centro storico, di fondovalle, difensivo, Maddaloni (VIII)

Maddaloni, 774 - 774

Nell’ambito del ricco e pregevole patrimonio storico-architettonico locale si ricordano: la chiesa della Santissima Annunziata, sorta su una precedente costruzione gotica e rimaneggiata nel Seicento, contenente, tra l’altro, uno splendido soffitto a cassettoni con tavole seicentesche di Giovanni Balducci; la chiesa barocca di San Francesco, nella quale si ammirano numerosi dipinti e un bellissimo coro ligneo; il convento francescano, oggi convitto nazionale Giordano Bruno, nel cui chiostro si trova un arancio piantato, secondo la leggenda, da San Francesco in persona, fermatosi in questi luoghi di ritorno dal suo viaggio in Oriente; la chiesa del Corpus Domini, contenente numerose e interessanti opere pittoriche e un altare disegnato dal Vanvitelli. Tra le altre vestigia del passato figurano il castello con un'imponente torre quadrata ed una massiccia torre "inferiore" cilindrica di epoca angioina, alta ben 33 metri. Appartenente al sistema difensivo anche la torre Castelluccio o "superiore"

  • OGGETTO centro storico di fondovalle, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI L’abitato, ubicato nella Terra di Lavoro allo sbocco di due valli preappenniniche, è diviso da un contrafforte del monte San Michele in due parti. Maddaloni gode di una posizione geografica di gran pregio, a ridosso dei Monti Tifatini, precisamente a 73 metri s.l.m
  • LOCALIZZAZIONE Maddaloni (CE) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Piazza de Sivo, Maddaloni (CE)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Di origine longobarda, è menzionata per la prima volta in un documento del 774; sia durante il dominio longobardo, sia in epoca normanna e sveva ricoprì un importante ruolo strategico per la sua posizione tra Capua e Benevento; nel IX secolo offrì inoltre rifugio agli abitanti dell’insediamento romano di Calatia, distrutto dai saraceni. Nel XIV secolo venne concessa in feudo dal re di Napoli Ladislao di Durazzo a Carlo Artus, conte di Sant’Agata dei Goti, cui seguirono Riccardo e Ottino Caracciolo e Pietro di Mondrago; nella seconda metà del Quattrocento pervenne all’illustre famiglia Carafa, che ne mantenne ininterrottamente il possesso fino alla sua estinzione, avvenuta quasi contemporaneamente all’eversione dei diritti feudali nell’Italia meridionale
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916596
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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