La grandiosa torre di avvistamento prende il nome dalla località in cui si trova, in provincia di Lecce, e ricade nell’amministrazione dei comuni di Melendugno e Vernole, in provincia di Lecce. L’architettura comunica visivamente con Torre San Foca, a sud, e Torre San Cataldo, a nord, oggi del tutto scomparsa. Torre Specchia Ruggeri, oggi, è un rudere che ha subito nel tempo una serie di modifiche, ma che ha conservato il suo legame col territorio anche nel nome. La “specchia” era un luogo elevato che permetteva una visione privilegiata, tanto che veniva scelto come punto di avvistamento. Torre Specchia Ruggeri è presente sin dal XVI secolo nella cartografia antica, dove era indicata come “Torre di capo dello Specchio”. Non abbiamo alcuna notizia su chi l’abbia costruita, ma sappiamo bene che era presente all’interno degli elenchi dei viceré già nel 1569. La torre aveva il suo corpo di guardia, come documentato nei registri militari, già a partire dal 1° dicembre 1566, e il drappello era costituito da tre cavalieri di cui conosciamo i nomi: Balli Calà di Acquarica di Lecce, Donato Garrofalo di Vanze e Cesare Longo. Il gruppo era comandato dal primo caporale, Giovanni Sanchez, spagnolo, e il territorio ricadeva nella giurisdizione dell’Università di Acquarica di Lecce. La torre presenta una pianta regolare di forma quadrata, tipica delle torri costruite nel Regno di Napoli, ma è mancante di caditoie che probabilmente furono eliminate durante la fase di restauri poiché fortemente danneggiate o crollate già in precedenza. Anche il corpo aggiunto in seguito, e addossato alla torre, è stato modificato nel tempo, come si vede dai segni di rifacimento leggibili sul coronamento delle finestre e in concomitanza dell’apertura che si affaccia sul mare. Inoltre, le aggiunte hanno completamente cancellato la porta levatoia originale