centro storico, collinare, Amendolara, Amygdalaria (denominazione idiomatica, 1472), Mendularia (denominazione idiomatica, 1472), Herakleopolis Statio ad Vicesinum (denominazione originaria, III-V secolo), Lagaria (denominazione originaria, IX-VI secolo a.C.) (XI)

Amendolara, 1034 - 1038

AMBITO DI CONTESTO PDA: Sibaritide. CARATTERIZZAZIONE DEL TERRITORIO: il Comune di Amendolara è situato nella porzione nord-orientale della Calabria, al confine con la Basilicata. Questa zona, che rientra nella porzione dell’Alto Jonio Calabrese, si estende tra il Mar Jonio ad est, Serra del Prete-Monte Carnara ad Ovest, il Massiccio carbonatico del Pollino a sud-ovest e le piane di Sibari, a Sud, e di Policoro-Metaponto, a Nord. Il territorio di Amendolara e, più ingenerale il paesaggio dell’Alto Ionio cosentino, è caratterizzato da aspetti ambientali molto diversi fra loro e dalla presenza di sette sistemi paesaggistici distinti per valori naturali e posizionali, per caratteri e funzioni connesse alla loro utilizzazione da parte dell’uomo: Paesaggio montano: tra i 700 e gli 800 m s.l.m.; Paesaggio pedemontano: tra i 500 e i 700 m s.l.m.; Paesaggio collinare a declivio: tra 200 e i 500 m s.l.m.; Paesaggio collinare dei terrazzi: tra i 200 e i 300 m s.l.m.; Paesaggio di fondovalle: tra la linea di costa e i 100 m s.l.m. CARATTERI IDROGEOLOGICI: L’area dell’alto ionio si sviluppa a nord del sistema del Pollino, sul versante ionico, e si prolunga lungo una fascia orientata N-S, da Trebisacce - S. Lorenzo Bellizzi a Rocca Imperiale -Nocara. In Alto Jonio affiorano prevalentemente sedimenti fliscioidi di età cenozoica. Essi appartengono alla Catena Appenninica Meridionale, una catena montuosa a falde di ricoprimento (a vergenza nord-orientale) originatasi tra il Miocene ed il Pleistocene. Presso la costa, sedimenti quaternari terrazzati (argille, sabbie e conglomerati) si rinvengono fino a quote di alcune centinaia di metri s.l.m. Nella porzione sud-occidentale si rinvengono affioramenti di rocce carbonatiche di età mesozoica. Le litologie prevalentemente argillitico-arenitiche fanno assumere al paesaggio un aspetto collinare con estrema diffusione di frane e dissesti gravitativi anche profondi. In quest'area è documentata attività sismica storica rilevante solo nel settore orientale. SISTEMA EDILIZIO: Il CNS di Amendolara, delimitato dalla così detta ZONA A, è quello rappresentato dalla località Rione Vecchio. Annessi a questo rione, sono presenti Rione Timpone e Rione Borgo/via Roma di più recente formazione e comunque espansione del primo nucleo insediativo. All'interno di questi due rioni sono comunque presenti palazzi storici e un Convento Domenicano. SISTEMA DIFENSIVO: il sistema difensivo è rappresentato dal Castello (visibile) e dalla cinta muraria di età normanna (non più esistente). BENI CULTURALI DA VALORIZZARE: Chiesa di Sant'Antonio Abate: Ricostruita nel 1930 dopo il crollo, agli inizi del XX secolo, dell'originaria chiesa bizantina. Chiesa Madre di S. Margherita: Di originario impianto gotico, ma con interno a tre navate tipicamente romanico. In facciata campeggia il bel portale litico quattrocentesco e, nell’invaso, una serie di affreschi distessa epoca raffiguranti San Leonardo e forse Santa Margherita martire; completa le ricchezze della chiesa l’antico fonte battesimale e la croce astile processionale. Chiesa di S. Maria: La chiesa mariana di Amendolara fu edificata nel Rione Vecchio verosimilmente nell'XI secolo, probabilmente sui resti di una costruzione sacra più antica. Nonostante i molteplici rifacimenti e le aggiunte strutturali, la chiesa conserva ancora l'armoniosità e l'impostazione spaziale dell’epoca medievale. Interamente realizzata in muratura di pietra, presenta una pianta ad aula, ossia un'unica navata ad andamento rettangolare, è illuminata da due finestre laterali, trova conclusione in un'abside quadrangolare. I segni più evidenti dell'originaria fase architettonica rimangono nella zona absidale e nella cupola. Al periodo tardo-rinascimentale è ascrivibile il bel portale scolpito dell’ingresso principale; al Settecento sono ascrivibili l’iscrizione apposta sull'architrave, l'altare con balaustra in stile tardo-barocco, il pulpito, le cornici e gli stucchi che decorano la zona absidale

