centro storico, difensivo, Bitonto (XI)

Bitonto, XI

Centro della provincia di Bari. Presenta funzioni residenziali, di frequentazione, viaria e pubblica

  • OGGETTO centro storico difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Il territorio comunale di Bitonto si estende per oltre 170 km², dall'alta Murgia fino a 2 km dal mare Adriatico. Il centro abitato si trova sul primo gradino dell'altopiano della Murgia a 118 m s.l.m. mentre a 102 m s.l.m. raggiunge il suo punto più basso. Il territorio comunale include il parco nazionale dell'Alta Murgia e la Lama Balice, sito naturalistico e paesaggistico istituito nel 2007 come parco regionale, collocato ai margini del centro storico della città
  • LOCALIZZAZIONE Bitonto (BA) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza Cattedrale, Bitonto (BA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Non si possiede una sufficiente documentazione per tracciare con esattezza l'impianto urbanistico della città nelle fasi preromana e romana. A testimoniare la presenza di nuclei proto-abitativi, ossia di insediamenti che si attestano nell'ager Butuntinus, vi sono i reperti archeologici che, numerosi, sono stati rinvenuti nelle grotte del territorio. Nei secoli VI e V a.C. Bitonto era un fiorente centro peucezio. Pur non essendo mai stata colonia magno-greca, ebbe floridi rapporti con le altre città grecizzate, in particolar modo con Taranto. Nel IV secolo a.C. Bitonto, divenuto un considerevole centro di attività economiche, coniava monete e ciò è documentato dalla ricchezza dei rinvenimenti in alcune tombe e dalla pregevolezza di alcuni vasi certamente importanti. Il culto politeista offerto alle divinità greche fu 'sincretizzato' con la romanizzazione della Peucezia: in particolar modo quello minervico legato all'ulivo, coltura antichissima del territorio bitontino. In questo periodo Bitonto poté governarsi con leggi proprie, poiché ebbe il privilegio di reggersi a Municipium, conservando così le antiche consuetudini e la propria religione. Infatti tutti gli studi effettuati per la ricostruzione dell'antico centro abitato romano non sono dimostrati da alcuna prova sicura, ma rinvengono da confronti con dati certi rilevati su analoghe tipologie insediative dei centri limitrofi come Conversano e Ruvo. È certo però, che in questo periodo Bitonto fu interessata da uno degli assi viari principali dell'antichità romana, la via Triana, che tagliava la città da est ad ovest. L'ulteriore sviluppo urbanistico si ebbe però quasi alle soglie del Alto Medioevo, nei secoli X e XI d.C., quando fenomeni connessi al rinnovato sviluppo economico portarono al rientro della popolazione dalle campagne alla città. Fu allargata la cinta muraria fino a quello che ancor oggi si può osservare, seppur nella sua riedificazione bassomedievale, nella zona ad est, a destra di porta La Maja o del Carmine. Poche le testimonianze altomedievali: esse sono rintracciabili negli interventi di consolidamento della basilica paleocristiana (succorpo della Cattedrale romanica) e nella chiesa bizantina di San Leucio Vecchio, la cui edificazione risale all'età catepanale, ossia al X secolo d.C. La Cattedrale di San Valentino e di Santa Maria Assunta, la cui fabbrica inizia probabilmente ad elevarsi a partire dal 1087, costituisce la traccia più significativa della Bitonto bassomedievale, quando si afferma la dominazione normanna. Alla fine dell'XI secolo si registra una graduale ripresa economica in quanto i Normanni, in special modo Roberto il Guiscardo nel 1089 'dominator civitatis Butunti', riformarono l'organizzazione politica, costruirono l'Universitas, nel luogo dove dal XVII secolo sorge la chiesa di San Gaetano, offrendo alle popolazioni una limitata autonomia amministrativa, garantendo la presenza stabile del vescovo con la debita cronotassi episcopale. Fu quindi necessaria la ricostruzione della cinta muraria, che assunse una forma curvilinea, visibile ancora attualmente in molti tratti, rafforzata da torri quadrate, ossia i donjons, parte dei quali abbattuti per damnatio memoriae dagli Angioini. L'assetto urbanistico della città mutò radicalmente e si articolò intorno alle due piazze principali, Cattedrale e Cavour, mantenendo la disposizione degli assi viari principali che collegavano le quattro porte. La città normanna si organizzò secondo il sistema delle curtis, individuabile ancora oggi: ad ogni corte si accedeva mediante la pubblica viabilità, con gli edifici che si affacciavano su di essa, ma in realtà costituivano degli spazi semi-privati. Anche i palazzi signorili, voluti dalla nascente classe benestante, che raggiungerà il suo apax nel secondo Rinascimento, erano articolati intorno ad una corte interna. La tipologia abitativa maggiormente diffusa fu quella delle domus-turris, dove alloggiava la classe sociale meno abbiente. Secondo il classico schema orientato a 'spina di pesce' si articolava il quartiere della città lungo la via Maggiore, che collegava la via Traiana con la zona del convento di San Domenico. Al periodo svevo risalgono solamente elementi decorativi a completamento dell'arredo liturgico della Cattedrale, quali l'ambone del maestro Nicola e la Porta del Cristo di Lucca o 'della scomunica'. Molto più evidenti le testimonianze delle costruzioni trecentesche, che coincidono con l'avvento degli Angioni, definitivi debellatori della dinastia federiciana. Le architetture difensive di questo periodo constavano di possenti torri circolari che lambivano il preesistente perimetro murario: il torrione angioino, costruito alla fine del Trecento, la più imponente delle Ventotto fortificazioni posta a difesa della città, e l'analoga, seppur più piccola, torre circolare inglobata all'interno del Teatro Comunale 'Tommaso Traetta'. Dell'architettura religiosa gotico-angioina l'esempio più significativo è costituito dalla chiesa di San Francesco d'Assisi. Il periodo rinascimentale fu per Bitonto un'epoca di grande fioritura per l'architettura sia civile che ecclesiastica. E' questo il periodo della dominazione Aragonese che aveva il suo centro economico e politico nella città di Napoli. L'architettura civile si manifestò con i numerosi palazzi signorili voluti dalle potenti famiglie nobili bitontine. Queste erano in genere provenienti da altre regioni: i Sylos, i De Lerma e i Sersale erano di origine spagnola, i De Ferrariis erano genovese, i Regna di Milano e i Calò erano oriundi della Grecia, come si intuisce dal cognome, che in lingua significa bello. Prima dell'urbanizzazione extra-moenia, si cercò di saturare ogni superficie edificabile all'interno della cinta, intervenendo sul patrimonio edilizio preesistente. L'espansione extra moenia della città inizia a manifestarsi durante l'epoca murattiana, momento in cui viene elaborato un piano urbanistico d'imprinting neoclassico, determinato dalla topica configurazione "a scacchiera". Nell'immediato suburbio a ridosso di Porta Baresana viene installata la principale arteria stradale del borgo ottocentesco, ossia l'attuale Corso Vittorio Emanuele II. L'interprete della città neoclassica furono Luigi Castellucci e Raffaele Comes, architetto di stampo vanvitelliano, che progettò i principali edifici appannaggio dell'emergente aristocrazia bitontina del XIX secolo
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365445
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la citta' metropolitana di Bari
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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