centro storico, difensivo, Faeto (XIII)

Faeto, 1269 - 1269

Città consolidata caratterizzata da margini fisici naturali e artificiali, situata a sud-ovest rispetto a Foggia. Presenta funzioni di culto, di frequentazione, produttive, artigianali e residenziali. I collegamenti interni sono pedonali e carrabili

  • OGGETTO centro storico difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Centro dei monti della Daunia, sito a 866 m. di altitudine, su un dosso del versante orientale del monte La Difesa, nell’alta valle del Torrente Celone
  • LOCALIZZAZIONE Faeto (FG) - Puglia , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Roma, Faeto (FG)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La formazione di Faeto e della vicina Celle San Vito si fa risalire ad un gruppo di milizie provenzali inviate da Carlo I d’Angiò nel 1269 per presidiare l’area in difesa dai Saraceni di Lucera. Il primo insediamento si sarebbe formato sul Monte Castiglione, nell’orbita del centro fortificato di Crepacore. Da qui, qualche tempo dopo, alla ricerca di un luogo più sicuro, una parte della comunità si spostò nei pressi dell’attuale abitato di Faeto, dove sorgevano la piccola chiesa di Santa Maria e il monastero benedettino di San Salvatore. Il primitivo insediamento viene identificato non lontano dal Casale di San Vito, noto anche con il nome di Taverna Maresca, che comprende i ruderi di una chiesetta e di una bella fontana. Un’iscrizione del ‘500 ci informa che la fontana era nominata “dell’Aquilone”, da cui deriverebbe anche l’etimo del Celone. Alcuni studiosi ritengono che la località sia da identificare con la Mutatio Aquilonis, una posta lungo la Via Traiana al confine tra Campania e Puglia, menzionata in un itinerario tardoantico. L’attuale abitato, invece, prenderebbe il nome dall’estesa faggeta che lo circonda, uno dei boschi più belli e suggestivi di Puglia, inserito tra i siti naturalistici protetti dalla Comunità Europea (pSIC). L’area trova giovamento dalla ricchezza delle acque e in special modo dal corso del torrente Celone, che nei secoli ha condizionato i processi insediativi di tutta la Valmaggiore. Le origini della prima comunità perdurano nella lingua di “Fait”, un dialetto franco-provenzale che ha portato all’istituzione di un’isola linguistica che comprende anche il vicino comune di Celle San Vito. La toponomastica spesso richiama l’idioma originario. È il caso della località “Ciatei” (dal francese chateau), che ricorda la presenza di un castello, oggi scomparso, nella parte a monte del paese. Altre interessanti testimonianze del passato le troviamo nella Casa del Capitaneo, un edificio di epoca aragonese con caratteristiche bifore, sede del Museo Etnografico delle Comunità Francoprovenzali di Faeto e Celle San Vito. Rimangono, invece, solo nella memoria documentale, le tracce del monastero benedettino del SS. Salvatore e di quello più piccolo di Santa Maria di Fageto, entrambi attestati nell’XI secolo tra le dipendenze dell’Episcopato di Troia. All’antico monastero si fa risalire la dedicazione della Parrocchiale del SS. Salvatore
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1600365359
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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