centro storico, religioso, Torremaggiore (XIII)

Torremaggiore, XIII

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, delimitata da quartieri storici di formazione, situata a nord-ovest rispetto alla provincia di Foggia. Presenta funzioni di culto, produttive, artigianali e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili

  • OGGETTO centro storico religioso
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro situato nel sub-appennino dauno, situato su una collina a circa 170 metri sul livello del mare
  • LOCALIZZAZIONE Torremaggiore (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Nicola Fiani, Torremaggiore (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il nome della città è legato all’insediamento benedettino del “Monasterium Terrae maioris”, sorto attorno al 1000 sul colle Torre Vecchia. Il sito garantiva il controllo di un importante nodo stradale; qui, infatti, si incrociavano la via Lucerina, che collegava Lucera con il basso Fortore, e l'antica via che congiungeva i centri di Civitate e Casale Novum, e che probabilmente in epoca romana garantiva il collegamento tra Teanum e Arpi. Non si conosce l'esatta data della fondazione della badia, ma dalla comparazione delle fonti documentali dovrebbe essere anteriore al 1018; nel 1192, infatti, re Tancredi confermava un diploma di Roberto il Guiscardo in favore dell’abbazia in cui erano ripresi i termini di un precedente privilegio emanato nel 1018 dal catapano bizantino Boioannes. La badia, dedicata inizialmente a San Pietro, viene poi comunemente detta di Terra Maggiore, forse ad affermarne il ruolo di cittadella feudale e quindi per questo maggiore delle terre che ne dipendevano; essa, infatti, nei documenti, appare circondata da numerosi castra, castella, casali e da un territorio riccamente e variamente coltivato. Tra questi possedimenti troviamo menzionato per la prima volta nel 1216, in una bolla papale di Onorio III, un casale “ante...monasterium” annesso alla chiesa di Santa Maria; esso prenderà per analogia il nome di Terra Maggiore, poi corretto in Torremaggiore. È comunque da ritenersi che il nucleo originario sia più antico. Recenti restauri condotti sul castello ducale hanno evidenziato elementi della torre quadrata centrale riferibili all'epoca normanna; il castello è poi citato nel XIII secolo nell'elenco dei beni da restaurare ad opera degli abitanti del luogo e di un'altra località, e nei registri angioini risulta tra i fedeli alla casa francese. Proprio in virtù di questa fedeltà, in epoca angioina il casale conosce un periodo di sviluppo, grazie anche all'ondata migratoria di profughi provenienti dalla distrutta città di Fiorentino, di parte sveva, che popolano il quartiere Codacchio, raggruppato intorno al castello e alla parrocchiale di San Nicola. Le abitazioni incluse nelle mura di difesa, localmente dette “meniali” dal latino “moenia”, sono disposte lungo cinque vicoli e lungo una piazzetta ubicata sul contrafforte rialzato della collina, e danno ancora oggi l'idea di un insieme omogeneo e compatto di difesa. La parrocchiale, intitolata a San Nicola forse dai profughi di Fiorentino in ricordo dell'omonima chiesa della città distrutta, risale pure al XIII e fu rimaneggiata dopo il terremoto del 1627. Nell'originario circuito murario si apriva anche la porta poi detta di Sant'Antonio, nei pressi dell'antica chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, poi dedicata al santo protettore degli animali. In epoca sveva il casale viene confiscato dall’imperatore Federico II per la vicinanza strategica alla fortezza di Lucera. Con l’avvento degli Angioini il borgo, restituito alla badia, riprende vita, ingrandendosi con le migrazioni degli abitanti di Fiorentino (la vicina città episcopale distrutta nel 1255, dove morì Federico II), stanziatisi nell’attuale quartiere Codacchio. Tuttavia, le ripetute spoliazioni avevano avviato un lento declino economico, a cui mette fine nel 1295 la concessione del monastero con il suo feudo a Giacomo de Molay, gran maestro dei Templari. Con la soppressione dei Templari, avvenuta nel 1312, il borgo viene assegnato in dote da re Roberto d’Angiò a sua moglie Sancia. Successivamente, passa a diverse case signorili, tra cui i Gianvilla. Nel 1382 viene investito del feudo Niccolò de Sangro. Questo casato esercita la sua signoria, con i titoli di principi di San severo e duchi di Torremaggiore, salvo qualche interruzione, sino al 1806, anno di soppressione dei diritti feudali, mentre la badia propriamente detta, avulsa dalla baronia, con l'antica sede di Civitate andò a configurare nel 1580 la nuova diocesi di San Severo. Gli edifici claustrali e l'annessa chiesa rimangono in piedi fino al 1627, quando vengono distrutti dal violento terremoto che investe l’Alto Tavoliere e che colpisce duramente anche la cittadina, più tardi, nel 1656, funestata anche dalla peste bubbonica. Nel 1799 hanno luogo gli scontri tra sanfedisti fedeli al re e antiborbonici di fede repubblicana, guidati dai fratelli Fiani, uno dei quali, Nicola, viene trucidato a Napoli dai sicari dei Borboni. Dal 1861 al 1863 imperversa il brigantaggio sotto la guida di Michele Caruso, originario del luogo. Nel Novecento, dopo l’esodo migratorio degli anni ’50 e ’60, Torremaggiore si caratterizza per lo sviluppo agricolo. In epoca ottocentesca e novecentesca l’abitato si è esteso dal nucleo antico verso nord-est, con asse costituito dall’attuale corso Matteotti; cerniera di raccordo tra il nucleo antico di età medievale e moderna e la città contemporanea è il municipio edificato alla fine del XIX secolo sull'esempio degli edifici pubblici con portico diffusi nel Nord Italia
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365389
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'