centro storico, di crinale, montano, spontaneo, difensivo, Saracena, Saracina (denominazione originaria, X sec.), La Saracena (denominazione storica) (X)

Saracena, X

CARATTERIZZAZIONE DEL TERRITORIO: sotto il profilo morfo-fisiografico si distinguono due principali settori. Il primo, occidentale, ha carattere montuoso ed è sede di importanti rilievi calcareo dolomitici; nella parte sud-occidentale lembi di rocce metamorfiche epizonali, il secondo settore, orientale, ha caratteristiche di bacino ed è sede di terreni terziari e quaternari. Lungo i margini si raggiungono i massimi gradienti clivometrici che si traducono in forme che assumono i caratteri di scarpate di faglia molto alte (fino a oltre 800m) come avviene nelle gole del Raganello, oppure quelli di una gradinata di scarpate, con alternanze di forme sintetiche ed antitetiche con un set predominante. CARATTERI IDROGEOLOGICI: l'idrogeologia del territorio è costituita da terreni scarsamente permeabili, tranne per un tratto nel settore meridionale in cui i depositi alluvionali sono a contatto con rocce carbonatiche. Affioramenti di termini calcareo dolomitici sono invece estesamente rappresentati nelle aree montane. I bacini idrografici sono quelli del fiume Crati (P=320km ed S=2.447Kmq). I corsi d'acqua principali invece sono il Fiume Garga, il torrente Grongo, il fosso Commarusso ed il fiume Lao. PAESAGGIO URBANO: Piazza Santo Lio, Ex convento cappuccini (bellezze panoramiche/punti di vista/belvedere); Giardino di Palazzo Mastronardi (parchi e giardini) SISTEMA VIARIO: Strada Provinciale 169, Strada Provinciale 143 (percorsi di controcrinale); Via Vittorio Emanuele (percorso di matrice); Via Nilo (percorso d’impianto); Via Lave (percorso di collegamento) SISTEMA EDILIZIO: impianto a quartieri (Petrastria, Palazzo, Porta delli Pagani, Vallina, Carbonara, Porta delli Ferrari, Santo Nicola, Scarano, Spina Santa, Le Armi). L’impianto urbanistico di Saracena si presenta con una disposizione dei fabbricati e della viabilità alquanto intricata dipendente dalla morfologia del territorio. La tipologia edilizia prevalente è costituita da tre livelli fuori terra, con un piano terra un tempo destinato al ricovero degli animali (catoio). Sporadici i casi di residenze della media borghesia caratterizzati sempre da tre livelli, ma con altezze interpiano elevate e piano terra destinato alle carrozze SISTEMA DIFENSIVO: Castello, Mura (cinta muraria fortificata con quattro porte) BENI CULTURALI DA VALORIZZARE: Palazzo Mastronardi

