pozzo, privato, Pozzo del Palazzo del Seminario (SECOLI/ XVIII)

Lecce, SECOLI/ XVIII

Il pozzo ovale, opera di Giuseppe Cino, con il suo apparato decorativo, esibisce i prodotti di una natura generosa egregiamente scolpiti nella pietra leccese in pieno stile barocco nel 1709. Il soggetto principale è il tema del trionfo della terra e dell’acqua che collega la decorazione alla funzione propria del pozzo, frequente anche in alcune vere all’interno di giardini «profani» come quello di Palazzo della Ratta, in via Idomeneo 23, a Lecce. Al centro del cortile del Seminario, il pozzo, posizionato su un podio a tre gradini, presenta un tripudio di forme che occupano tutta la superficie lapidea; la decorazione a motivi fitomorfi ed acquatici, scolpita a rilievo nella gialla pietra leccese si concentra sul corpo della vera, la quale si collega all’arco superiore attraverso delle volute di raccordo che sporgono dai lati, tipici elementi di collegamento tra ordini architettonici che ritroviamo numerosissimi sugli altari delle chiese e sulle facciate degli edifici del barocco leccese. L’arco che sormonta l’ovale è impostato su due colonne a sezione quadrata che esibiscono ricchissimi capitelli a foglie d’acanto abitati da quatto spumeggianti teste di putti alternate da mazzolini di frutta, forse dei melograni, simbolo della Chiesa cristiana e della Passione di Cristo. Le colonne si congiungono elevandosi ad arco, sul quale compaiono le figure a tutto tondo di due putti che reggono festoni di fiori e frutta comodamente adagiati sul corpo di un delfino, animale che richiama, ancora una volta, il tema acquatico. A terminare la composizione, al centro dell’arco svetta su un piccolo podio fiorito la mutila scultura a tutto tondo di una figura femminile, forse sant’Irene, la santa martire di Tessalonica patrona della città di Lecce, prima dell’avvento seicentesco di sant’Oronzo

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