  • OGGETTO centro storico collinare
  • CARATTERI AMBIENTALI AREA STORICO GEOGRAFICA: Sibaritide (Fascia Costiera Alto Ionio). DEFINIZIONE GEOLOGICA: il territorio di Amendolara è ubicato nel settore Nord-Orientale dell’Arco Calabro-Peloritano, termine con il quale si indica un complesso edificio cristallino a falde di ricoprimento costituitosi tra l’Eocene ed il Tortoniano a seguito della collisione continentale tra la placca europea e quella africana. DESCRIZIONE GEOGRAFICA: il comune di Amendolara, con un'estensione territoriale di 64,21 kmq, ricade nella Provincia di Cosenza e più precisamente nella parte nord - orientale o area dell’Alto Ionio cosentino. Le quote del Comprensorio Comunale oscillano da zero a 803 metri s.l.m. (Bosco di Straface). Il reticolo idrografico del territorio comunale di Amendolara è caratterizzato da corsi d’acqua di diversa lunghezza, tutti direttamente influenzati dal regime pluviometrico e dall’acclività dell’area. I principali torrenti, Ferro, Straface e Avena, che si originano dal Massiccio del Pollino per poi sfociare nel Mar Ionio, hanno un andamento circa perpendicolare alla linea di costa. Presentano un regime torrentizio turbolento di fiumara, con lunghe magre estive ed improvvise piene invernali nelle quali trasportano a valle abbondante materiale detritico sia in sospensione che per rotolamento. Il territorio comunale si caratterizza per la presenza della montagna (Bosco di Straface), di colline e cinque terrazzi degradanti verso il mare, coltivati per lo più a cereali, viti, piselli e ulivi. I calanchi caratterizzano i versanti argillosi dei torrenti e la costiera si contraddistingue per la presenza di spiagge ciottolose. Il clima della zona è di tipo mediterraneo con inverno mite ed estate calda e siccitosa. Amendolara appartiene alla Comunità Montana dell’Alto Ionio, anche se tutt’oggi è in atto il riordino delle Comunità Montane. Confina con i Comuni di Albidona a Sud, Castroregio ad Ovest, Oriolo a Nord – Ovest, Roseto Capo Spulico a Nord. Il territorio comunale comprende due nuclei abitati: il Capoluogo, posto sul terrazzo più alto a circa 250 m s.l.m. ed a 3 km dal mare, e la frazione Marina ubicata sul livello del mare e sul pianoro contiguo. In particolare, si distinguono tre macro-tessuti identitari del sistema insediativo al Capoluogo ed uno alla Marina: Rione Vecchio, Rione Timpone, Rione Borgo/via Roma, la marina di Amendolara
  • LOCALIZZAZIONE Amendolara (CS) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Chiesa, Amendolara (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il territorio prossimo al centro storico di Amendolara risulta essere frequentato a partire dall'età neolitica (VI-IV millennio a.C.). Le più antiche testimonianze archeologiche presenti in località Rione Vecchio risalgono alla media età del bonzo. Probabilmente, l’area doveva essere, insieme a quella di S. Cavalcatore, sede di un abitato indigeno "protourbano" con annessa la sua vasta necropoli. Tra la fine dell'VIII e il principio del VII sec. a.C., sorta la colonia di Sibari, nasce l'insediamento greco-arcaico, indigeno/ellenizzato, di località San Nicola, posto nelle immediate vicinanze del centro storico. Sono presenti sul territorio indizi di un probabile tempio greco e tracce della romanizzazione nella Calabria settentrionale ionica. La presenza bizantina (IX-X sec. d.C.) all'interno del centro storico e quindi in località Rione Vecchio, è documentata dalla presenza della Chiesa di S. Maria, che mostra all'esterno un’abside ed una cupola bizantine e la Chiesa di S. Antonio Abate. Con i Normanni, capeggiati da Roberto il Guiscardo, fra il 1034 e il 1038, viene costruito il castello di Amendolara. Nel 1239 il Castello viene restaurato ad