Tra gli anni cinquanta e settanta del Novecento nella gravina - sede di un insediamento rupestre d'età basso medievale - si concentrò l’attività estrattiva per la produzione di conci di tufo e sabbia calcarenitica. L’attività estrattiva ha creato un paesaggio in cui isolati monoliti disegnano incredibili e svettanti architetture di calcarenite. Il luogo è caratterizzato da un grande parco naturalistico con oliveti secolari, boschi di Pino d’Aleppo e macchia mediterranea, in cui le grotte, che ospitavano gli antichi insediamenti e le cave tufacee a cielo aperto con pareti a strapiombo e ampie terrazze, si affacciano sulla gravina permasta da una fitta vegetazione. Dopo secoli di defezione e abbandono, in cui l’intera area era stata trasformata in un enorme discarica all’aperto, un progetto di riqualificazione ha dato nuova vita a Fantiano, attraverso un progetto di riconversione integrata, ed eco-sostenibile, in cui si è tenuto conto della potenza espressiva e delle peculiarità del sito. Sull’area di sedime, ove era presente la depressione del terreno utilizzata come discarica abusiva, è stata ricavata la cavea di un grande teatro all’aperto che ospita grandi eventi culturali