  • OGGETTO centro storico di crinale, montano, spontaneo, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI AREA STORICO-GEOGRAFICA: Pollino DESCRIZIONE GEOGRAFICA: abbarbicato arditamente a mezza costa sulle propaggini appenniniche, Saracena è un comune in provincia di Cosenza, distante 72 chilometri dal capoluogo. Fa parte del Parco Nazionale del Pollino. L'abitato, posto a 600 metri sul livello del mare, guarda, a Sud-Est, la pianura di Sibari e il mare Jonio. Paese dal clima particolarmente salubre ha un territorio di 111,51 kmq, di cui oltre cinquemila di montagne ricoperte da superbe faggete. Le zone montane che circondano Saracena sono tra le più belle e meglio conservate dell'area del Pollino. Tra boschi di faggi e di castagni secolari si aprono deliziose vallette che in primavera si ricoprono di una moltitudine di fiori coloratissimi, su un tappeto di erba di un intensissimo verde. Altre vette importanti sono il Monte Scifarello (m 1650), il Monte Caramolo (m 1827 ). A Sud-Ovest del centro abitato scorre il fiume Garga che, in località Madonna della Fiumara, forma un "civettuolo" laghetto artificiale, che alimenta una centrale idroelettrica. Altri corsi d’acqua portano il nome di Rossale e Venaglie. DEFINIZIONE GEOLOGICA: le formazioni affioranti sono marine e risalgono al mesozoico triassico e sono costituite da calcari finemente cristallini occasionalmente laminati con intercanalazioni di argillite foglettate
  • LOCALIZZAZIONE Saracena (CS) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Carlo Pisacane, Saracena (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L’area circostante l’attuale comune di Saracena risulta abitata sin dall’età del Bronzo e del Rame. Ritrovamenti archeologici nel fiume Garga, in particolare nella Grotta di San Michele, risalgono infatti al periodo del tardo Eneolitico e della prima età del Bronzo (5000-4000 a.C.). La cavità carsica della Grotta di S. Michele è stata oggetto di tre campagne di scavo nel 1998, nel 2000 e nel 2003 a cura della Soprintendenza Speciale del Museo "Luigi Pigorini". Nella Grotta sono state rinvenute tre buche di palo di forma circolare con frammenti di ceramica e ossa insieme a pietre e ceramiche di diversa tipologia. Tra queste ultime si distinguono ceramiche impresse di tipo evoluto, fino ad ora mai attestate nella Calabria settentrionale, e più comuni ceramiche dipinte. Sullo stesso lato su della Grotta di Sant'Angelo si trova una collinetta che gli abitanti di Saracena chiamano "Cittavetere". In quest’area, secondo la tradizione popolare, sarebbe sorta l'antica saracena, la città enotria di Sestio, in corrispondenza dell'istmo che attraversa la Calabria da Sibari sullo Ionio a Cirella sul Tirreno di cui Strabone precisa l'estensione fissandola a trecento stadi. Secondo la credenza più diffusa, infatti, il borgo sarebbe sorto sulle rovine dell’antica Sestio, città enotria citata dall’autore greco Stefano Bizanzio e da Strabone, come riferito da Gabriele Barrio nel De antiquitate et situ Calabriae: «Ubi Summorano abieris ad occiduum, Saracenam oppidum invenies, Sextum olim, ut coniicio dictum ab Oenotriis conditum, ut scribit Stephanus, qui ait:"Sextum Urbs Oenotrorum mediterranea». La posizione del Barrio è ripresa ai primi del Seicento da Marafioti che così scrive: «In questa medesima parte della Provincia, appresso Altomonte, per distanza di cinque miglia incirca, s’incontra l’antico Castello Sestio, così chiamato secondo l’antico nome, fabbricato dagli Enotrii, che è annoverato tra le altre molte Città Enotrie mediterranee, oggi secondo l’uso comune chiamato Saracena, accanto il quale discorre il fiume Garga (…)». Padre Fiore (1691) definisce Saracena: «Terra antichissima è la medesima che già fiorì col nome di Sestio, edificata dagli Enotrii». La medesima versione viene confermata nel XVIII secolo dall’abate Giovanni Battista Pacichelli nella sua opera "Il regno di Napoli in prospettiva" (1703), in cui, parlando di Saracena dice: «Non può dubitarsi che sia questa Terra l'antica Città di Sestio numerata da Strabone e Stefano di Bisanzio tra le molte città degli Enotri (…)». Intorno al 900 d.C. il territorio su cui sorgeva l’antica Sestio, ormai in rovina, fu conquistato dalle popolazioni arabe stanziatesi lungo la Valle del Crati. La fondazione di un primo nucleo abitativo di Saracena si fa comunemente risalire a questa fase storica, nel corso della quale i Saraceni, da cui deriverà l’attuale denominazione del borgo, realizzarono un insediamento caratterizzato da un labirinto di stretti vicoli e stradine. Intorno all’anno Mille Saracena fu presa d’assalto e distrutta dall’esercito imperiale di Costantinopoli. La leggenda narra che i pochi superstiti messi in fuga furono guidati da una donna ignuda e scapigliata avvolta in un lenzuolo, come appare nel timbro comunale e nell'attuale stemma del comune, e fondarono Saracena intorno ad un fortilizio che sorgeva di fronte a Sestio, sull'altra sponda del Garga. A questo periodo risale molto probabilmente la fondazione della più antica chiesa di Saracena, S. Garia del Gamio (dal Greco “yamos”: nozze), titolo riferito all’episodio delle Nozze di Cana raffigurato in un dipinto venerato fino a poco tempo addietro sull’altare maggiore del sacro tempio dove in sostituzione fu posta una statua marmorea, tuttora in loco. Non si conserva alcuna documentazione attestante l’origine della chiesa, ma il rito greco-bizantino è confermato dall’orientamento dell'edificio da Ovest a Est e dalla presenza di una cripta ricoperta a volta, d’impianto preromanico. Con l’arrivo dei Normanni, Saracena divenne dominio feudale. Il feudo fu in origine dei Duchi di San Marco e nel Cinquecento venne incluso nel Principato di Bisignano, sotto i principi Sanseverino. Valutata quarantamila ducati, questa Terra, nel Seicento fu acquistata all’asta dal Duca Laurenzana Gaetani per 45.000 ducati. Nel 1611, secondo P. Fiore, o nel 1613, come sostiene Pacichelli, Saracena passò alla famiglia Pescara di Diano, a quel tempo Signori delle Terre di San Lorenzo, Mottafollone e San Sosti col titolo di Duchi. Questi detennero il feudo fino al 1716, quando fu permutato con Bavalino di pertinenza degli Spinelli di Scalea, cui rimase fino all’eversione della feudalità (1806). Con il nuovo ordinamento amministrativo dato alla Calabria dai Francesi nel 1799, Saracena venne riconosciuto Comune e assegnato al Circondario di Castrovillari. La Legge 19 Gennaio 1807 ne fece un Luogo, Università nel Governo di Lungro. Nel riordino del 4 gennaio 1811 Saracena rientrò nel Circondario di Castrovillari. Tra gli anni '50 e '60 del Novecento l’Amministrazione Comunale decise di demolire i ruderi del castello di origine medievale (XIII secolo) per costruirvi la nuova sede municipale e una scuola elementare
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174355
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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