opera di Federico II di Svevia. Si è passato dalla originaria struttura fortificata con mura di cinta e torri con merli e feritoie aduna struttura avente l'aspetto di una casa gentilizia. Fino al 1266 la baronia fu in possesso di Ruggero della Amendolara, fino a quando con la battaglia di Benevento, gli fu tolta da Carlo I d'Angiò. Dopo la battaglia di Benevento, Amendolara, confiscata a Ruggero, passava, per volere di Carlo I d'Angiò, ai della Marra. Al tempo di Carlo II d’Angiò (1287-1309) la terra di Amendolara era passata a Geraldo Montalto e successivamente a Giovanni Cognetta, la cui figlia la portò in dote a Giordano San Felice intorno alla fine del primo quarto del 1300, entrando a far parte dei feudi della casa San Felice. Verso la fine del 1300 Amendolara entrò a far parte dei beni della famiglia Sanseverino. Sullo scorcio del XV secolo si verificò la fine della Signoria dei Sanseverino. Amendolara veniva tolta da Re Ferdinando di Aragona ai Sanseverino, caduti in disgrazia dopo la congiura dei baroni. Nel 1498 Amendolara veniva venduta a Giovan Vincenzo Carafa che ne fu Signore per 30 anni. Confiscata ai Carafa veniva venduta, dalla Regia Corte, al barone Cesare Pignatelli che, a sua volta, nel 1561 vendeva il feudo al Marchese di Cerchiara, Fabrizio Pignatelli, suo cugino. Fu Fabrizio Pignatelli il primo a consigliare al Vicerè spagnolo Don Pietro de Toledo, intorno al 1550, la costruzione delle torri costiere come valido e necessario sistema difensivo contro le incursioni dei Saraceni. Nel territorio di Amendolara, sul Capo Spulico, venne costruita quella che ora si chiama Torre Spaccata. Ai Pignatelli seguirono diverse famiglie: i Pignone di Oriolo (1566), i Loffredo (1574), i Gambacorta e i Castrocucco (1591), i Pignatelli di Bellisguardo (1627), i De Nobili (1692) e i Gallerano. Il XV secolo è caratterizzato dalla fondazione di un monastero domenicano. La data di fondazione è quella del 1450. Dal 1450 al 1521 il monastero ebbe la sua sede entro le mura dell'abitato medioevale. Il 16 giugno 1521 Leone X dà il permesso ai Domenicani di Amendolara di costruirsi un convento fuori le mura. Dopo il permesso del Papa e previo consenso del Vescovo di Anglona e Tursi, Giovani Antonio Scotius si costruì il nuovo convento in cima ad un colle e distante dalla cerchia delle mura medioevali solo qualche centinaio di metri. Al convento è annessa la chiesa di San Domenico. Il monastero di San Domenico fu in vita, ininterrottamente, fino al 1652 anno in cui fu soppresso inseguito alla bolla di Papa Innocenzo X. Poi fu riaperto. Con un decreto del 7 agosto 1809 il monastero fu soppresso un’altra volta e riaperto nel 1820 sotto la giurisdizione del Vescovo di Anglona e Tursi, nella cui Diocesi era compresa Amendolara. Nello stesso anno il convento veniva ceduto all'Ordine dei Minori Osservanti. I Francescani succedono ai Domenicani e restano nel convento fino al 1866, quando, in forza delle leggi eversive, il convento viene chiuso definitivamente. Nel primo quarto dell'800, a scapito dei vecchi feudatari, emerge la nuova classe sociale della borghesia terriera. La nuova classe di cittadini si sostituì in tutto ai vecchi feudatari e con l'entrata in vigore dei nuovi ordinamenti politici e amministrativi prese subito in mano la direzione della vita pubblica attraverso l'amministrazione del Comune e la gestione dei pubblici uffici. Nel Rione Vecchio è possibile vedere quelle che sono state le loro dimore. Si tratta di autentici palazzi signorili. Quelli più rilevanti sono i tre che si affacciano nel largo di S. Antonio Abate a formare un quartiere nobile del CNS. Si tratta di Palazzo Melazzi, della c.d. "Palazziata" dei Gallerano e di Palazzo Andreassi. Palazzo signorile fu anche il Castello normanno. Al di fuori del centro storico sono presenti, invece, Palazzo Pucci e Palazzo Grisolia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174282
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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