centro storico, di crinale, spontaneo, difensivo, Rose, Rosa (denominazione originaria, cit. 1276), Arentha (denominazione storica, IV a.C.), Aratha (denominazione storica, IV a.C.) (fine/ inizio X-XI)
CARATTERIZZAZIONE DEL TERRITORIO: Rose è posto sulle colline presenti a destra del fiume Crati che costituiscono il raccordo tra la valle e l’altopiano silano. Il centro è collocato su uno dei molti crinali che, uniti alle strette valli, disegnano un paesaggio collinare articolato in rapida ascesa, dove gli usi agricoli dei suoli sono per lo più costituiti da uliveti che scendono sui ripidi versanti. CARATTERI IDROGEOLOGICI: ai fianchi della collina su cui si adagia il nucleo storico di Rose il bacino del Crati è composto due torrenti: il Javas a nord ed il Vallone delle Manche a sud, e tutti e due sfocianti nel fiume Crati, dopo essersi congiunti ai "Vallonarì"; al lato N, tra il Javas e la collina, vi è "Guarizzo". PAESAGGIO URBANO: Belvedere in località Mantra Piccola; Belvedere in via Serrone; piccolo parco giochi in Piazza Monumento ai Caduti. SISTEMA VIARIO: SP 247, via XX settembre (percorsi di crinale); via Le Grazie e via Chiesa Matrice (percorsi matrice). Sviluppatosi intorno ai due nuclei storici costituiti dal castello e dalla Chiesa Matrice, il centro storico di Rose presenta una formazione urbana caratterizzata da un fitto intreccio di vicoli. Non è presente, infatti, una strada che attraversi interamente l’abitato, ma tramite sopralluogo diretto è stato possibile rintracciare un percorso che collega il castello alla chiesa matrice. Tale percorso inizia con via Le Grazie per concludersi con via Chiesa Matrice. SISTEMA EDILIZIO: in parte a rioni (Pedale). SISTEMA DIFENSIVO: il castello ha del tutto perduto la sua funzione difensiva e per diversi secoli è stato adibito a residenza privata dei nobili succedutisi alla guida del feudo. Oggi esso ospita la sede del Municipio di Rose
- OGGETTO centro storico di crinale, spontaneo, difensivo
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CARATTERI AMBIENTALI
AREA STORICO GEOGRAFICA: Valle del Crati. DESCRIZIONE GEOGRAFICA: il comune di Rose si estende per circa 47 kmq ed è posto a 399 m s.l.m. su di un promontorio della sponda destra del fiume Crati che domina sull'omonima valle. Il territorio del comune risulta compreso tra i 124 e i 1.400 m s.l.m. Dista 19 km da Cosenza e 20 dall'altopiano Silano. L'orografia è prevalentemente collinosa, con poche zone vallive e molte di alta montagna. Il clima è generalmente mite ed asciutto con escursioni termiche giorno/notte mediamente di 10 gradi. Il comune è protetto dai venti spiranti dai quadranti orientali (E-SE) a causa del massiccio silano. Poche le precipitazioni nevose nella stagione invernale. Il comune fa parte della Comunità Montana Greca/ Destra Crati che comprende 11 comuni che gravitano tra la Valle del Fiume Crati, le pendici settentrionali della Sila Greca e i comuni montani del Pollino di lingua Arbëreshë. Inoltre fa parte della Riserva Naturale Biogenetica Statale Iona Serra della Guardia che comprende i comuni di Celico, Rose e San Pietro in Guarano. DEFINIZIONE GEOLOGICA: lo strato geologico dove insiste il comune di Rose è una formazione di origine marina risalente all'era Cenozoica, nell'epoca del Pliocene superiore, calabriano. I litotipi presenti sono sabbie ed arenarie tenere bruno chiare
- LOCALIZZAZIONE ROSE (CS) - Calabria , ITALIA
- INDIRIZZO Via Chiesa Matrice, ROSE (CS)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE In un’intervista rilasciata alla rivista “Corrispondenze Meridionali”, Rosario Curia sostiene la tesi secondo cui nello Stato dei Bruzi, sorto nel 356 a.C. sotto la guida di Cosenza, compare una località posta nei pressi del fiume Arente, affluente destro del Crati, chiamata appunto Arenthe o Aratha. Questa località, da non confondersi con Arintha, l’attuale Rende, coinciderebbe secondo Curia con l’originario nucleo di Rose sorto proprio nei pressi del fiume Arente e che, secondo Juliette de la Genière, in seguito alle invasioni barbariche sorse più a monte col nome di Rose. Il primo documento ufficiale sulla popolazione di Rose è contenuto nei Registri Angioini e la sua redazione risale al 1276, sotto il regno di Carlo d'Angiò. Si tratta di una ricevuta rilasciata dal Tesoriere della Regia Curia al Giustiziere della Valle del Crati e della Terra Giordana* per la tassazione delle terre che ricadevano sotto la giurisdizione di quest’ultimo. Il documento contiene il riferimento a “Rosa cum casalibus” tra i territori sottoposti a tassazione. All’epoca