Maria SS.ma di Canneto (Santa Maria di Canneto)

Settefrati, VIII

Il Santuario di Maria SS.ma di Canneto è ubicato nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo a 1020 metri s.l.m. alle falde del sottogruppo montano del Meta, dove sgorgano le acque del Melfa. Nel sito in cui sorge il luogo sacro vi era un tempio pagano dedicato a Mefiti, divinità italica legata al culto delle acque e della fertilità di cui sono stati trovati resti del tempio e di una stipe votiva i cui i materiali risalgono al III-II secolo a.C. Furono i Monaci Benedettini di san Vincenzo al Volturno che nel’714 d.C, a somiglianza di quanto aveva fatto lo stesso san Benedetto a Montecassino, cristianizzarono il culto pagano ed eressero un piccolissimo eremo dedicandolo alla Madonna venerata con il titolo di Canneto. Il 20 febbraio 1936 mons. Agostino Mancinelli vescovo di Aquino, Sora e Pontecorvo in esecuzione all’art. 27 comma 3. del Concordato tra Santa Sede e lo Stato Italiano ha attribuito l’Autorità Ecclesiastica al Santuario di Canneto. Il luogo sacro è stato eretto canonicamente con il titolo di «Santuario Diocesano di Maria SS.ma di Canneto» in Ente autonomo ecclesiastico da mons. Luca Brandolini, vescovo di Sora-Aquino-Pontecorvo, il 25 dicembre 1995. Il Santuario Diocesano è stato elevato alla dignità di Basilica Minore da Papa Francesco il 17 giugno 2015 (Prot. N. 346/15). Il 22 agosto 2015 il Cardinale Giuseppe Bertello ha presieduto il rito della dedicazione del Santuario e ha consacrato l’altare ponendo le reliquie dei Santi Martiri Giuliano e Fausto. Il Santuario Basilica conserva una raccolta di ex voto, dispone di una casa del pellegrino e di un bollettino “Il Santuario di Canneto. Bollettino illustrato quadrimestrale”

