centro storico, collinare, difensivo, Padula, Padule (denominazione storica), Padulo (denominazione storica) (fine/ inizio IX-X)
L’impianto urbanistico di Padula è quella di un centro che si sviluppa sulla cima del colle intorno alla chiesa madre. È l’impianto tipico di molti centri del Vallo di Diano, come ad esempio Teggiano, e Atena Lucana; impianto suggerito principalmente da esigenze difensive, che comprende di norma la realizzazione di bastioni armati e di porte urbane. Il borgo medioevale conserva i caratteristici archi e le strette stradine a larghe scale, sulle quali si affacciano tipici balconi e si aprono i portali in pietra che rappresentano un tratto peculiare del paese. Del centro antico di Padula vanno citate in modo particolare la Chiesa di S. Michele che custodisce alcune antiche pergamene di eccezionale interesse; la Chiesa dell’Annunziata, fondata nel XVI secolo e ristrutturata nell’Ottocento dove si trova l’Ossario dei Trecento di Pisacane; il Palazzo Romano (XVIII sec.); la Casa natale di Joe Petrosino; la cinquecentesca Piazza e gli edifici del Borgo Medievale, dove si segnala il Portale di ingresso al Palazzo Distasio, conosciuto anche come Palazzetto Sanseverino. Del Castello Sanseverino sopravvivono i resti e tratti del muro di cinta lungo Via Carlo Poerio. Tra i palazzi storici, di cui solo pochi resti sono visibili, vanno segnalati il palazzetto di Stasio e il palazzo Baronale oltre a tutte quelle fastose architetture ammirabili nella passeggiata del centro storico quali la Porta della “Chianca vecchia”, la Porta dell’ “Auliva”, le Torri Angioine, il Portale dell’Ospedale della SS. Annunziata, i palazzi seicenteschi e settecenteschi adornati tutti da portali e manufatti rigorosamente in pietra di Padula che testimoniano l’attività dei locali maestri scalpellini
- OGGETTO centro storico collinare, difensivo
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CARATTERI AMBIENTALI
Centro della provincia di Salerno, sorge su di un colle conico a quota 699 metri s.l.m. tra i picchi della Serra Longa e del Rifugio della Forestale sui Monti della Maddalena, al limite sud-orientale del Vallo di Diano, la grande conca dominata dai Monti Alburni e dal massiccio del Cervati e solcata dal Tanagro. Appartiene alla Comunità montana Vallo di Diano e parti del territorio comunale sono inseriti nella Riserva naturale regionale Foce Sele-Tanagro
- LOCALIZZAZIONE Padula (SA) - Campania , ITALIA
- INDIRIZZO Via Vittorio Emanuele III, Padula (SA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE L'attuale denominazione, presente già nel Catalogus Baronum (1150-1168), deriva dal latino PALUS 'palude, acquitrino'. Il primo nucleo urbano di Padula Risale al IX secolo e risale al X secolo la data la fondazione la Chiesa madre di San Michele Arcangelo che domina la parte più elevata del paese e che, nel corso dei secoli, ha subito varie trasformazioni sia interne che esterne. Le notizie storiche disponibili confermano l'esistenza di Padula dopo l'anno mille, facendo a volte riferimento anche ad un insediamento sui monti come quello di Mandrano. Alla nascita di Padula certamente non furono estranei i monaci Basiliani, come stanno a testimoniare la chiesa di S. Nicola alle Donne ed i ruderi dell'antico Monastero di S. Nicola al Torone. Tra il 1103 e il 1167 Padula divenne feudo dei potenti Gisulfo e Landolfo e successivamente di ‘Gisulfus de Palude’, vassallo del Conte di Marsico già feudatario di Sala e Diano. Padula, come tutto il Vallo di Diano, visse momenti nefasti nel corso della rivolta contro Carlo d’Angiò, in quanto posizionata e sulla antica strada romana su cui avanzò la rivolta verso la capitale del regno sia allo sbocco della strada che risaliva dal mare e quindi sconvolta contemporaneamente su due fronti di assalto. Nel 1296 Padula divenne feudo dei Sanseverino dopo essere stata già dei Fasanella e dei Saccovilla; a quell’epoca risale l’edificazione del castello voluto da Carlo II d’Angiò a cui Tommaso Sanseverino fu fedelissimo. Nel 1306 Tommaso Sanseverino fondò la Certosa di San Lorenzo, sorta su una grancia preesistente (antico granaio benedettino), comprendente una chiesa dedicata al culto di S. Lorenzo e risalente al VI secolo, la quale con i suoi 35000 mq. di superficie è uno dei più grandiosi complessi monumentali del mondo. All’anno 1380 risale la fondazione del Convento di San Francesco eretto per volontà di Giovan Tommaso Sanseverino, al cui interno sono conservati affreschi risalenti al 1713 e recentemente, altri databili al XVI secolo, hanno visto la luce. Nel 1504 Antonio Cordova, regio capitano d’armi e governatore delle province d’Otranto e Bari ebbe in dono, da Ferdinando il Cattolico, Padula e il casale di Buonabitacolo acquisendo il titolo di marchese di Padula come ricompensa dei suoi servigi verso la Corona di Spagna. Il marchesato di Padula per mancanza di eredi fu ceduto direttamente al Re Filippo II che lo vendette nel 1564 al principe di Salerno, Nicola Grimaldi che lo rogitò a favore di Cesare d’Avalos d’Aragona nel 1578 e indi nel 1632 a Diego d’Avalos il quale lo cedette alla Certosa di S. Lorenzo, che ne ebbe proprietà fino all’epoca napoleonica, momento che segnò l’inizio della decadenza del suo potere e la progressiva spoliazione dell’intero patrimonio artistico. Il paese fu merce in parecchi passaggi di proprietà per molti decenni; fu questo il periodo in cui tutto il Vallo di Diano soffrì per la mancanza di sviluppo e di una vera struttura economica e sociale: i notabili, la borghesia e il clero, le vere classi privilegiate traevano vantaggio dai loro affari e intanto il popolo languiva in miseria. Nel XVII sec. l’unica fonte di guadagno per molti capifamiglia padulesi era il lavoro stagionale in Puglia. Nel 1810 la Commissione feudale incaricata di applicare la legislazione antifeudale, dichiarando decaduta la feudalità di Padula, distribuì le terre, anche quelle della Certosa, ormai soppressa come ordine dal 1807; i locali della corte esterna furono adibiti a caserma ed ospedale militare e il Convento di Sant’Agostino fu acquisito ad uso del Municipio. Nel periodo risorgimentale, sebbene madre di molti spiriti liberali, ha visto la tragica fine dei Trecento, seguaci di Carlo Pisacane: le spoglie di circa duecento eroi caduti il 1° luglio del 1857 sono state raccolte e conservate nella Chiesa dell’Annunziata. Il terremoto del 1980 causò forti danni in diversi edifici ecclesiastici monumentali: subì gravi danni la chiesa di S. Agostino che fu chiusa al culto; nella chiesa di S. Nicola delle Donne, di fondazione paleocristiana, crollò il tetto e furono lesionate le pareti; nella chiesa del convento di S. Francesco furono rilevate lesioni nel campanile e nell’abside e danni notevoli nel grandioso complesso della Certosa di S. Lorenzo
- TIPOLOGIA SCHEDA Scheda anagrafica
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CONDIZIONE GIURIDICA
proprietà mista
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 1500916306
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino
- ENTE SCHEDATORE Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
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- LICENZA METADATI CC-BY 4.0