centro storico, di pianura, Veglie (X-XI)

Veglie, X - XI

La struttura urbana del nucleo medievale è simile a quella di Leverano: un circuito murario ad andamento ovale con assi viari pressoché ortogonali. Quello primario, via Chiesa, via S. Stefano, via Porta Nuova, divide in due parti l'abitato. Alle estremità si collocano gli accessi principali, uno dei quali (Porta Nuova) ancora esistente nella sua redazione settecentesca. Lo sviluppo dell’abitato di Veglie si attua soprattutto nel corso del Cinquecento, quando viene riedificata la Parrocchiale ed è realizzato il Palazzo Cacciatore, in coincidenza con un forte afflusso immigratorio che determinò un’espansione extra moenia dalla Porta Vecchia (ora demolita, alla fine di via S. Giovanni) alla Chiesa di S. Rocco ( o del Rosario) collegate da un percorso rettilineo con modalità di occupazione del suolo assai simili a quelle che quasi contemporaneamente si verificano a Copertino. A Veglie è il palazzo del Cacciatore ad indirizzare lo sviluppo urbanistico verso la chiesa di S. Rocco. A differenza di Leverano nella prima metà del Seicento non conobbe la crisi demografica. Si può spiegare così la consistente produzione edilizia di questo secolo: verso il 1630 fu costruita o ricostruita la Chiesa di San Rocco fuori le mura; sull’asse che congiunge questo edificio all’abitato si assestarono , tra XVII e XVIII secolo, alcuni palazzetti

  • OGGETTO centro storico di pianura
  • CARATTERI AMBIENTALI Veglie è un centro agricolo e industriale del Salento settentrionale, situato nella pianura a ovest di Lecce in vista delle propaggini orientali delle Murge Tarantine. Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali posta all'altitudine di 40 m s.l.m. e distante 18 km da Lecce
  • LOCALIZZAZIONE Veglie (LE) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via San Giovanni, Veglie (LE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il centro di Veglie sorse probabilmente tra X e XI secolo raccogliendo attorno ad un nucleo fortificato, del quale non rimane traccia, le piccole comunità rurali bizantine sparse nel territorio come sembra comprovato da diversi rinvenimenti archeologici, nonché da una significativa toponomastica rurale. A questo periodo potrebbe infatti appartenere la suburbana cripta della Favana con cicli di affreschi databili al XV secolo. Seguì le vicende del vicino centro di Leverano sino all'eversione della feudalità; al pari di quest'ultimo anche Veglie fu probabilmente munita di mura nei primi decenni del Quattrocento. Nell'epoca medioevale troviamo la terra di Veglie legata a quella di Copertino. Infatti, Tancredi d'Altavilla appena eletto re di Sicilia e di Puglia affida questo feudo a Spinello Delli Falconi nel 1190. Manfredi eredita il principato di Taranto e con esso quello di Copertino. Nel 1266 la contea di Copertino si allarga ai territori di Veglie, Leverano e Galatone come possedimento di Carlo I D'Angiò, che nel 1268 la regala a Gualtieri di Brienne per farselo amico. Sino al 1356, anno di morte di Gualtiero VI di Brienne, Veglie è una dominazione francese, fino al 1463, anno in cui subentra una famiglia d'origine belga: i D'Enghien. Nel 1419 Maria D'Enghien dà in dote alla figlia Caterina Del Balzo, sposa di Tristano di Chiaromonte, l'intera contea con l'aggiunta, nel 1425, del feudo di San Vito degli Schiavoni (attuale San Vito dei Normanni). Tristano di Chiaromonte, fa fortificare con una cinta muraria la "Terra Veliarum", la quale, però, rimane sempre facile da espugnare. Nel 1487 dopo la "Congiura dei baroni", con una bolla di Federico D'Aragona, il paese passa alle dipendenze dirette della corona. Nel 1528 le truppe francesi, al comando del maresciallo Lautrec, nell'ambito del conflitto tra Francesco I e Carlo V, assediarono Lecce e i paesi del circondario tra cui Veglie, che si distinse per il proprio coraggio, riuscendo a respingere il nemico. La vittoria costò molto cara al piccolo centro, che non riuscì a risollevarsi facilmente tanto che dodici anni dopo la vittoria non aveva ancora cancellato i segni di quella battaglia. Alfonso Castriota, signore della contea di Copertino (di cui Veglie faceva parte), decise di ristrutturare la cinta muraria e di ricostruire la porta principale, che fu chiamata per questo Porta Nuova. L'opera di fortificazione, realizzata dal valente architetto militare Evangelista Menga, scoraggiò in seguito ogni attacco nemico. Le mura furono abbattute alla fine dell'Ottocento. Di esse resta solo la Porta Nuova su cui, nel 1908, in occasione del cinquantenario dell'apparizione della Madonna di Lourdes, fu posta una statua in pietra della Madonna Immacolata. Nel 1557 Veglie viene venduta ad una ricca famiglia di mercanti genovesi, gli Squarciafico, divenuti intanto conti di Copertino. Nei secoli a venire per diritto ereditario è governata da feudatari come i Pinelli, i Pignatelli, ecc., fino a quando non entra a far parte dello Stato italiano, dopo l'unificazione del 1860. Nel corso del Cinquecento fu feudo dei Castriota e degli Squarciafico; nel XVII secolo dei Pinelli
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365542
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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