  • OGGETTO santuario diocesano, regionale, basilica minore
  • LOCALIZZAZIONE Settefrati (FR) - Lazio , ITALIA
  • INDIRIZZO Via Valle di Canneto, 1, Settefrati (FR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Il 13 dicembre 1288 sotto l’episcopato sorano di Pietro Gerra, già vescovo di Sora, trasferito dapprima alla sede episcopale di Rieti ed in quell’epoca arcivescovo di Monreale in Sicilia, in accoglimento di una sua supplica rivolta alla Santa Sede, riguardante un collegio di chierici, dimoranti presso la chiesa alpestre di Santa Maria di Canneto ricevette da papa Niccolò IV un prezioso documento, oggi conservato presso l’Archivio Segreto Vaticano: “All’Abate e al Convento del monastero di S. Maria di Canneto, dell’ordine di S. Benedetto nella diocesi di Sora. La vostra richiesta presentata a noi diceva che siccome una volta non eravate tenuti ad alcuna osservanza regolare, il nostro venerabile fratello Pietro, Arcivescovo di Monreale, allora vescovo di Sora, con la sua ordinaria autorità, vi concesse la regola e l’ordine di S. Benedetto da osservare per sempre in detto Monastero e nondimeno con la medesima autorità, avutone il consenso del Capitolo della Chiesa Sorana, stabilì che si doveva giustamente assegnare a voi e al vostro monastero la porzione delle decime, spettante a Lui e ai suoi successori sui beni che detto Monastero possedeva allora e che avrebbe acquistati nei modi prescritti in futuro, secondo quanto più esattamente si dice contenuto nello strumento pubblico redatto in merito, che è munito dei sigilli dei predetti Vescovo e Capitolo… Noi pertanto sensibili alle Vostre preghiere, ritenendo valido ed irrevocabile quello che piamente e provvidamente hanno stabilito sulla questione i medesimi Vescovo e Capitolo, lo conferiamo con l’Autorità Apostolica … a nessuno dunque sia consentito violare quanto scritto. Dato in Roma presso S. Maria Maggiore il 13 dicembre. Anno primo”. Con i Benedettini a Canneto la Chiesa di Santa Maria divenne un centro primario di spiritualità e d’irradiazione mariana che vide intensificarsi il pellegrinaggio dei fedeli. Nasce in questo periodo anche il ″Beneficio dell’Abbazia di Santa Maria di Canneto″ e la vera entità di questo patrimonio fondiario emerge dalle decime papali triennali del 1308-1310, dove tra le tante chiese della diocesi di Sora figura anche “il monastero di Santa Maria di Canneto situato nel castello di Settefrati”, che in quegli anni versò alla Camera Apostolica la somma di un’oncia e sei tareni. Una contribuzione molto alta e nettamente superiore a quella delle altre chiese che lascia pensare all’enorme devozione del popolo nei riguardi della Vergine Santa. Nel 1388 e più esattamente il 9 ottobre, quando è datato il decreto con il quale il vescovo di Sora mons. Corsario autorizzava i religiosi di Canneto a vendere un orto di proprietà del Santuario, tutta la comunità monastica non abitava più sui monti, dove era situato il suo cenobio originario, ma nei pressi del castello o borgo murato di Settefrati in una contrada chiamata “Casa Canale”. Dopo il 28 settembre 1392, giorno dell’asta pubblica per la vendita dell’orto posto a “Pede della Castellana”, non sappiamo per quanti anni ancora i benedettini cassinesi nella residenza di Settefrati, rimasero ad officiare e a servire la Chiesa di Santa Maria di Canneto. Dopo alcuni decenni di totale silenzio nel 1471 la Chiesa versava la pensione annua alla camera dell’Abbazia di Montecassino, che assommava a quattro ducati. Poi quattro anni dopo, il 25 novembre 1475, con la lettera “collettiva” di due cardinali - Bartolomeo Roverella e Giuliano della Rovere che nel 1503 sarà elevato al soglio di Pietro col nome di Giulio II - che concedevano al luogo sacro un’indulgenza di 100 giorni da lucrarsi in alcune ricorrenze liturgiche. La richiesta di tale grazia alla Santa Sede era stata fatta da Francesco de Vulpinis, preposito commendatario della Chiesa. Negli anni 1530-1533 appare il nome di D. Federico De Mamlion di origine spagnola, il quale riparò la Chiesa, l’abitazione e realizzò molte stanze. Le stanzette situate tutte al piano superiore della Chiesa ed annesse alla medesima, dovevano essere all’incirca undici e, fatto davvero sorprendente, esse sono sopravvissute per oltre quattro secoli fino ai nostri giorni, vale a dire fino al settembre 1978, quando iniziarono i lavori di demolizine e di ristrutturazione generale del Santuario. Il 30 novembre 1568, la prepositura di Santa Maria di Canneto veniva conferita a un sacerdote di Val Comino, del clero atinate don Pietro de Tutinellis, persona insigne per somma pietà il quale prima della presa di possesso doveva prestare giuramento, promettendo fedeltà ed obbedienza all’abbazia cassinese versando per la festa di san Benedetto il 21 Marzo l’annua pensione di due ducati. Ma pochi giorni dopo la sua nomina rimetteva liberamente nelle mani dell’abate di Montecassino il suo mandato ed il 5 dicembre veniva designato direttamente dalla Santa Sede don Marco Antonio De Florentis di Perugia, membro della famiglia pontificia. Essendo don Marco Antonio De Florentis persona vicina al pontefice, per rimeritarlo di tanti servigi resi alla Santa Sede, il Papa gli assegnava senza obbligo di residenza non solo i benefici di Canneto, ma anche quelli di Arpino, dell’Abbazia di san Fortunato della diocesi di Benevento e la recettizia di sant’ Antonio di Suio di Gaeta e Fondi, con una rendita annua complessiva di circa 300 ducati d’oro. Con tutte queste assegnazioni di chiese e di beni ad un solo titolare, senza l’obbligo di residenza, ci troviamo ancor una volta di fronte ad una commenda ecclesiastica e a una “cumulatio beneficiorum”; due mali che il Concilio di Trento aveva cercato di guarire. Con l’investitura di don Marco Antonio De Florentis quindi anche la Chiesa di Canneto con tutti i suoi benefici andarono incontro a un periodo di decadenza materiale e spirituale. Ed allora fu saggia e provvidenziale la decisone dl Vescovo di Sora mons. Tommaso Gigli, il quale in ottemperanza e deliberata del Concilio di Trento, che concedeva ampia libertà per sostenere economicamente i nuovi istituti per la formazione dei giovani al sacerdozio, da esso voluti, con decreto dell’8 Giugno 1569 univa la Chiesa di Santa Maria di Canneto di Settefrati con tutti i suoi benefici ad un’opera più nobile e benemerita: il seminario diocesano di Sora. Con questo atto del Vescovo di Sora si sanciva non solo il passaggio ed il ritorno dell’antico tempio mariano da un’istituzione monastica alle dirette dipendenze dei vescovi di Sora, ma anche la sua cura materiale e spirituale da parte del clero diocesano e locale. Il rettore del seminario divenne da questa data anche il rettore del santuario. I due incarichi rimasero uniti fino al 24 giugno 1972, quando mons. Minchiatti per dare nuovo impulso e vigore all’opera del santuario, decise di separarli [Antonelli Dionigi, Il Santuario di Canneto-Settefrati (FR): dalle origini all’attuale ricostruzione generale (1978-1987): studio critico-storico, Sora, Arti Grafiche Pasquarelli, 2011, pp. 81-155]
  • TIPOLOGIA SCHEDA Modulo informativo
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 12-ICCD_MODI_4840831482171
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
  • ENTE SCHEDATORE Pontificia Facoltà Teologica "Marianum"
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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