in quanto il borgo, è menzionato in un documento del 1276, nel quale è riportato come Petra Paula, anno di dominazione Angioina, quando Pietrapaola fu concessa in feudo al milite francese Elia De Tuello. In seguito, fin dai primi anni del 1300, appare come centro abitato di notevole interesse economico. Il feudo passò di mano in mano: da Tommaso Guindazzo (1471) a Diego Cavaniglia conte di Montella (1472) a Giovanfrancesco Sanseverino, conte di Caiazzo, al quale i feudi furono confiscati. Alla fine del Quattrocento Pietrapaola passò a Ferrante d'Aragona, figlio naturale del re e futuro duca di Montalto. Ai suoi eredi il feudo restò per circa un secolo, allorchè entrò nei domini dei Ruffo principi di Sicilia e poi di Giovan Michele Mandatoriccio che nel 1619 l'acquistò per 25000 ducati. Seguirono i Sembiase, patrizi cosentini ed eredi dei Mandatoriccio, che mantennero il dominio su Pietrapaola dalla fine del Seicento fino alla legge sull'eversione della feudalità emanata dai Francesi. Nei secoli XVI-XVII il paese fu più volte oggetto di incursioni da parte dei Turchi: una parte della popolazione riuscì a sfuggire all’attacco, rifugiandosi nelle numerose grotte scavate nel masso “Timpa del Castello”. Con legge del 19 maggio 1807 il paese fu elevato a luogo nel governo di Cariati, ma il decreto del 4 maggio 1811 lo retrocedeva a frazione di Mandatoriccio. Con i Borboni (1 maggio 1816) riacquistò l'autonomia, persa nuovamente nel 1928 quando rientro a fare parte del comune di Mandatoriccio. Divenne definitivamente autonomo nel 1934
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174371
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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