centro storico, montano, agricolo, Verbicaro (XI)

Verbicaro, XI

Centro montano, di antiche origini. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, non mostra segni di espansione edilizia. Urbanistica interessante per l'omogeneità dell'insieme. In rapporto alla sua configurazione topografica ne deriva che Verbicaro sia sorto come "castello" che si estendeva dal palazzo antico baronale sino a Bonifanti. L'antico palazzo baronale conserva ancora il nome di Castello. Si vedono ancora le strutture di un paese rifugio: mura di difesa con tre porte d'accesso all'abitato. Nella parte antica del paese sono presenti gli avanzi delle mura difensive che circondavano l'abitato. Tra i monumenti di interesse ricordiamo la parrocchiale dell'Assunta, la chiesa di San Giuseppe (sec. XIX), la chiesa della Madonna delle Nevi, il palazzo feudale. PROSPETTIVE DI SVILUPPO: in relazione al riassetto dell'agricoltura. PERMANENZE URBANISTICHE: Disordinato impianto originario. TIPOLOGIA URBANA: Indifferenziata con sviluppo confuso. CONDIZIONE ORIGINARIA: Pastorizia e di difesa. CONDIZIONI ATTUALI: Il centro storico assolve funzioni residenziali

  • OGGETTO centro storico montano, agricolo
  • CARATTERI AMBIENTALI Situato a 428 m s.l.m. sul versante tirrenico della catena del Cozzo Pellegrino, contrafforte del gruppo del Pollino. L'abitato sorge in pendio sul fianco destro della valle del torrente Abatemarco al di sotto di una bassa dorsale a nord della quale si apre la valle del Lao. E’ compreso nel Parco Nazionale del Pollino
  • LOCALIZZAZIONE Verbicaro (CS) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Vico I Impietrata, Verbicaro (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Alcuni storici identificano Verbicaro con l'Aprustum dei Bruzi o con Vergae. Il nome del paese è di origine incerta per le varianti etimologiche; da Vernicaio, così denominato per la chiarezza dell'aria, "a vernante aere dictum" (secondo Gabriele Barrio, monaco e scrittore, che nel 1571 scrisse: "De antiquitate et situ Calabriae), a Bernicaro e Berbicaro, in dialetto Vruvicaru, che potrebbe significare etimologicamente luogo di pastori, dal latino "berbicarius", pecoraio o per la derivazione etimologica dal latino vervex, pecora. La denominazione di Verbicaro, quindi, potrebbe essere derivata, con fondatezza di ragione, secondo l'ipotesi etimologica, dai luoghi, dove il borgo sorse, brulli, impervi e selvosi, abitati e frequentati da pastori. L'abitato attuale, probabilmente, fu fondato, nell’XI secolo, intorno ad un insediamento basiliano, nell'attuale area del rione Buonifanti. Nel 1313, Verbicaro, compreso nella contea di Lauria, fu infeudato a Ruggiero Sambiase; appartenne successivamente ai Pappadoca e ai Papasidero. Nel corso del Quattrocento, pervenne ai Castelar che, nel XVII secolo, la vendettero al cosentino Angelo de Matera. Ultimi feudatari furono i Cavalcante. Venne quasi completamente spopolato da un'epidemia nel 1656. All’inizio dell’Ottocento Verbicaro è certamente uno dei paesi più popolati del distretto di Paola. Nel 1807 i francesi, ne facevano una sede del cosiddetto "Governo" di cui facevano parte vari paesi, definiti come "Università" tra cui ritroviamo Grisolia con le frazioni di Cipollina e Abatemarco, Maierà con Cirella. Nel 1811 col decreto istitutivo dei comuni e dei circondari, viene aggiunto nel circondario di Verbicaro, il comune di Orsomarso. Con l'unità d'Italia divenne comune autonomo e capoluogo di mandamento
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174370
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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