centro storico, collinare, Rocchetta Sant'Antonio (fine XI)

Rocchetta Sant'Antonio, XI fine

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, con quartieri storici di formazione, situata a sud rispetto a Foggia. Presenta funzioni di culto, di frequentazione, produttive, artigianali e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili. Sorge in posizione panoramica, su un’alta collina ai confini con la Basilicata e la Campania

  • OGGETTO centro storico collinare
  • CARATTERI AMBIENTALI Cittadina del pre-appennino foggiano, posta a 630 metri di altitudine, nell’alto bacino del torrente Carapelle
  • LOCALIZZAZIONE Rocchetta Sant'Antonio (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Largo Orologio, Rocchetta Sant'Antonio (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE L'abitato si sviluppa attorno all'originaria Rocca Sant'Antimo, i cui resti sono ancora visibili nella parte più alta dell'abitato. Lo storico locale Giovanni Gentile ne fa risalire la costruzione ai Bizantini, sul finire del X secolo. La fortezza, di forma quadrata con torri e circondata da una cinta muraria, costituisce il nucleo dell'abitato, consolidatosi in epoca normanna, dal quale si dipartono le strette strade del borgo antico. Nel 1120 è attestata, infatti, l'esistenza del castrum dove era collocato il castello di Sant'Antimo. All'epoca medievale risale anche il primo impianto della chiesa rurale dell'Annunziata, un tempo monastero cavense con il nome di Santa Maria di Giuncarico. Le prime notizie compaiono alla fine dell’XI secolo, nelle donazioni in favore dell’abate di Cava dei Tirreni elargite dal feudatario Roberto del Toppo e dalla contessa normanna Gaitelgrima, figlia di Roberto il Guiscardo, riguardanti i monasteri di Santo Stefano e Santa Maria in Giuncarico “in Rocca Sancti Antimi”. Nel 1137 il castello, insieme a quelli di Monteverde e Lacedonia, appartiene al normanno Gilberto di Balvano, contestabile del re e feudatario nell’alta valle dell’Ofanto, che ne potenzia il contingente di uomini in funzione difensiva dalle milizie dell’imperatore tedesco Lotario. Durante il regno di Manfredi Rocchetta è data in concessione a Riccardo Filangieri, conte di Marsico; in epoca angioina, insieme ai castelli di Lacedonia e Monteverde, viene assegnata al barone Giovanni Gagliardi. Nel 1426 il feudo è concesso a Gabriele Orsini del Balzo, genero del potente Sergianni Caracciolo, Gran Siniscalco della regina Giovanna II; con l’uccisione di Pirro del Balzo, reo di aver preso parte nel 1487 alla congiura dei Baroni, il feudo è confiscato alla famiglia e assegnato a Federico d’Aragona. Questi lo vende nel 1501 a Ladislao II D’Aquino, marchese di Corato, che nel 1507 inizierà la costruzione del nuovo castello. Confiscato ai D’Aquino dall’imperatore Carlo V per aver parteggiato con i Francesi, il feudo passa attraverso vari proprietari, tra cui i Caracciolo, fino ad essere acquistato nel 1609 da Andrea Doria II, principe di Melfi e pronipote del celebre ammiraglio. La famiglia Doria terrà Rocchetta fino all’eversione della feudalità, conservando il possesso dei fondi feudali fino al 1849, quando vengono in parte venduti ai concittadini fratelli Piccolo e in parte alla famiglia Ripandelli di Candela. Dopo la lunga competizione feudale per la supremazia sul territorio rocchettano, il paese prende ad estendersi a sinistra e a destra sul pendio della collina. Secondo il Gentile, la prima parte dell'abitato ad ampliarsi è quella occidentale detta “lampione”; l'ala orientale, detta “pescara”, sorge subito dopo. Primo a sorgere al di fuori della vecchia cinta muraria è stato il bellissimo castello fatto erigere nel 1507 da Ladislao II D'Aquino, proprietario del feudo di Rocchetta dal 1501, forse sul progetto del famoso architetto Francesco Di Giorgio Martini. Il castello è tra i meglio conservati della Capitanata e caratterizza con la sua mole la sagoma del borgo. La costruzione sostituisce la funzione dell'originaria Rocca Sant'Antimo, costruita intorno all'anno Mille e distrutta dal terremoto del 1456. Risale a questo periodo anche la nuova denominazione di Rocchetta Sant'Antonio, per distinguere il secondo castello dalla primitiva Rocca Sant'Antimo. Al XVI secolo risale pure il Palazzo del Sedile, luogo di riferimento delle assemblee cittadine, di fronte alla Chiesa Madre. All'espansione sei-settecentesca, al di là delle mura non più esistenti e in asse al Largo del Tempio, si deve la realizzazione della Piazza del Popolo (ora Via Piccolo), nel cui slargo a sud-ovest si erge la chiesa settecentesca dell'Immacolata (o della Maddalena). Tra il 1754 ed il 1768 viene riedificata in stile barocco (in sostituzione della precedente del 1588) anche la Chiesa Madre dedicata all'Assunzione della Vergine, con splendida facciata tripartita e un alto campanile dal particolare coronamento. L'interno, a tre navate a croce latina, conserva pregevoli opere, tra cui una balaustra marmorea, altari e acquasantiere dell'artista napoletano Cimafonte, e importanti arredi lignei. Nel XVIII secolo viene costruita a pochi chilometri dall'abitato la cappella di Santa Maria del Pozzo, in seguito ad un evento miracoloso del 1709
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365398
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'