castello, baronale, Palazzo baronale (SECOLI/ XVI)

Collepasso, SECOLI/ XVI

La prima attestazione documentata di una costruzione fortificata a Collepasso risale al 1583: si tratta di un atto notarile nel quale viene menzionata una torre, che si può dedurre possa avere origini molto più antiche, posta in una posizione strategica all’incrocio di due assi viari quello di Lecce-Galatina-Ugento e quello proveniente da Neviano. La torre può aver svolto un ruolo importante in epoca normanno-sveva e angioina con funzione di sorveglianza del territorio e di difesa dei contadini. Va attribuito al barone Pietro Massa il lavoro di riadattamento dell’antica struttura turriforme alle nuove esigenze difensive ispirate ad una funzionalità tipica delle costruzioni rurali fortificate cinquecentesche. Nel corso della sua baronia la struttura venne sottoposta a numerosi interventi di ampliamento, con la conseguente trasformazione del suo aspetto fortificato in una confortevole dimora signorile, nonostante conservasse elementi difensivi nelle merlature e nelle caditoie della facciata esterna e nel cortile interno. Sotto la baronia di Oronzo Leuzzi il palazzo fu ulteriormente restaurato e fu ampliato il piano superiore, ma l’edificio conservò l’aspetto di una masseria, come viene spesso menzionata negli atti pubblici e privati. Tra il 1753 e il 1791, passò a diversi affittuari, e l’edificio continuò ad essere utilizzato oltre che per scopi abitativi anche per usi agricoli, accentuando sia l’aspetto che la funzione di masseria. Nei primi anni dell’Ottocento la baronessa Aurora Leuzzi Contarini, che si ritirò nella dimora di Collepasso, si adoperò per sgombrare l’edificio dal bestiame e dagli strumenti agricoli, e intraprese lavori di restauro e ampliamento per renderlo nuovamente un’abitazione signorile. Alla morte della baronessa, la figlia e gli eredi non risiedendo a Collepasso non avevano interesse a mantenere la struttura che, ormai abbandonata, in breve tempo cadde inesorabilmente in rovina. Negli anni Trenta del Novecento divenne magazzino per la lavorazione e il deposito di tabacco. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne privata dell’inferriata di recinzione per la mancanza di metallo. Il palazzo, la cui facciata si estende per 50 metri, si articola in un grande corpo centrale a due piani e due brevi ali laterali. Vi si accede attraverso due portali ad arco, quello di sinistra immette in un ampio locale voltato a botte, quello di destra sormontato dallo stemma dei Leuzzi, introduce in un vestibolo coperto da volta stellata sul quale si apre un altro portale che conduce al cortile interno. Intorno al cortile si aprono diversi locali voltati a botte adibiti a vari usi. Dal vestibolo, mediante una scalinata si raggiunge il piano nobile che si sviluppa sul lato occidentale e meridionale dell’edificio. Le ampie stanze interne sono per lo più coperte volte a spigolo secondo una tipologia costruttiva settecentesca diffusa nell’area salentina

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