Sant'Antonio di Padova

Ministero Dell'interno - Patrimonio Del Fondo Edifici Di Culto (fec), XIV

Con la Bolla papale "Sincere devotionis affectus" di Martino V del 1 ottobre 1427 i Frati Minori di Sant’Antonio di Padova furono incaricati di costruire un Convento nel territorio di Teano. L’incarico fu dato a Fra Martino di Campagna e Fra Nicola di Castellammare. I due frati scartarono la parte bassa della città in quanto troppo rumorosa e priva dei requisiti di pace e di silenzio suggeriti da San Francesco. Chiesero, pertanto, alla famiglia Galluccio, signori di Teano, il permesso di costruire su una loro proprietà, proprio sulla cima della collina che si innalzava a Sud della città. I Galluccio aderirono, con entusiasmo, alla richiesta e donarono ai frati non solo l’area per la costruzione del convento, ma anche notevoli possedimenti intorno ad essa. Un anno dopo, nel 1428, la costruzione del Convento, nel suo nucleo originario costituito dal chiostro, dal refettorio e dalle celle che si affacciavano su di esso, era già stata portata a termine tanto che il complesso poté essere inaugurato e dedicato al Santo di Padova nello stesso anno. Il 16 febbraio 2022 (Prot. N. 23/22) mons. Giacomo Cirulli, vescovo di Teano-Calvi ha confermato il luogo sacro con il titolo di Santuario Diocesano

  • OGGETTO santuario diocesano
  • LOCALIZZAZIONE Teano (CE) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Casi, Teano (CE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Della prima fase di vita del Convento resta poco; ad esso appartiene il chiostro e i resti della “Trenetate”, la primitiva cappella su cui sorse la chiesa, unica traccia superstite del periodo gotico. Essa, scoperta da qualche decennio (in precedenza era stata obliterata da un confessionale), si presenta come un piccolo spazio angusto, decorato da affreschi raffiguranti “l’Eterno Padre”, “l’Annunciazione”, “la Natività” e “l’Epifania”, sormontata da una volta a botte ribassata. In epoca successiva venne utilizzata come sepoltura gentilizia. Nel 1508 il Convento venne ampliato con l’aggiunta di tre piani superiori. Il chiostro rimase identico alle forme originali, ma le antiche celle dei frati vennero trasformate in depositi e officine. Nel 1512 il nobile Giovanni Luigi Galluccio fece costruire il ponte che collega la collina con la città. Il XVI secolo fu caratterizzato da un crescente aumento di potere da parte della fazione riformista in seno all’ordine francescano, la cui ascesa portò inevitabilmente ad influire sulle scelte architettoniche. Il Convento subì, così una radicale trasformazione. La chiesa primitiva venne completamente demolita e fu costruita l’attuale Santuario, più ampio e ricco, mentre il chiostro venne ricoperto da stucchi in stile barocco, rimossi interamente agli inizi del Novecento. Queste continue aggiunte e trasformazioni portarono a far perdere al Convento quella uniformità stilistica e architettonica che caratterizzava le costruzioni precedenti. Tra il XVII e XVIII secolo una nuova serie di lavori interessarono il Santuario, di cui ancora oggi è possibile vedere alcuni elementi come ad esempio le due acquasantiere del 1682, la decorazione del vano di collegamento tra chiesa e chiostro e i resti dell’edificio funebre della famiglia Toraldo (1670) di cui resta solo la lapide, oggi posta accanto all’ingresso della chiesa. Nel 1718 venne edificato il campanile, in forme semplici e tozze (il campanile originale è ancora visibile in alcune foto d’epoca), a spese di Gaetano Zarone. Sempre al Settecento risalgono le splendide maioliche che decorano il refettorio, quest’ultimo ricavato in un ambiente risalente alla fase gotica del monastero. Nel 1740 il convento venne rifatto e fu edificato un Seminario per studenti, formato da 24 celle poste su due piani. Nella chiesa, nel 1784 venne realizzata la cappella, ancora oggi esistente, contenente la Statua di Sant’Antonio da Padova, diventata simbolo della devozione dei fedeli. Nel 1799, la chiesa e il convento vennero incendiati dalle truppe francesi guidate dal generale Championnet: nell’esplosione andarono distrutti, oltre le decorazioni interne della chiesa, anche molti arredi tra cui la statua di Sant’Antonio da Padova e la biblioteca fatta realizzare dal vescovo Boldoni. Con la caduta del regno francese e il ripristino del governo borbonico, il Santuario venne ristrutturato grazie alle donazioni dei cittadini e delle famiglie facoltose di Teano. Nel giro di pochi anni vennero ripristinate le decorazioni interne, realizzata una nuova statua di culto e una nuova biblioteca, ritornando così ad essere il centro religioso di un tempo. Dopo l’Unità d’Italia, il nuovo governo italiano soppresse gli ordini monastici, portando così alla chiusura del Santuario, venne confiscato, così come tutti i suoi beni e arredi, e ceduto al comune, tuttavia la chiesa continuò a restare in funzione per la mole di fedeli che serviva e questo permise di “aggirare” la legge permettendo così ad alcuni frati di poter abitare il monastero. Nel 1897, infine, il Santuario venne messo all’asta e venduto agli stessi frati, e iniziarono tutta una serie di lavori di restauro e costruzione i cui risultati sono ancora oggi visibili. Nel 1903 con la riconsacrazione della chiesa, per opera del Guardiano P. Valentino Barile, furono rifatti gli stucchi esterni, usando come modello la Basilica di Sant’Antonio di Afragola, mentre il campanile venne innalzato raggiungendo gli oltre 30 metri di altezza. Nella notte tra il 27 e 28 novembre del 2005 un incendio, provocato dalla caduta di un fulmine, causò danni al Santuario che fu ripristinato, in pochi mesi, grazie al supporto dei fedeli di Teano
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Stato
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 15-ICCD_MODI_2739642849661
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
  • DOCUMENTAZIONE ALLEGATA decreto di erezione (1)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'