nucleo storico, montano, pianificato, a scacchiera, agricolo, Campomaggiore Vecchio (secondo quarto XVIII)
Campomaggiore Vecchio è il vecchio centro abitato dell'attuale Campomaggiore. Abbandonato dopo la frana del 1885, oggi è un "paese fantasma", abbandonato e allo stato di rudere. Nella parte centrale di tutto l’abitato vi è una vasta area rettangolare, libera di ruderi, che corrisponde alla piazza pubblica principale del paese. Al lato sinistro di questa vi sono altre quattro file di abitazioni diroccate, divise da vie a fondo battuto; le abitazioni sono tutte uguali, molto più piccole ed antiche di quelle al lato destro del paese. In fondo ad esse vi sono i resti di poche abitazioni più grandi e in seguito si apre una via principale con altre piccole e più antiche case in ordine sparso, fra cui i ruderi di un piccolo convento, con annessa chiesa. Nella griglia ordinata di case dei coloni, spiccano alcune emergenze architettoniche, dislocate attorno alla centrale Piazza dei Voti: il Palazzo Baronale, con corte centrale, e la prospicente chiesa di Santa Maria del monte Carmelo, in stile neoclassico, con navata unica e campanile; la sede del Municipio, la Canonica sul lato sinistro della chiesa, la Caserma dei Carabinieri Reali; il forno di Don Gaetano in prossimità del muro del palazzo. Va segnalata la presenza, un tempo, di un orto-giardino: la famiglia Rendina se ne era fatto costruire uno attiguo al palazzo, nell’angolo nord-est e delimitato da un muro perimetrale
- OGGETTO nucleo storico montano, pianificato, a scacchiera, agricolo
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro sito nell'Appennino Lucano, a 4 km est dell’attuale abitato di Campomaggiore, in un avvallamento a 473 metri s.l.m. a sinistra del fiume Basento
- LOCALIZZAZIONE Campomaggiore (PZ) - Basilicata , ITALIA
- INDIRIZZO Via Rendina, Campomaggiore (PZ)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Si pensa che abbia avuto origine dal ruolo avuto durante la lotta tra i Lucani e Romani, i quali avevano qui collocato un accampamento, il Campus Major. È probabile che in questo "Campo Maggiore" i Normanni stessi riunissero i loro eserciti quando mossero alla conquista di Melfi (1040-1041), da dove il loro dominio si ampliò in breve tempo in tutta l’Italia meridionale. Il toponimo è citato già nel Catalogus Baronum della metà dell’XI secolo. Nel 1268 insorse contro gli Angioini e nel 1298 fu feudo dei Della Marra, dei Campolongo (sec. XVI), dai quali passò a Cassandra Sabariano, marchesa di San Chirico, che, a causa del progressivo decadimento e dell’abbandono del feudo, lo vendette nel 1673 alla famiglia dei conti Rendina, i quali lo ripopolarono nel Settecento. Il borgo antico, città di fondazione pianificata nel 1741 dalla famiglia Rendina di origine beneventana, era considerato una città ideale, concepita secondo criteri innovativi per il tempo e con una visione antesignana di alcune correnti filosofiche che richiamano al socialismo utopico. Per ripopolare il borgo, già feudo abbandonato, venne emanato un editto nei paesi circostanti: tutti coloro che si fossero trasferiti a Campomaggiore avrebbero avuto la concessione gratuita di due tomoli di terra, la possibilità di tagliare le travi e le tavole necessarie alla costruzione dei tetti, con l’obbligo di piantare per ogni pianta di rovere o di cerro che si recideva, tre piante di alberi da frutta. Il fondatore, Don Carlo Rendina, fece erigere la prima cappella subito dopo l'acquisto del feudo; negli ultimi anni del XVIII, sotto la guida del conte Teodoro Rendina, nipote del conte Carlo Rendina, venne sviluppato il progetto di ristrutturazione del paese, affidato al giovane architetto Giovanni Patturelli, affinché venisse regolato il crescente ma disordinato sviluppo urbano di Campomaggiore. Ne derivò un impianto a scacchiera, con le case disposte lungo i principali assi stradali, con strade larghe che confluiscono in Piazza dei Voti e Piazza Rendina, nuovo centro urbano dove si affacciano il Palazzo, residenza dei conti con rimando all'architettura fortificata, la chiesa di Maria SS. del Carmelo con l'attigua canonica, la sede del Municipio e della Caserma dei carabinieri Reali. Il paese da 80 abitanti nel 1741, anno di fondazione, crebbe sino a 1525 nel 1885, anno della frana che fece scivolare a valle il paese. Non ci fu nessuna vittima ma la popolazione fu comunque costretta ad abbandonare le case per cercare rifugio altrove e il villaggio venne ridotto a un cumulo di macerie. La popolazione ricostruì l'abitato in località “Difesuola”, dove ora sorge l'attuale Campomaggiore detta anche Campomaggiore Nuova
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1700204601
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0