Parco della Rimembranza di Capitignano

Confraternita Santa Maria Degli Angeli, post 1923/10/15 - ante 1938

Il Parco della Rimembranza di Capitignano è sorto attorno al Monumento ai Caduti su iniziativa del locale Comitato costituitosi nel 1923 ma non compare nell’elenco dei Parchi e Viali già inaugurati al 15 ottobre dello stesso anno (LUPI 1923, pp. 115-116). È situato circa 150 metri a Sud del Municipio, all’incrocio di via A.M. Ricci con via Madonna degli Angeli, nello spazio antistante l’omonimo Santuario, oggi inagibile a seguito del terremoto del 2016-17. Occupa un’area quasi pianeggiante di forma semicircolare che si estende anche ai lati dell’edificio religioso. Il sito possiede importante valenza urbanistica e ambientale in quanto l’orientamento planimetrico dell’edificio religioso (Nord-Est / Sud-Ovest) funge da riferimento per il lungo asse di via San Giovanni di Paganica, importante segno del territorio posto a valle verso il torrente Mozzano. Il Parco è delimitato da un muretto basso con ringhiera in ferro battuto, dotato di tre accessi, di cui uno frontale in asse con quello della chiesa e due laterali (Foto 1-2, 5). La ringhiera, originale, è ornata con simboli quali fiammelle e punte di lancia ricorrenti nelle Vestigia della Grande Guerra (v. altre foto allegate). L’accesso principale è segnato dalla presenza di due grandi pilastri in muratura, di circa 3,5 metri d’altezza, ai quali è ancorato il cancello, sormontati da due putti lapidei collocati successivamente al 1964 (Foto 1, 5). Analoghi pilastri in muratura, coronati da due madonnine, sono posti in corrispondenza dell’accesso su via Ricci, a sinistra della chiesa, dove è attualmente ubicata una tensostruttura utilizzata per le celebrazioni liturgiche (Foto 4 e altre foto). L’ingresso principale è segnato da un piccolo slargo quadrato con pavimentazione lapidea a conci regolari, che immette alla gradinata di cinque gradini disposti a U rovescia (Foto 8). Al centro del Parco, in asse con l’ingresso della chiesa, si erge il Monumento ai caduti (v. scheda 0A 3.00 13282954) a forma di colonna liscia spezzata posta su doppio plinto quadrangolare (Foto 3, 5-6). L’area verde è caratterizzata dalla disposizione di alberelli che seguono l’andamento ad esedra del lotto (Foto 2-3), disposti in origine su un solo filare. Dopo il secondo conflitto mondiale e in concomitanza con la posa di una lapide commemorativa dei caduti tra il 1940 e il 1945, il Parco venne munito di ulteriori arredi con la piantumazione di un secondo filare più interno, al quale furono allineate alcune panche in pietra tuttora esistenti (Foto 2-3, 6). Abbellirono ulteriormente l’area verde due peschiere in stile rustico simmetriche rispetto al monumento e due grandi aiuole quadrangolari, anch’esse delimitate da muretti perimetrali in pietra, disposte ai lati del Santuario (v. altre foto), le quali erano destinate a racchiudere altre essenze arboree oggi, a differenza delle altre, non più esistenti. Per quanto riguarda le essenze attualmente visibili si tratta di 32 alberi (più uno secco) di acacia (Robinia pseudoacacia) cui si aggiungono due piccoli cipressi, uno collocato al centro dell’aiuola sul lato destro della facciata ed uno in fondo al lato sinistro. Non si tratta evidentemente della piantumazione originaria e nemmeno di quella degli anni ‘40. Dall’analisi di alcune immagini più o meno recenti reperite (v. allegato) è possibile notare difatti come i piccoli alberi esistenti agli inizi degli anni ’60 (cartolina affrancata 1964) fossero significativamente cresciuti nei decenni successivi (anni ’70-’80?) ed erano ancora presenti nel parco (sebbene alcuni in cattivo stato di conservazione) nel 2008, per poi scomparire anteriormente al 2014, facendo spazio alle recenti ripiantumazioni. Nella lapide commemorativa, datata gennaio 1920 e attualmente collocata presso il monumento ai caduti di tutte le guerre allestito nel 2000 in via Roma (v. scheda OA 3.00 1300282952) nei pressi della chiesa di San Flaviano (cd. Parco della Memoria Di Marco Domenico medaglia d’oro), si contano per Capitignano n. 18 caduti della Grande Guerra. Ad essi dovrebbero quindi essere riferiti quindi gli alberi del filare più antico (quello esterno), compresi quelli posti lateralmente su via Ricci

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