Necropoli di Bonaria (area ad uso funerario necropoli)
Il sito si estende sulle pendici occidentali del colle di Bonaria in una zona contigua all’attuale Cimitero monumentale. Pur essendo attestata una sporadica frequentazione durante il periodo preistorico (un frammento di ceramica cardiale del VI millennio a.C. e alcuni frammenti di pugnaletto e spilloni in bronzo di età nuragica della prima età del ferro) l’area ebbe un uso funerario a partire dal IV secolo a.C. A età punica si datano infatti alcune tombe a camera scavate nel banco di roccia con ingresso a pozzo che hanno restituito corredi databili tra il IV e il III secolo a.C. Di tali sepolture, delle quali parte venne indagata dal canonico Giovanni Spano durante la seconda metà dell’Ottocento, attualmente non si conserva traccia mentre persistono le tombe di età romana costruite a partire dal I secolo d.C. Si tratta di cubicoli funerari con nicchie per la deposizione di urne cinerarie e arcosoli con sarcofagi scavati sulle pareti per le inumazioni. Nella parte pianeggiante del colle, a ovest, si disponevano numerose tombe a fossa e alla cappuccina, per inumati, che si estendevano fino a un’altra area funeraria sulla quale sorse successivamente la basilica di San Saturnino. Di tali sepolture trenta vennero scavate nell’ultimo ventennio del 1500 mentre altre semplici fosse per incinerati, scoperte in cima al colle, vennero indagate alla fine del XVI secolo. Altri rinvenimenti furono effettuati nel corso del 1800 contestualmente ai lavori per la costruzione del cimitero di Bonaria; successivamente nel 1888, in occasione di un ampliamento dello stesso cimitero che intaccò le pendici occidentali del colle, vennero scoperti due cubicoli funerari, ancora intatti, affrescati con raffigurazioni legate al simbolismo paleocristiano. Interamente scavato nel banco di roccia si presenta il cubicolo di maggiori dimensioni, a pianta centrale, con arcosoli sulle quattro pareti e varie fosse sul pavimento. Una lastra in marmo, rinvenuta murata al centro della parete di fondo di uno degli arcosoli contenente tre sarcofagi, restituì l’iscrizione funeraria opistografa di Munazio Ireneo. La volta dell’arcosolio era decorata con scene dipinte tratte dal Vangelo, relative alla resurrezione di Lazzaro e probabilmente alla guarigione del paralitico, mentre figure di pavoni decoravano le pareti. All’interno si rinvennero 11 deposizioni intatte, ciascuna avvolta in un lenzuolo e coperta di calce; due monete, una di Diocleziano, l’altra di Galerio Massimiano costituivano gli unici elementi di corredo di due distinte deposizioni. A poca distanza dal cubicolo di Munazio Ireneo si apre il cosiddetto cubicolo di Giona che prende il nome dalle decorazioni pittoriche parietali rinvenute al suo interno raffiguranti episodi tratti dalla vita del profeta Giona, oltre alla rappresentazione, all’interno di un paesaggio bucolico, della figura del Buon Pastore che custodisce il suo gregge. Il cubicolo, che risultava parzialmente scavato nella roccia e in parte costruito con mattoni intonacati con calce, includeva solo alcuni sarcofagi. I dipinti di entrambi i cubicoli, attualmente evanidi, sono stati datati agli inizi del IV secolo d.C. Tra il IV e il VI secolo d. C. si datano, in base ai corredi rivenuti, le tombe a camera visibili attualmente lungo le pendici occidentali del colle caratterizzate da fosse scavate nel pavimento o da sarcofagi entro arcosoli ottenuti cavando il banco di roccia. Più recenti indagini avvenute nel 1987 in seguito all’abbattimento della vecchia Direzione del Cimitero monumentale hanno messo in luce un altro lembo di necropoli a rito misto risalente a età romana medio imperiale costituita da varie tipologie di tombe: alla cappuccina, a cupa, a fossa affiancate a urne cinerarie fittili o di vetro deposte entro ollari litici o direttamente a terra. Furono rinvenute anche tre fosse di discarica (contenenti prevalentemente frammenti ceramici di varie tipologie) che tagliavano il piano di calpestio dell’area funeraria; una di queste fosse in particolare ha restituito una quantità considerevole di frammenti di contenitori anforari recanti lettere greche e latine graffite sulle superfici che ne consentono un inquadramento cronologico compreso tra VII e VIII secolo d.C
- OGGETTO area ad uso funerario necropoli
- AMBITO CULTURALE Ambito Punico E Romano
- LOCALIZZAZIONE Cagliari (CA) - Sardegna , ITALIA
- INDIRIZZO Viale Bonaria, Cagliari (CA)
- NOTIZIE STORICO CRITICHE Nel 1587 vennero messe in luce e scavate circa trenta tombe all'interno della chiesa di San Bardilio che sorgeva nei pressi dell'attuale Direzione del Cimitero di Bonaria. Nel corso dell'Ottocento, vari scavi interessarono l'area soprattutto in occasione dei lavori per la costruzione del nuovo cimitero. Nel 1953 si mise in luce una tomba di età punica che restituì un corredo funerario composto da 32 oggetti. Con gli ultimi scavi condotti nel 1987 dalla Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano (funzionario responsabile dello scavo Donatella Mureddu) è stata indagata una parte di necropoli di età romana medio-imperiale
- TIPOLOGIA SCHEDA Siti archeologici
- INTERPRETAZIONE area ad uso funarario
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CONDIZIONE GIURIDICA
propoprietà mista pubblica/ecclesiastica
- CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 2000194878
- ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna
- ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano
- DATA DI COMPILAZIONE 2012
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DOCUMENTAZIONE GRAFICA
Rilievo (1)
- LICENZA METADATI CC-BY 4.0