centro storico, di crinale, collinare, difensivo, Salvitelle, Selvetelle (denominazione storica, cit. XVIII sec.), Salvifelle (denominazione storica, cit. Atlante Geografico 1788) (V-VI)

Salvitelle, V-VI

Centro collinare forse di antiche origini ma di assetto decisamente medievale, ha un insediamento formato da un unico nucleo urbano, mentre nell'agro si trovano un certo numero di case sparse prevalentemente di recente costruzione. Gli eventi sismici hanno profondamente lasciato le tracce sulla parte più antica del centro storico: il nucleo originario medievale è stato più volte ricostruito (XVII, XVIII) così come l’espansione del XVI secolo dell’originario nucleo fortificato, ricostruita più volte, per ultimo dopo il sisma del 1980. Nel suo insediamento storico sono riconoscibili quattro tipi di formazione, due interne ad una perimetrazione fisica dell'impianto originario, due esterne con caratteristiche di formazione di borgo. Il primo impianto comprende il sistema del castellare che si insedia in un'area privilegiata forse di preesistente costruzione (Arce o luogo sacrale) avente una recinzione muraria quadrangolare. Questo tipo di insediamento si innesta su di un percorso di crinale che diviene supporto di aggregazioni edilizie a pettine lungo la direttrice di uscita dalle porte della cittadella (Torre del Barone, Temponi, Bocca le porte). La prima di queste formazioni orientata a nord-est (dall'attuale piazza Madonnina al palazzo Grassibelli) in un primo tempo si organizza intorno ad un percorso, oggi decaduto, interno agli edifici che si affacciano sulla via Grassibelli e che si estendono fino alla via Costarelle, ortogonalmente segmentati dai cinque vicoli Grassibelli. Successivamente al secolo XVI la struttura urbana si arricchisce di unità a palazzotto signorile che si appoggiano alla nuova via longitudinale alla linea del crinale (Via Grassibelli) e si munisce di una nuova recinzione muraria più estesa sulla quale, poi, si imposta l'aggregazione edilizia delle "casemura". In questo periodo è possibile che per l'imposizione a risiedere all'interno del nucleo urbano da parte di una certa aristocrazia rurale e per il maturare di forme istituzionali ed artigianali, Salvitelle abbia avuto una fase di crescita qualitativa tale da farlo assurgere al ruolo di città. A conferma di questa eventualità resta una organizzazione tipicamente gerarchica che distingue la città dentro e la città fuori le mura. La città esterna è costituita da due formazioni di impianto: la prima lungo il crinale in uscita dalla cittadella e la seconda di forma rettangolare compresa tra la via Marco Manilio e Giacomo Salerno che rispetta una maglia stradale a scansioni ortogonali regolari e percorsi longitudinali. È incerto se questo insediamento sia stato fortificato. Tuttavia, la presenza di alcuni capisaldi, quali, da un lato, il complesso del sottoportico Mazzei dotato di due torri e, dall'altro, la indecifrabile sistemazione dell'area dove insiste il palazzo Briganti – Bonavoglia col giardino attiguo che ricorda la forma di un bastione cinquecentesco, in assenza di una organica conoscenza documentaria, lascia aperti alcuni interrogativi sulla esatta determinazione della forma urbana. La permanenza dell'uso delle matrici fondamentali del centro antico è costantemente riaffermata in percorsi principali, itinerari processionali scanditi ad intervalli regolari dalla cappella extraurbana alla Croce (prima presenza urbana), dalla chiesa del Rosario (1740), alla chiesa Madre di S. Spirito (1800). Le ricostruzioni successive ai terremoti dei secoli XVII e XVIII e gli interventi ottocenteschi, come il palazzo Grassibelli, il palazzo Mucci, il palazzo Romanzi, il palazzo Briganti hanno stabilito una continuità storica pur nelle nuove scale dimensionali

