nucleo storico, di crinale, costiero, difensivo, Savuto, Sabbuti (denominazione storica, 1267) (XIII)

Cleto, XIII

L’abitato di Savuto si è sviluppato attorno al castello, costruito dalla prima monarchia angioina a salvaguardia delle vie di transito che dal mare si inoltrano verso l’interno. L'impianto urbanistico, di mezzacosta, saldamente ancorato ad uno sperone di roccia affiorante, presenta i caratteri dell'incastellamento con fortificazioni naturali (dovuti al declivio della rupe) e antropiche. Il tessuto abitativo, invece, presenta per lo più edilizia di base

  • OGGETTO nucleo storico di crinale, costiero, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI La località di Savuto dista 2,09 chilometri dal centro storico di Cleto di cui fa parte. E' posto in area collinare, su di uno sperone di roccia che affaccia sulla valle dell'omonimo fiume da cui prende il nome
  • LOCALIZZAZIONE Cleto (CS) - Calabria , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Dei Martiri 16 Marzo, Cleto (CS)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tra le vicende di abitanti greci che sbarcano sulle coste italiane e fondano colonie ricche e potenti, comincia a nascere e a svilupparsi Savuto, connessa alla vicina Cleto. Con gli Angioini, periodo in cui la costruzione dei castelli passa ad una fase più avanzata rispetto al periodo degli Svevi, il nuovo re di Napoli fa costruire il castello di Savuto, sulla sponda settentrionale del fiume, e lo pone a guardia delle vie di comunicazione che dal mare salgono verso l’interno, quelle stesse vie percorse sotto le bandiere verdi dell’Islam dai guerrieri. Il documento più remoto che si trova relativamente a questo feudo è la Bolla di Clemente IV del 1267 in cui si parla chiaramente di possedimenti terrieri che confinano con Pietramala e Savuto: "finibus Petraemalae et Sabbuti". Segue un documento del 1271: Bartolomeo da Sorrento chiede l’esonero delle collette per il casale di Sabuco in Val di Crati, che è stato abbandonato dai vassalli. Nel 1275-1277 la proprietà feudale di Savuto è ancora a nome di Bartolomeo di Sorrento mentre dopo la morte del re Carlo (1285), Savuto figura sotto la signoria dei Sersale. Nel 1385 signore di Savuto risulta Andrea: “Andrea Sersali, figlio di Jacomo, cavaliere di Sorrento, nel 1385 siniscalco del Regno e signore di Savuto, Pietramala, Motta, Domanico, Vennerello e Lago”. Poi è la volta di Antonio Sersale e infine Sansonetto, figlio di Antonio, confermato nel possesso dei feudi nel 1452. Dal castello di Savuto Alfonso Siscar, con diploma del 1524, concede a Paolo de Dominicis di Aiello di riscuotere tutti i diritti di cancelleria. La torre di Savuto, o di Bocca di Savuto, detta anche di San Giuseppe, è già in funzione nel 1576. Una relazione ad Limina del 1596 conferma l’appartenenza di Pietramala alla diocesi di Tropea, assieme ad altre otto città o terre (Amantea, Fiumefreddo, Aiello, Belmonte, Nocera, Castiglione, Longobardi, Savuto) e cinque casali (Falconara, San Pietro, Terrati, Serra e Laghitello). Dopo un breve passaggio a Fabrizio Pignatelli, marchese di Cerchiara, e poi ad Andrea Ardoino, il feudo di Savuto cambia nuovamente proprietà sul finire del Cinquecento, quando Carlo d’Aquino, avvia l’opera di ingrandimento dei possedimenti della Casa e nel 1591 acquista all’asta la baronia di Savuto, versando nel Sacro Regio Consiglio la somma di 21.050 ducati
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1800174256
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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