della redazione del documento la Calabria era divisa tra il Giustizierato della Valle del Crati e Terra Giordana a Nord e il Giustizierato di Calabria a Sud. Emilio Barillaro riporta la citazione di un documento datato 1324 nel quale il territorio di Rose viene indicato con il nome attuale: “in castro Rose e Perro de Rosa”. Sull’etimologia del termine esistono diverse tesi. Il nome Rose potrebbe derivare dall’ebraico rosh, che significa promontorio, riferendosi probabilmente alla conformazione geografica dello sprone di roccia su cui sorge il suo abitato, delimitato dai torrenti Guarizzo e Le Manche che si ricongiungono ai piedi del colle confluendo nel torrente Javas che a sua volta si immette nel fiume Crati (V. Padula, 1871). Secondo un’altra interpretazione invece il nome deriverebbe dalla nobile famiglia De Rosa che detenne il possesso del feudo fino al 1345 (G. Valente, 1973). Negli anni intorno al Mille Cosenza fu più volte soggetta alle incursioni dei Saraceni finché nel 975 fu completamente distrutta. In seguito, i superstiti di tale distruzione si rifugiarono presso le colline della valle del Crati, a poca distanza dalle montagne della Sila; fu così che nacquero i Casali di Cosenza e secondo Gustavo Valente, fu questa l’origine del borgo di Rose, che nacque dunque come insediamento difensivo, tesi quest’ultima avallata anche dal fatto che in alcuni documenti l’abitato è definito castrum. l primo feudatario di Rose fu Riccardo I De Rosa che nel 1199 fu nominato dall’imperatore Federico II a Napoli, barone di un castro nella Valle del Crati che proprio da lui prese il nome di Rosa. La famiglia de Rosa era originaria di Parma, ma in seguito all’uccisione di Gerardo Marzolani, membro di una famiglia rivale con la quale era in conflitto u costretta ad abbandonare la città per poi riparare nel Regno di Napoli. La presenza di questa famiglia a Rose è in stretta relazione con l’innalzamento a fortezza del castello, eretto sulla sommità della collina originariamente circondata da un fossato, come dimostra il fatto che ancora oggi la zona circostante il castello è indicata dai rosetani col toponimo "u’ fossatu" e che una delle strade adiacenti l’area del castello è proprio via fossato. Incoronato Re di Sicilia nel 1266, Carlo D’Angiò emana un’ordinanza regia datata 2 agosto 1268, nella quale dispone la restituzione al vescovo-barone della Diocesi di Bisignano, Ruffino, dei territori che gli erano sati precedentemente confiscati da Manfredi di Svevia. Il documento prevede inoltre l’assegnazione a Ruffino di nuovi feudi tra i quali compare anche Rose. Nella prima metà del XIV secolo Berengaria De Rosa sposò Pietro de Archis, così il feudo di Rose passò per successione femminile alla famiglia de Archis, originaria di Napoli, aggregata al sedile di Cosenza e decorata con le insegne militari da re Roberto D’Angiò. Durante la sua permanenza a Rose, la famiglia de Archis si occupò della ristrutturazione del castello la cui manutenzione fu affidata agli abitanti del luogo. Alla metà del XIV secolo il feudo di Rose passò nei domini di Filippo II Sangineto, conosciuto come Filippello, marito di Ilaria Sanseverino, figlia di Ruggero conte di Mileto. Intorno al 1370 Filippello assegnò il feudo di Rose in successione ai figli Giovannello, che morì nel 1380, e Margherita, contessa di Altomonte, che sposando Venceslao Sanseverino trasmise gli averi e il potere della famiglia Sangineto al casato Sanseverino. Tali possedimenti, comprendenti anche il feudo di Rose, costituirono il primo nucleo del potentissimo stato di Bisignano che divenne “Primo Principato del Regno” nel 1465 con la nomina di Principe conferita a Luca Sanseverino. Con il terremoto del 1638 numerosi edifici di Rose subirono ingenti danni. L’anno successivo, Cesare Firrao, portolano della città di Napoli, diventò Montiere Maggiore del Regno e nel medesimo anno procedette in Calabria all’ampliamento del castello di Rose, come testimonia un’iscrizione su lastra di marmo apposta all’ingresso del castello stesso. Con Privilegio del 16 luglio 1662, Re Filippo IV elevò il feudo di Rose al rango di Marchesato, conferendo così a Giacomo Salerno, nuovo feudatario del territorio, il titolo di primo Marchese di Rose. N ei primi decenni del XVIII secolo il patrimonio dei marchesi Salerno fu messo all’asta e nel 1729 il feudo di Rose venne acquistato dai principi di Luzzi, i Firrao, ai quali rimase fino all’eversione della feudalità
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174347
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0