insediamento di Cuccuru is Arrius (insediamento con varie destinazioni d'uso)

Cabras, ca V millennio a.C - ca III sec. d.C

Il sito venne individuato in seguito ai lavori per la realizzazione del canale scolmatore dello stagno Pauli 'e Sali. L’escavazione della duna eolica sul limite meridionale dello stagno, attualmente quasi del tutto asportata, consentì infatti di mettere in luce un insediamento che ha restituito una lunga frequentazione, con differenti fasi d’uso, a partire dal Neolitico medio (V secolo a.C.). A tale periodo si fa risalire la necropoli a inumazione di cultura Bonuighinu, scavata nel bancone arenaceo e caratterizzata da sepolture a unica camera ipogeica, con pianta ellittica, soffitto a forno e pozzetto d’accesso sistemato lateralmente. La pavimentazione della camera funeraria, in alcuni casi, si presentava pavimentata con lastre litiche; relativamente al rituale invece i resti scheletrici rinvenuti presentavano tutti una sistemazione del defunto sul fianco sinistro in posizione leggermente rannicchiata. Delle 19 tombe scavate 4 sono invece del tipo a fossa. Oltre alla presenza di materiali ceramici e industria litica i corredi funerari si caratterizzano per la presenza di statuine di Dea Madre del tipo volumetrico. Il Neolitico superiore e recente è attestato dalla presenza di strutture abitative parzialmente scavate nel terreno che hanno restituito materiali ceramici e statuine fittili (femminili e maschili) di fase San Ciriaco e di cultura Ozieri. All’occupazione dell’area in periodo nuragico (XII-X sec. a.C., Bronzo finale) si riferisce la presenza di un tempio a pozzo, costruito con conci in arenaria disposti secondo la tecnica isodoma, di cui residuano la cella a pianta circolare, originariamente coperta a tholos, e il vano scala con 6 gradini visibili. In età storica l’area venne frequentata senza soluzione di continuità dal VI secolo a. C. fino a età romana. La fase punica è rappresentata dall’edificazione presso il pozzo sacro di un sacello rettangolare (m 9,70 x 4,50) dotato all’interno di un altare quadrangolare (m 0,80 x 0,90 x 0,40) e dalla presenza di materiale ceramico di produzione punica e attica. All’età romana repubblicana (III-I sec. a. C.) si data invece il riutilizzo del sacello all’esterno del quale è stato individuato il deposito votivo che ha restituito numerose terrecotte figurate rappresentate da kernophoroi, statuine femminili ammantate e votivi anatomici. Successivamente, in età imperiale (I–III sec. d.C.), nella parte sud-orientale dell’area venne aperta un’area funeraria della quale sono state individuate 55 tombe. Tra queste, 5 sono a cremazione entro urne fittili o in cassette di piombo mentre le restanti 50 del tipo a fossa, a cassone con pareti e fondo rivestite da lastre di pietra, a enchytrismós, attestano il prevalente rito dell’inumazione. Quello che attualmente rimane dell’originario sito è la piccola isoletta situata allo sbocco meridionale dello stagno di Cabras

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