  • OGGETTO centro storico di crinale, collinare, difensivo
  • CARATTERI AMBIENTALI Sorge nella provincia salernitana sulla criniera di un colle a 646 metri s.l.m., con un panorama che domina a Nord la valle del Melandro-Bianco, e poi si spazia verso ovest, sorvolando la valle Tanagro-Sele, fino alla costiera amalfitana; verso nord-est è chiuso da rupi a strapiombo mentre ad est gli limita l'orizzonte la cresta appenninica che sovrasta e nasconde Potenza. Ricade nel perimetro della Comunità Montana del Tanagro ed Alto Medio Sele
  • LOCALIZZAZIONE Salvitelle (SA) - Campania , ITALIA
  • INDIRIZZO Vico I Castello, Salvitelle (SA)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Le origini storiche di Salvitelle vengono fatte risalire al V-VI secolo d. C., quando nella regione le popolazioni lucane si sarebbero rifugiate sulle alture abbandonando i villaggi delle valli invase da Goti, Bizantini e Longobardi a partire dal '400 fino ad oltre la metà del secolo seguente. Nei terreni vallivi circostanti, infatti, numerosi sono stati i ritrovamenti archeologici romani e preromani, ma una campagna di scavi e di studi sistematici ed a vasto raggio non è mai stata compiuta. Con il dissolvimento dell’Impero Romano e con le invasioni barbariche si ebbero questi nuovi insediamenti di sommità in zone, allora, prettamente boschive. E tale caratteristica naturale sembrerebbe essere testimoniata anche dal nome stesso di Salvitelle che, per alcuni, trae origine dal latino "Silvae tellus" (terra di selve o delle selve), e che per altro verso in un documento o meglio in vari documenti del Settecento viene riportato come "Selvetelle" (piccole selve). Altra ipotesi sull'origine del toponimo, secondo altri, potrebbe riferirsi alla tipologia dell'insediamento, similmente a Sala Consilina ed alla stessa Salerno, quale "Sala e Vitelli" della omonima gens romana. Il primitivo centro abitato sorse, dunque, sulla cima di un'altura sulla quale, pare, esistesse già un fortilizio romano, eretto, dopo la seconda guerra punica, in seguito alla sconfitta subita dall'esercito romano nella famosa battaglia dei "Campi Veteres", tenimento di Vietri di Potenza, nel 212 a.C. da parte dei Cartaginesi. Questo piccolo presidio fu consacrato alla Dea Tellure come lo spazio libero il più adatto, sia per la sua feracità che per la sua bellezza, a venerare la Dea. Quando, però, la religione di Cristo conquistò i cuori degli abitanti essi divennero religiosi fino al fanatismo e nel 1500, in uno di questi impeti, secondo una leggenda popolare, distrussero l'icona della dea che era un saggio di pittura romana. Devoti a Maria Santissima, i salvitellesi dedicarono a Lei la chiesa dell'antica dea con il nome di "S. Maria Capua Vetere" e dopo la vittoria di Lepanto (1571) fu dato alla Chiesa il nome del SS. Rosario. L'origine del paese, dunque, come quella del nome Salvitelle è molto discussa. Al tempo dei Longobardi, scrive G. Lamattina, il paese aveva già una sua autonomia con amministratori e magistrati eletti dal "conventus civium", sorto con la fine dell'Impero, e tale forma di governo rimase anche quando, tra 1'844 e 1'853 dell'era volgare, dal Ducato di Benevento si staccò il Principato di Salerno. Scesero poi i Normanni, avventurieri senza scrupoli, che, approfittando dei dissidi e delle debolezze dei duchi longobardi, in pochi decenni si impossessarono di tutto il Mezzogiorno. E Salvitelle cadde sotto il dominio di qualche guerriero normanno il quale, esautorata l'autorità del "conventus civium", assunse i pieni poteri civili e militari del piccolo feudo. Ma verso la seconda metà del secolo XII Salvitelle passa sotto il dominio dei feudatari normanni di Caggiano. Nei secoli successivi ai Normanni di Caggiano subentrarono i Gesualdo e la posizione giuridica di Salvitelle non cambiò. Don Luigi Gesualdo, avendo bisogno di danaro, intorno al 1580, vendette il paese all'Università di Caggiano e questa, a sua volta, verso la fine del secolo successivo e precisamente nel 1674, lo vendette a Don Nicola Potenza. Fino al '700, come gran parte dei piccoli centri del Mezzogiorno, Salvitelle fu teatro di continue incursioni di eserciti stranieri, i quali miravano soprattutto ad impadronirsi del luogo per la sua posizione strategica. Fu, altresì, colpito da pestilenze e carestie nonché terremoti, che si ripeterono nei secoli. Subì le conseguenze del malgoverno spagnolo quando, con la caduta degli Aragonesi nel XVI secolo, Francesi e Spagnoli si contesero il Reame di Napoli. I nuovi padroni, gli Spagnoli, considerarono il Mezzogiorno una terra di conquista imponendo tasse e impoverendo questi territori. La povera gente preferì il vagabondaggio o la migrazione verso contrade più tranquille e meglio governate. Il centro è stato nel corso dei secoli duramente colpito da disastrosi eventi sismici (XV e XVI sec.), per ultimo il terremoto del 23 novembre 1980, tanto da meritarsi la Medaglia d'oro al Merito Civile assegnata dal Presidente della Repubblica. Questo terremoto causò danni molto gravi: in tutto il territorio comunale le unità edilizie distrutte o danneggiate più o meno gravemente furono 446 (quasi tutte le case furono rese inabitabili e il paese dovette essere evacuato pressoché completamente); subirono gravi danni la chiesa madre di Santo Spirito e le chiese del Rosario e di S. Sebastiano Martire
  • TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà mista
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916319
  • ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • DOCUMENTAZIONE GRAFICA (1)
    (2)
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

ALTRE OPERE DELLA STESSA CITTA'